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"Prevenire i disturbi muscolo-scheletrici tra gli igienisti dentali"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
02/05/2013 - I
disturbi muscolo-scheletrici (MSD) dovuti ai movimenti ripetitivi e al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori sono
una causa di inabilità nella popolazione lavorativa che ha ormai
superato, in frequenza, i pur diffusi traumi da infortunio.
In questo senso è necessario non solo valutare attentamente questi
rischi nelle attività lavorative che presentano movimenti ripetitivi, ma
anche applicare correttamente i
criteri dell’ergonomia.
Un intervento, pubblicato sul numero di aprile/giugno 2012 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia,
ci ricorda in particolare che i disturbi muscolo-scheletrici degli arti
superiori rappresentano una patologia occupazionale molto frequente tra
gli
igienisti dentali.
In “
Analisi ergonomica del manico di strumenti manuali per igiene dentale”
- a cura di Mario Migliario (Dipartimento di Medicina Clinica e
Sperimentale, Facoltà di Medicina, Università degli Studi del Piemonte
Orientale “Amedeo Avogadro”, Corso di Laurea in Igiene Dentale), Marco
Franchignoni e Libero Soldati (SC Odontoiatria e Stomatologia, AOU
Maggiore della Carità, Novara), Andrea Melle e Paola Carcieri (Corso di
Laurea in Igiene Dentale, Università degli Studi del Piemonte Orientale
“Amedeo Avogadro”) e Giorgio Ferriero (Servizio di Fisiatria
Occupazionale ed Ergonomia - Istituto Scientifico di Veruno, Fondazione
“Salvatore Maugeri”) – si sottolinea il rischio di sviluppare MSD agli
arti superiori è presente specialmente tra igienisti dentali di maggior
anzianità e sesso femminile.
In particolare, come risulta da diversi studi, “il corretto
posizionamento dell’operatore e del paziente assume un ruolo
fondamentale per un efficiente trattamento clinico, per prevenire
eventuali danni per il paziente e limitare i disturbi a carico dell’ apparato muscolo-scheletrico dell’operatore”.
Generalmente gli
strumenti manuali utilizzati sono
composti da un manico, con fogge e dimensioni diverse, un’estremità
lavorante (o lama) e un gambo che li collega. Ed è evidente che proprio
il modo in cui lo strumento è impugnato “influenza sia la procedura
clinica sia l’affaticamento dell’operatore e pertanto rappresenta un
importante
fattore di rischio per lo sviluppo di MSD”.
Proprio perché una presa corretta permette non solo un controllo positivo dello strumento, diminuendo il pericolo di trauma al paziente e migliorando la sensibilità tattile, ma previene anche la fatica per dita, polso e braccio dell’operatore, è stata fatta un’ analisi comparativa di tre differenti tipologie di manici di strumenti manuali utilizzati per la levigatura radicolare ( curettes di Gracey).
Proprio perché una presa corretta permette non solo un controllo positivo dello strumento, diminuendo il pericolo di trauma al paziente e migliorando la sensibilità tattile, ma previene anche la fatica per dita, polso e braccio dell’operatore, è stata fatta un’ analisi comparativa di tre differenti tipologie di manici di strumenti manuali utilizzati per la levigatura radicolare ( curettes di Gracey).
La
comparazione è avvenuta dopo una preventiva
valutazione delle caratteristiche fisiche dei manici degli
strumenti testati (“sezione, struttura interna, superficie, materiale, diametro
e peso totale”) e attraverso la raccolta delle
preferenze soggettive espresse (“percezione di efficacia,
sicurezza, comfort, accettabilità generale”) dagli igienisti dentali che li
hanno utilizzati durante l’attività clinica.
Queste
alcune caratteristiche delle
tre
tipologie di manico:
-
tipo A: sezione cilindrica uniforme,
struttura interna piena, superficie liscia, materiale acciaio chirurgico, peso
20,4 grammi, diametro 6 mm;
-
tipo B: sezione cilindrica uniforme,
struttura interna vuota, superficie zigrinata e ruvida, materiale acciaio
chirurgico, peso 14,5 grammi, diametro 10 mm;
-
tipo C: sezione cilindrica non
uniforme, struttura interna piena rivestita, superficie ricoperta da materiale
antiscivolo, materiale acciaio rivestito di silicone, peso 14 grammi, diametro
8,5-11,5 mm.
Dall’analisi
dei dati raccolti in questo studio è stato possibile ricavare alcune
indicazioni sul “gradimento delle caratteristiche fisiche dei manici e sulla
percezione soggettiva di ‘usabilità’ (in termini di agio e soddisfazione) degli
strumenti manuali per la rimozione del tartaro e la levigatura delle radici
degli elementi dentali”.
