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"Scandalo Sistri: scatta l'inchiesta della Procura di Napoli "
fonte www.insic.it / Ambiente
18/04/2013 - Ruota tutto intorno ad un 'affidamento diretto"
l'inchiesta che questa mattina ha portato a
22 arresti (et non 21 come erroneamente riferito in precedenza, ndr.) e
4 misure restrittive
per l'appalto 'Sistri' nato per la tracciabilità dei rifiuti. Per gli
inquirenti di Napoli la tesi è che "progettazione, l'esecuzione e
l'esecuzione dell'infrastruttura, così come la relativa gestione del
Sistri sia avvenuta in violazione della normativa sui contratti
pubblici".
Dubbi ci sono anche sulle "condizioni contrattuali accettate, in particolare i l rapporto tra il valore della fornitura di beni rispetto al costo di gestione dei servizi". Le indagini inoltre si sono concentrate sulla "legittimità del modulo contrattuale anche alla luce dei rapporti intercorsi tra soggetti legati alla società Finmeccanica e soggetti istituzionali impegnati nelle procedure di aggiudicazione e gestione del Sistri". Questo sistema, così come confermato gli investigatori, ha portato a un incasso di 70 milioni di euro.
Furono fatte 'pressioni' al ministero dell'Ambiente per ottenere "sanzioni nei confronti di associazioni inadempienti", ovvero che non si iscrivevano al 'Sistri'. E' quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali che fanno parte della mole di documenti che hanno portato all'emissione della misura restrittiva da parte del gip di Napoli per 22 persone.
In una delle telefonate, Sabatino Stornelli, allora amministratore delegato della Selex service management del gruppo Finmeccanica, si mostra preoccupato per il possibile blocco del progetto a causa di una bassa adesione delle imprese: "l'anno prossimo non scrive nessuno, non paga nessuno". Per gli inquirenti e per il gip, si "attivò per ottenere dal ministero dell'Ambiente sanzioni nei confronti delle imprese che non pagavano".
Corruzione, questa l'accusa contestata all'ex sottosegretario Carlo Malinconico finito agli arresti domiciliari nell'inchiesta sugli appalti legati al sistema di tracciabilità dei rifiuti 'Sistri'. Malinconico avrebbe, secondo l'accusa, ottenuto due contratti da 500 mila euro ciascuno a favore di società a lui riconducibili quando era consulente, nominato dal ministero dell'Ambiente, con il compito di esprimere un parere di regolarità tecnica del contratto a Selex management service per la realizzazione del 'Sistri', e un parere di congruità del prezzo stabilito.
Per i pm e il gip napoletani, Malinonico avrebbe accettato da Francesco Paolo Di Martino, imprenditore campano finito in carcere, e da Sabatino Stornelli, ad della Selex management, anche lui arrestato, "utilità consistite nella stipula di due contratti di consulenza giuridica da 500 mila euro ognuno". Il reato sarebbe stato commesso a Roma nel dicembre del 2009 in concorso con Di Martino e Stornelli - capo 59 dell'ordinanza di custodia cautelare.
Dubbi ci sono anche sulle "condizioni contrattuali accettate, in particolare i l rapporto tra il valore della fornitura di beni rispetto al costo di gestione dei servizi". Le indagini inoltre si sono concentrate sulla "legittimità del modulo contrattuale anche alla luce dei rapporti intercorsi tra soggetti legati alla società Finmeccanica e soggetti istituzionali impegnati nelle procedure di aggiudicazione e gestione del Sistri". Questo sistema, così come confermato gli investigatori, ha portato a un incasso di 70 milioni di euro.
Furono fatte 'pressioni' al ministero dell'Ambiente per ottenere "sanzioni nei confronti di associazioni inadempienti", ovvero che non si iscrivevano al 'Sistri'. E' quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali che fanno parte della mole di documenti che hanno portato all'emissione della misura restrittiva da parte del gip di Napoli per 22 persone.
In una delle telefonate, Sabatino Stornelli, allora amministratore delegato della Selex service management del gruppo Finmeccanica, si mostra preoccupato per il possibile blocco del progetto a causa di una bassa adesione delle imprese: "l'anno prossimo non scrive nessuno, non paga nessuno". Per gli inquirenti e per il gip, si "attivò per ottenere dal ministero dell'Ambiente sanzioni nei confronti delle imprese che non pagavano".
Corruzione, questa l'accusa contestata all'ex sottosegretario Carlo Malinconico finito agli arresti domiciliari nell'inchiesta sugli appalti legati al sistema di tracciabilità dei rifiuti 'Sistri'. Malinconico avrebbe, secondo l'accusa, ottenuto due contratti da 500 mila euro ciascuno a favore di società a lui riconducibili quando era consulente, nominato dal ministero dell'Ambiente, con il compito di esprimere un parere di regolarità tecnica del contratto a Selex management service per la realizzazione del 'Sistri', e un parere di congruità del prezzo stabilito.
Per i pm e il gip napoletani, Malinonico avrebbe accettato da Francesco Paolo Di Martino, imprenditore campano finito in carcere, e da Sabatino Stornelli, ad della Selex management, anche lui arrestato, "utilità consistite nella stipula di due contratti di consulenza giuridica da 500 mila euro ognuno". Il reato sarebbe stato commesso a Roma nel dicembre del 2009 in concorso con Di Martino e Stornelli - capo 59 dell'ordinanza di custodia cautelare.
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