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"L'esposizione ad agenti chimici nel settore acconciatura"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
03/05/2013 - PuntoSicuro si è soffermata in passata più volte sulle attività relative ai “ servizi alla persona” e, in particolare, sui
rischi professionali dei parrucchieri.
Rischi che ancora oggi non sono sempre tenuti nella giusta
considerazione, malgrado la pubblicazione di documenti l’opuscolo Inail “
Il rischio chimico nel settore acconciatura”.
Per fornire ulteriori informazioni e favorire una consapevole
percezione del rischio in questo settore, presentiamo brevemente un
vecchio documento (fa ancora riferimento alla legge 626/1994) che
riporta utili consigli per la valutazione dei rischi e per le misure di prevenzione nel
settore acconciatura.
Pubblicato sul sito marcheinsalute.it, portale della sanità nella Regione Marche, il documento “
L'esposizione ad agenti chimici nel settore acconciatori. Proposta di un modello di valutazione del rischio” presenta una metodologia di valutazione del rischio di
esposizione ad agenti chimici che
si sviluppa “attraverso una fase preliminare di conoscenza della realtà
lavorativa” che prevede “l'acquisizione di informazioni generali e la
raccolta della documentazione ritenuta necessaria ai fini della
sicurezza e dell' igiene del lavoro”.
Sono stati esaminati i seguenti aspetti:
- “ciclo di lavorazione e tecniche ad esso correlate;
- mansioni in essere e personale preposto allo svolgimento delle attività;
- sostanze e preparati chimici utilizzati e/o derivanti dalle attività lavorative”.
In una fase successiva sono stati focalizzati altri “
elementi significativi, quali:
- grado di affluenza della clientela;
- tipologia delle prestazioni più richieste;
- consumi di prodotti cosmetici;
- tipo e durata dell' esposizione;
- gruppi di lavoratori ad esposizione equivalente;
- circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza degli agenti chimici”.
Con
riferimento alla
valutazione del rischio
si indica che nello svolgimento delle varie attività gli addetti del settore
acconciature “sono prevalentemente esposti, a causa del continuo contatto della
pelle con preparati cosmetici, al
rischio
di assorbimento cutaneo delle sostanze chimiche contenute nei formulati.
Questo rischio può variare a seconda del grado di permeabilità della cute e del
contesto in cui le attività vengono eseguite. Infatti molto spesso la
manipolazione dei vari prodotti avviene in presenza di acqua e a temperature
superiori a quella ambientale (basti pensare al lavaggio della testa) ed è noto
che fattori esterni, quali l'umidità, la temperatura, il pH del prodotto
utilizzato, oltre a fattori intrinseci, quali la presenza di lesioni cutanee
e/o di processi infiammatori-irritativi, contribuiscono a danneggiare o
impoverire il mantello idrolipidico e lo strato corneo della pelle,
favorendone, anche per sinergia, l'attraversamento da parte di sostanze
estranee”.
Tra
le conseguenze più importanti di questo assorbimento c’è il “manifestarsi di
fenomeni irritativi e sensibilizzanti
(allergici) soprattutto a livello degli arti superiori, mani e avambracci, che
costituiscono le parti del corpo maggiormente interessate dal contatto.
Sensibilizzazioni della cute possono essere attribuibili anche al solfato di
nichel, che può venire a formarsi in seguito a cessione del metallo da parte
degli usuali strumenti di lavoro nichelati (forbici, pinze per capelli,
mollette, ...) in un ambiente acquoso contenente solfati rilasciati dagli
stessi prodotti cosmetici. Inoltre, nel caso di utilizzo di guanti in lattice
di gomma, non è da escludersi l'innesco di reazioni allergiche ad opera delle
proteine vegetali contenute nel lattice stesso e delle polveri lubrificanti
presenti all'interno del guanto”.
Il
documento si sofferma anche sull’
esposizione inalatoria.