Riguardo
alla
valutazione delle caratteristiche
fisiche degli strumenti “i punteggi mediani migliori sono stati ottenuti
dalla superficie rivestita in silicone e dai due strumenti con diametro
maggiore”. Per quanto riguarda invece le preferenze soggettive “i punteggi
migliori di efficacia percepita, sicurezza e comfort sono stati quelli dati al
manico C, che ha condiviso con il manico B il punteggio mediano più alto come
accettabilità generale”.
E
l’osservazione delle videoregistrazioni delle attività lavorative svolte “ha
permesso di rilevare una notevole variabilità delle procedure di lavoro, della
scelta degli strumenti e delle posture di tronco e
arti superiori
assunte durante lo svolgimento dell’attività”.
I
risultati ottenuti nel presente lavoro sono in linea con altri già pubblicati
(Simmer-Beck e Branson) che consigliano “
l’utilizzo
di strumenti per l’igiene dentale di diametro 10 mm e peso 10 gr o meno”
(altri studi concordano sul diametro, ma prediligono strumenti di peso
maggiore).
Tra
l’altro dalla letteratura si evince che “impugnature di diametro compreso tra 6
e 8 mm richiedono una consistente forza muscolare per governarne la funzione,
per cui l’uso prolungato può indurre un sovraccarico dei tendini e dei muscoli
estrinseci e intrinseci della mano”. Mentre
“impugnature di maggior diametro possono limitare l’accessibilità alle
regioni posteriori della bocca”.
In
ogni caso si può dedurre “che, in generale,
tutti gli utensili dovrebbero adattarsi il più possibile alle
dimensioni e alla funzionalità della mano di ogni singolo operatore e
consentire di svolgere il lavoro mantenendo il più possibile il polso in
posizione neutra, disponendo di prese ferme e leve vantaggiose specie quando le
specifiche attività richiedono molta forza”. E poiché non esistono strumenti di
validità universale per il “trattamento dei vari elementi dentali nelle diverse
aree del cavo orale”, i set “dovrebbero
contenere strumenti di diametro diverso, all’interno dei parametri ottimali
descritti, così da permettere di variare l’attività dei muscoli coinvolti con
riduzione del rischio di insorgenza di disturbi muscolo-scheletrici locali”.
Le
strategie da adottare nella tutela
della salute degli operatori “devono comprendere l’
educazione alla corretta programmazione del lavoro e alla
prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici”.
E l’ ergonomia
professionale
può indirizzare le scelte degli igienisti dentali “su uno strumentario adeguato
e sulla sua utilizzazione pratica, alternando frequentemente strumenti di
diametro diverso a seconda della tipologia di risultato” , senza “tralasciare
la ricerca della migliore posizione di lavoro (posizione operatore/ posizione
paziente/ illuminazione)”.
La
formazione deve affrontare in
particolare “l’identificazione delle pratiche lavorative correlate ai disordini
muscolo-scheletrici, dei relativi fattori di rischio e dei principi di
auto-valutazione” ed è bene che sia svolta direttamente sul posto di lavoro.
Il
lavoro pubblicato sul Giornale Italiano
di Medicina del Lavoro ed Ergonomia si conclude con l’
auspicio che l’educazione ai temi
ergonomici “sia introdotta intensivamente già nella
formazione di base, per essere poi ripresa periodicamente durante
il piano di studi e proseguita nell’aggiornamento post-laurea”.
Inoltre
si auspica che le
case produttrici
dello strumentario manuale recepiscano l’importanza di una progettazione che
tenga conto delle variabilità individuali e delle esigenze dei singoli
operatori e “non solo di ‘colori raffinati’ e ‘design accattivante’”,
contribuendo così alla riduzione dei fattori di rischio responsabili
dell’insorgenza di disturbi
muscolo-scheletrici di origine lavorativa.
“ Analisi ergonomica
del manico di strumenti manuali per igiene dentale”, a cura di Mario
Migliario (Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Facoltà di
Medicina, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Corso di Laurea in Igiene Dentale), Marco
Franchignoni e Libero Soldati (SC Odontoiatria e Stomatologia, AOU Maggiore
della Carità, Novara), Andrea Melle e
Paola Carcieri (Corso di Laurea in Igiene Dentale, Università degli Studi del
Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Novara ) e Giorgio Ferriero (Servizio di
Fisiatria Occupazionale ed Ergonomia - Istituto Scientifico di Veruno,
Fondazione “Salvatore Maugeri”), in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed
Ergonomia, volume XXXIV - n. 2 - aprile/giugno 2012 (formato PDF, 264 kB).
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