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"La valutazione dei rischi nel settore calzaturiero"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
23/01/2013 - PuntoSicuro si è già soffermato sul
settore calzaturiero in Italia, un settore vitale e strategico che
è caratterizzato, a parte alcune eccezioni, dall’essere collocabile nei
comparti produttivi dell’artigianato e della piccola impresa. Ed è sempre bene
ricordare come circa il 95% delle imprese italiane occupino meno di dieci
lavoratori, ricadendo dunque nel novero, a parte alcune eccezioni, delle
aziende che ancora per
qualche mese potranno autocertificare l’effettuazione della valutazione dei
rischi.
Proprio
in questa fase di passaggio alle recenti procedure
standardizzate, che dovrebbero facilitare il datore di lavoro nel processo
valutativo, un intervento al convegno “
Salute
e sicurezza nelle attività calzaturiere” che si è tenuto l’11 marzo 2010 a
Vigevano (PV), si sofferma su documenti e indicazioni operative per migliorare
la prevenzione dei rischi nel settore calzaturiero.
In
“
Indicazioni operative
per le attività calzaturiere: valutazione del rischio e igiene ambientale”,
a cura di Paolo Paraluppi (ASL Pavia, UOC PSAL) viene presentato in particolare
l’utilizzo della
Safety Check del
comparto calzaturiero, uno strumento che “può rappresentare una solida base
di partenza ai fini del dovuto eventuale adeguamento dei livelli di sicurezza
aziendale, sia per i casi di ancora possibile autocertificazione che per quelli
che richiedono l’elaborazione del relativo documento”.
L’intervento,
pubblicato sul numero di gennaio/marzo 2012 del Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia, dopo aver presentato le problematiche generali del
processo di valutazione dei rischi, presenta il
progetto Safety Check, “nato sotto l’egida dell’Unione Europea con
lo scopo di sviluppare e supportare il concetto di analisi e valutazione dei
rischi nelle piccole imprese”.
In
particolare la Safety Check per il comparto calzaturiero - elaborata nel 2006
da personale appartenente all’organo di vigilanza della ASL di Pavia
(successivamente aggiornata e modificata) – affronta i “rischi ritenuti per
esperienza di maggior importanza” e non ovviamente “tutti quelli che potrebbero
doversi rilevare nella singola e specifica realtà aziendale”. In particolare, per quanto riguarda i rischi
per la sicurezza, “si è voluto dare ampio spazio alle attrezzature quali le
macchine, mentre invece per quanto attiene i rischi per la salute, sono stati
presi in considerazione gli agenti chimici con particolare riguardo alle polveri
di cuoio, gli agenti cancerogeni e mutageni (anche se ormai facilmente
eliminabili dal ciclo produttivo), i sistemi di aspirazione, gli agenti fisici
quali rumore e vibrazioni, la movimentazione manuale dei carichi ed i movimenti
ripetuti”. E per alcuni rischi e per specifici livelli di rischio “la Safety
Check porta a ritenersi che vi sia la necessità di fare riferimento a personale
qualificato per arrivare ad una valutazione maggiormente approfondita, come nel
caso ad esempio di misurazioni, calcoli o comunque valutazioni che necessitano
del rispetto di specifiche norme tecniche”.
In
merito alla
individuazione dei fattori
di rischio per la salute, “per quanto riguarda gli agenti chimici le
fasi di lavorazione nelle quali vengono
impiegati adesivi, diluenti ed attivatori risultano di norma essere il reparto
giunteria/orlatura (per operazioni di assemblaggio fodera, spalmatura mastice
per assemblaggio tomaia, ripiegatura/ bordatura, applicazione nastrino e
incollaggio fodera su tomaia), il reparto montaggio (per operazioni di
applicazione sottopiede alla forma, applicazione puntale tra tomaia e fodera,
applicazione contrafforte tra tomaia e fodera ed essicazione e riattivazione
collanti), il reparto fondo (per operazioni di assemblaggio di tomaia con suola
e applicazione tacco) ed infine il reparto finissaggio e guarnitura (per
operazioni di coloritura bordi, suole e tacchi, pulitura e lavatura della
scarpa, apprettatura e lucidatura scarpa)”.
Nel
comparto un importante rischio per la salute è correlato all’
esposizione a polveri di cuoio, “che
come da letteratura medico scientifica è da correlarsi causalmente al tumore
professionale del naso”. Tale esposizione “si deve ricercare principalmente nel
reparto fondo (per operazioni di fresatura e di smerigliatura) e nel reparto
finissaggio e guarnitura (per operazioni di pomiciatura e levigatura suola)”.
