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"Strutture sanitarie: radiazioni, laser e risonanza magnetica"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
23/01/2013 - L’esposizione a
radiazioni
ionizzanti e non ionizzanti è un rischio fisico importante a cui possono
essere esposti gli operatori che lavorano nel comparto sanitario, ad esempio per
attività a scopo diagnostico, terapeutico o di disinfezione.
Per
approfondire i rischi correlati alle radiazioni e trovare indicazioni per la
prevenzione si può far riferimento a quanto pubblicato sul proprio sito dal Servizio
di Prevenzione e Protezione dell’ Azienda Sanitaria
Locale Cn2 Alba-Bra
in relazione alla valutazione
dei rischi.
Una valutazione che prevede l’identificazione delle sorgenti di rischio
presenti nel ciclo lavorativo, l’individuazione e la stima dei conseguenti
rischi d'esposizione.
Dopo
aver descritto nel dettaglio le diverse tipologie di
radiazioni ionizzanti (raggi a, raggi b, raggi g, raggi x, raggi
cosmici, ...), l’Asl Cn2 ricorda che l’esposizione a tali radiazioni può essere
ridotta “basandosi su
tre fattori
fondamentali in radioprotezione:
-
distanza: maggiore è la distanza
dalla sorgente di radiazione, minore è l’esposizione
-
tempo: meno tempo si trascorre vicino
alla fonte di radiazione, minore è l’esposizione
-
protezioni: il tipo di protezione
personale da usarsi dipende dal tipo di radiazioni emesse dalla sorgente”.
E
per garantire condizioni di
sicurezza e
di tutela della salute dei lavoratori l’Azienda provvede alla:
-
“
sorveglianza fisica affidata agli
esperti qualificati che sulla base della valutazione del rischio predispongono
la delimitazione delle zone lavorative a rischio, il controllo e l’esame dei
mezzi di protezione, la valutazione delle esposizioni, ecc;
-
sorveglianza medica affidata al
Medico Autorizzato (categoria A e B) per l’esecuzione di visite mediche,
indagini specialistiche e di laboratorio, provvedimenti e disposizioni
sanitarie, ecc. e al Medico Competente (categoria B)”.
Si
indica che sono classificati “in categoria A i lavoratori esposti che, sono
suscettibili di un’esposizione superiore, in un anno solare, ad uno dei
seguenti valori:
-
6 mSv per esposizione globale o di equivalente di dose efficace (millisievert,
unità che misura la radiazione assorbita dal tessuto vivente, ndR);
-
3/10 di uno qualsiasi dei limiti di dose fissati per il cristallino, la pelle,
le mani e gli avambracci, piedi e caviglie”.
Sono
invece classificati in categoria B i lavoratori esposti non classificati in
categoria A.
Le
radiazioni non ionizzanti sono
invece quelle radiazioni
elettromagnetiche
il cui meccanismo di interazione con la materia non consiste nella
ionizzazione. Radiazioni che in ambito ospedaliero sono prodotte in particolare
“da apparecchiature di terapia fisico-riabilitativa generanti radiofrequenze
(marconi terapia), laser e microonde (radar terapia) e da apparecchiature a
raggi ultravioletti (lampade germicide, apparecchi per fototerapia - malattie
della pelle, ittero neo-natale e per indurimento di gessi in ortopedia e resine
in odontoiatria)”.
Si
sottolinea che è opportuno che il personale addetto “limiti la sosta e i tempi
di permanenza nelle aree dove sono in funzione tali apparecchiature, oltre ad
usare i
D.P.I.”.
Dopo
aver differenziato i rischi dell’elettromagnetismo a basse frequenze e ad alte
frequenze, l’Asl Cn2 si sofferma sul
laser,
una sorgente di radiazione non ionizzante diffusa ormai a tutti i livelli della
sperimentazione scientifica.
Si
ricorda che i rischi connessi al
laser
(acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) sono
relativi sia “alle caratteristiche intrinseche del fascio”, sia alle
apparecchiature che permettono di creare e mantenere questo tipo di radiazione.
E “l’interazione diretta con il fascio interessa in modo particolare occhi e
pelle; ad esempio, la radiazione
proveniente da un laser si focalizza sulla retina in un’immagine estremamente
ridotta, tanto che l’esposizione incidente viene aumentata di quasi 5 ordini di
grandezza, a causa dell’effetto di focalizzazione della retina stessa”.
Tuttavia
il laser può anche provocare ustioni e non bisogna dimenticare i pericoli
correlati alle apparecchiature elettriche di potenza elevata e alla difficile
controllabilità del materiale attivo quando è allo stato gassoso.