In
questo caso le fasi più critiche “sono costituite dal trattamento colorante e
decolorante (soprattutto nel caso di utilizzo di prodotti ossidanti in
polvere), dal trattamento permanente (causa l'utilizzo di prodotti ammoniacali
e tiolici), e dalle operazioni di styling (basate sull'impiego, più o meno
massiccio, di prodotti spray)”. E la letteratura in materia “evidenzia la
presenza di disturbi a carico delle vie aeree superiori e inferiori quali
rinite, tosse stizzosa, tosse con catarro, bronchite cronica, fenomeni asmatici”.
Il
documento indica poi che tra gli addetti al comparto sussiste la possibilità
concreta di esposizione a sostanze cancerogene, probabili cancerogene e
supposte cancerogene.
Ricordando
che il documento si sofferma sull’esposizione ad agenti chimici in
quattro diverse fasi (lavaggio,
modifica del colore del capello, modifica della forma del capello e lavori
stilistici), riportiamo alcune
misure di
prevenzione e protezione attuabili in conseguenza della valutazione
effettuata.
Prodotti chimici:
-
“utilizzo esclusivo di prodotti professionali rispondenti ai requisiti di
etichettatura previsti dalle norme vigenti;
-
impiego, limitato ad alcuni prodotti coloranti, di preparati già pronti
all’uso;
-
utilizzo razionale dei prodotti cosmetici, secondo quantità e concentrazioni
limitate all’indispensabile;
-
conservazione dei prodotti cosmetici in luoghi freschi, asciutti e ben aerati,
lontano da fonti di calore e da apparecchi elettrici in funzione.
Informazione:
-
controllo delle caratteristiche del prodotto riportate sulle istruzioni
contenute nelle confezioni e, qualora disponibile, nel fascicolo tecnico
divulgato dalla casa produttrice;
-
controllo delle modalità di utilizzo del preparato cosmetico, come da
specifiche istruzioni impartite dalla casa produttrice;
-
informazione degli operatori sui rischi connessi all’impiego dei prodotti
cosmetici, sul divieto di miscelare i preparati con altri prodotti o con
prodotti similari appartenenti ad altre case produttrici o con sostanze diverse
non previste nelle specifiche istruzioni, sulle norme igieniche e di sicurezza
da rispettare, sulle pratiche di intervento in caso di manipolazione non
corretta.
Addestramento:
-
affiancamento dei lavoratori neoassunti da parte di personale esperto e
qualificato.
Strumenti di lavoro:
-
impiego privilegiato di strumenti di lavoro esenti da nichel.
Aree di lavoro:
-
predisposizione di area di lavoro adibita al dosaggio e miscelazione dei vari
prodotti, sufficientemente distante dalle postazioni di lavaggio e situata in prossimità
di superfici finestrate fruibili”.
Queste
le
misure di protezione:
-
“protezione delle mani con applicazione di creme barriera;
- utilizzo di guanti impermeabili di
plastica (PE, PVC) monouso;
-
utilizzo di guanti in lattice di gomma, monouso;
-
cura dell’integrità cutanea delle mani mediante lavaggio accurato dopo
l’impiego dei prodotti;
-
lavaggio accurato, anche mediante sterilizzazione, degli attrezzi di lavoro
venuti a contatto con i prodotti impiegati”.
Concludiamo
ricordando che – come indicato nel documento -“la valutazione qualitativa del
contributo offerto da ogni singolo elemento al livello potenziale di rischio”
ha condotto alla rilevazione di un
rischio
non moderato per le quattro fasi analizzate.
NB: Il documento
presentato è precedente all’entrata in vigore del Decreto legislativo 81/2008
per cui la normativa indicata non è più vigente. Tuttavia offre utili
suggerimenti per la prevenzione di incidenti e malattie professionali per gli
operatori del comparto.
“ L'esposizione
ad agenti chimici nel settore acconciatori. Proposta di un modello di
valutazione del rischio”, documento pubblicato sul Portale della sanità nella
Regione Marche (formato PDF, 86 kB).
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