Inoltre tra gli “agenti cancerogeni utilizzati nel ciclo produttivo soprattutto
in passato, merita attenzione il tricloroetilene (agente chimico R 45 presente
nel preparato dal nome commerciale trielina), che veniva utilizzato per lo più
per operazioni di smacchiatura; ad oggi, fortunatamente, risulta difficile
reperire agenti cancerogeni e mutageni nel comparto calzaturiero, poiché,
grazie anche alla presa di coscienza da parte dei datori di lavoro
dell’importanza della normativa sulle sostanze e sui preparati pericolosi, si è
proceduto alla loro sostituzione con altre sostanze o preparati non
classificati R 45, R 49 e/o R 46 (ad esempio il tricloroetilene è stato
sostituito dal tetracloroetilene)”.
Si
ricorda che tra le
misure di prevenzione
collettiva “notevole importanza vengono ad assumere i sistemi di
aspirazione per gli agenti chimici e per le polveri”.
Il
“concetto di base da tenere presente, sia nella progettazione che nel
mantenimento in buona efficienza degli impianti di aspirazione meccanica
localizzata, è quello della
velocità di
cattura”. La velocità di cattura necessaria “è data dalla modalità di
generazione dell’inquinante da rimuoversi e generalmente tali indicazioni si
possono tranquillamente reperire dal progettista dell’impianto o dal
costruttore della macchina (qualora il sistema di aspirazione sia incorporato
alla stessa)”.
Per
quanto riguarda gli
agenti fisici,
il reparto con livelli di
esposizione a
rumore meritevoli di misura è quello del fondo, dove sono presenti alcune
delle macchine a più alta rumorosità
(frese, cucitrici Blake, montafianchi). Nel reparto montaggio i lavoratori
possono essere esposti a livelli di rumore da non sottovalutare, spesso in
conseguenza del rumore prodotto da macchine tipiche delle operazioni di fondo
collocate in aree limitrofe”.
Il
documento si sofferma poi sui rischi correlati alle vibrazioni meccaniche del sistema mano
braccio, alla movimentazione
manuale dei carichi (MMC) e ai movimenti ripetuti.
Ad
esempio in merito alla
movimentazione
manuale dei carichi, si devono considerare “tutte quelle situazioni
meritevoli di valutazione, ricorrendo se del caso alla norma tecnica ISO 11228
Parte I e II, quali ad esempio le attività di trasporto manuale e di
magazzinaggio. In relazione invece ai
movimenti
ripetuti, vi è da dire che, pur se non ancora supportati da solidi ed
evidenti dati di letteratura, sicuramente vi è da concentrare l’attenzione,
ricorrendo se del caso alla norma tecnica ISO 11228 parte III, perlomeno sulle
operazioni quali taglio manuale, taglio meccanico con o senza fustella,
scarnitura, spacca pelli, cucitura manuale, cucitura a colonna, applica sperone
o contrafforte, fresatura e lucidatura meccanica tacco e suola”.
L’ultimo
capitolo dell’intervento è dedicato all’opinione dell’autore in merito alla
obbligatorietà ope legis (per il dettato della legge, ndr) della
sorveglianza sanitaria dei lavoratori
del comparto calzaturiero. Ad esempio con riferimento all’esposizione di detti
lavoratori ad agenti chimici pericolosi per la salute (“sicuramente rispondente
ad alcuni dei criteri per la classificazione di cui all’art. 229 comma 1 del
D.Lgs. 81/08”), all’esposizione a rumore, ai rischi correlati alla MMC, al
sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, ...
In
conclusione l’autore sottolinea che nelle attività calzaturiere “i fattori di
rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori risultano essere
sostanzialmente quelli dovuti all’utilizzo di attrezzature, all’esposizione a
svariati agenti chimici, a rumore e vibrazioni, alla movimentazione manuale dei
carichi e ai movimenti ripetuti degli arti superiori”. E che, dunque, l’utilizzo
della Safety Check del comparto
calzaturiero può facilitare l’autovalutazione dei fattori di rischio
maggiormente rappresentativi.
“ Indicazioni
operative per le attività calzaturiere: valutazione del rischio e igiene
ambientale”, a cura di Paolo Paraluppi (ASL Pavia, UOC PSAL), in Giornale
Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, volume XXXIV - N. 1 - gennaio/marzo
2012 (formato PDF, 63 kB).
Safety
Check per il settore calzaturiero (formato PDF, 44 kB).
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