Dopo
aver richiamato l’importanza di una informazione e formazione adeguata sull’uso
delle apparecchiature per i laser, viene presentata la
classificazione dei laser. Una classificazione, in 4 classi di pericolosità
crescente, adottata dall’American National Standard Institute:
-
“
CLASSE 1 - Exempt Laser: Il fascio
laser è considerato innocuo in qualsiasi condizione d’uso. Questo perché la
radiazione emessa è sempre al disotto degli standard massimi consentiti (MPE,
Massima Esposizione Permessa);
-
CLASSE 2 - Low-Power, Visible,
Continuous-Wave Laser: i laser in questa classe possono emettere radiazione
pericolosa, tuttavia la loro potenza è sufficientemente bassa da consentire,
con una azione di riflesso, di evitare esposizioni inattese. Questo non esclude
la possibilità di riportare danni nel caso di esposizione prolungata
(‘prolungata’ qui significa maggiore di 0,25 secondi, tempo entro il quale si
ha riflesso incondizionato). Sono compresi in questa classe solo i laser ad
emissione continua e nel visibile, con potenza ≤ 1 mW;
-
CLASSE 3A - Medium Power Laser: i
laser con emissione nel visibile e una potenza in uscita fino a 5mW per i laser
in continua, o 5 volte il limite di classe 2 per i laser a impulsi ripetuti o a
scanning. Possono emettere radiazioni sia nel campo del visibile che in quello
del non visibile e i loro fasci non sono pericolosi se osservati direttamente
in maniera non continua, mentre lo possono diventare se si utilizzano strumenti
che amplificano e concentrano il fascio ottico (quali microscopi, binocoli,
ecc.);
-
CLASSE 3B - Medium Power Laser: i
laser di classe 3B hanno potenze medie comprese tra i limiti della classe 3A e
500 mW. I laser di classe 3B sono pericolosi per gli occhi se non protetti e
possono essere pericolosi per la pelle; anche le riflessioni diffuse da questi
sistemi possono essere pericolosi;
-
CLASSE 4 - High Power Laser: sono i
laser più pericolosi in quanto, oltre ad avere una potenza tale da causare seri
danni ad occhi e pelle anche se il fascio è diffuso, possono costituire un
potenziale rischio di incendio, causare
fuoruscita di materiale tossico e spesso il voltaggio e l’amperaggio di
alimentazione sono pericolosamente elevati. Molti tipi di laser sono contenuti
in strutture chiuse; in questo caso, la loro pericolosità viene calcolata sulla
base della radiazione effettivamente visibile all’esterno della struttura
stessa. Naturalmente il sistema deve essere protetto contro gli accessi
accidentali, da parte di personale non autorizzato, durante il funzionamento
dell’apparecchiatura”.
Infine
qualche informazione sulla
Risonanza
Magnetica Nucleare, quella tecnica radiologica che, “utilizzando proprietà
di alcuni nuclei atomici di emettere radiazioni elettromagnetiche, fornisce
immagini di sezioni trasverse dell’organismo umano secondo una rappresentazione
morfologica della distribuzione dell’acqua (atomi idrogenoidi)”.
Oltre
a elencare i possibili pericoli dei campi elettromagnetici (anche con
riferimento all’uso dei cellulari), l’Asl si sofferma sui
rischi in fase di approvvigionamento periodico di criogeno: il
rabbocco deve essere effettuato da ditta specializzata e “in questa delicata
fase il personale non addetto resterà a debita distanza di sicurezza (gli operai
della squadra di manutenzione provvederanno a transennare il percorso).
Infatti, in caso di fuoriuscita, il criogeno (che si trova ad una temperatura
di -273°C) potrebbe provocare ustioni e/o l’asfissia dei presenti”.
Inoltre
è necessario “adottare le
seguenti
precauzioni:
-
da parte degli operatori: Medici e
Tecnici addetti devono controllare che nei taschini dei camici non vi siano
presenti forbici, penne biro, clips, monete, ecc., che potrebbero deformare il campo magnetico alterando il
segnale, essere ‘trascinati’ all’interno del magnete (gantry) e/o colpire il
capo del paziente; personale di manutenzione deve utilizzare esclusivamente
attrezzi speciali amagnetici (dal colore ramato); personale ausiliario deve
utilizzare attrezzi testati per garantire l’assenza di parti ferromagnetiche e
non deve usare prodotti a base di cera sulla chiambrana (stipite, telaio, ndR)
della porta di accesso al sito, ecc...;
-
verso i pazienti: si devono
escludere da analisi RM persone portatrici
di pace-maker, di protesi dotate di circuiti elettronici, preparati
intracranici o comunque posizionati in prossimità di strutture anatomiche
vitali, clips vascolari o schegge in materiali ferromagnetici. Sarà comunque il
medico a valutare caso per caso, tutti gli elementi che possono concorrere alla
controindicazione all’esame”.
Concludiamo
ricordando che la sorveglianza fisica del personale esposto e dei locali “è
effettuata dal Fisico Responsabile”.
“ Principali rischi
in ambiente ospedaliero”, spazio online a cura del Servizio di Prevenzione e
Protezione dell’Azienda Sanitaria Locale Cn2 Alba-Bra.
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