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"Inail: la defibrillazione precoce nei luoghi di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
22/05/2013 - Più volte la rubrica “Imparare dagli errori” si è soffermata sugli
arresti cardiaci, sugli infarti avvenuti nei luoghi di lavoro. E, come per tanti infortuni di lavoro, l’esito dell’ arresto cardiaco dipende anche dalla prontezza e dall’efficacia dei primi soccorsi che possono fare la differenza tra la vita e la morte.
A ricordacelo è un factsheet prodotto dal Dipartimento di Medicina
del Lavoro dell’INAIL, uno strumento di facile consultazione ideato per
sensibilizzare su specifiche tematiche emergenti in tema di tutela della
salute e benessere dei lavoratori.
In “
La defibrillazione precoce nei luoghi di lavoro”
si sottolinea che in Italia “si registrano ogni anno circa 60.000
decessi per morte cardiaca improvvisa, di cui la maggior parte provocate
dalla fibrillazione ventricolare, grave aritmia cardiaca che si risolve
solo applicando una scarica elettrica al cuore”. E in caso di arresto
cardiaco i tempi di intervento devono essere brevi: “in assenza di
un’adeguata e tempestiva risposta all’emergenza, il tasso di
sopravvivenza è basso” (7,9% secondo l’American Heart Association).
Il riconoscimento rapido dell’emergenza, l’inizio immediato della rianimazione cardiopolmonare e l’uso del
Defibrillatore Semiautomatico (DAE)
entro 5 minuti dalla perdita di coscienza portano invece a un
“rilevante incremento del tasso di sopravvivenza. Ogni minuto che passa
dall’inizio dell’arresto cardiaco fa scendere del 10% circa le
probabilità di successo della scarica elettrica e dopo dieci minuti i
danni subiti a livello cerebrale diventano irreversibili”.
Il DAE ( defibrillatore semiautomatico) è un apparecchio “intelligente” che
“riconosce la fibrillazione ventricolare e con uno shock elettrico la
interrompe. L’apparecchio è in grado di riconoscere il ritmo defibrillabile
senza possibilità di errore”.
Secondo la Legge 120/2001 può essere utilizzato anche da
personale non sanitario, purché formato. E la formazione del soccorritore è
garantita dal superamento di un corso (BLSDa) della durata di 5 ore, con
caratteristiche internazionalmente convenute (Linee Guida ERC 2010).
Proprio perché i soccorsi difficilmente arrivano entro
cinque minuti dalla perdita di coscienza, ricordiamo che la Regione Lombardia ha approvato con Deliberazione n. IX/4717 del 23 gennaio 2013 il documento “ Aggiornamento delle Linee Guida regionali
sull’utilizzo dei defibrillatori semi-automatici esterni (DAE) e
sull’attivazione dei progetti di defibrillazione semi-automatica sul territorio
(PAD)”.
Tale aggiornamento, successivo ad un precedente documento
sul tema approvato con
D.G.R. n.
VII/10306 del 16 settembre 2002, raccoglie alcune importanti
raccomandazioni sulla
collocazione dei
DAE:
- è obbligatoria la presenza di un DAE operativo su ogni
Mezzo di Soccorso di Base (MSB) e
Intermedio (MSI) inserito nel sistema
di emergenza sanitaria regionale;
- è obbligatoria la presenza di un DAE operativo sui
mezzi di soccorso che prestano
assistenza a manifestazioni sportive o eventi organizzati per i quali è
prevista dalla normativa vigente o da regolamenti specifici un’ assistenza
sanitaria;
- è obbligatoria la presenza di un DAE presso
Società Sportive sia professionistiche che
dilettantistiche e all’interno di
impianti
sportivi, secondo quanto previsto dal Decreto Legge Sanità n. 158 (13
settembre 2012) nonché durante lo svolgimento delle attività sportive;
- è obbligatoria la presenza di un DAE sui mezzi deputati al
trasporto sanitario e sanitario
semplice soltanto per i soggetti che beneficiano dell’assegnazione delle
predette apparecchiature, nei termini e con le modalità di cui al Decreto
Ministeriale del 18 marzo 2011 (...);
- è fortemente raccomandata la presenza di un DAE nelle
strutture sanitarie e socio-sanitarie,
pubbliche e private, accreditate o autorizzate, ove non sia già presente una
risposta all’emergenza, strutturata o istituzionalizzata, che preveda l’impiego
di un defibrillatore;
- è utile la presenza di un DAE nelle strutture, fisse e/o
mobili, nell'ambito di istituzioni coinvolte nella gestione dell'ordine
pubblico e dell'emergenza (...);
- è fortemente raccomandata la presenza di un DAE in
ambienti ad elevata densità di popolazione
(aeroporti, stazioni marittime, stazioni ferroviarie, metropolitane, stadi,
ipermercati, centri commerciali, hotel, ecc.);
- è utile la presenza di un DAE in luoghi pubblici non
rapidamente raggiungibili dal sistema di emergenza (p. es. treni, aerei, navi,
imbarcazioni, ecc) (...);
- è obbligatoria la presenza di un DAE nei luoghi facenti
parte di un progetto PAD strutturato e autorizzato (i PAD sono progetti di
defibrillazione precoce semi-automatica);
- è utile la presenza di un DAE negli ambulatori delle strutture
sanitarie (se non rapidamente ottenibile nella stessa struttura sanitaria) e
nelle strutture ambulatoriali (studi medici, ambulatori dentistici, ambulatori
delle ASL, ecc.);
- è accettabile la presenza di un DAE in
ambito domiciliare, per quanto riguarda
il domicilio di pazienti potenzialmente a rischio di morte cardiaca improvvisa,
anche se non vi sono dati di letteratura a supporto di questa possibilità.
Tornando al documento dell’INAIL, segnaliamo i
fattori lavorativi che contribuiscono ad
aggravare le malattie cardiovascolari: ad esempio “il contatto con alcune
sostanze (come il monossido di carbonio e il piombo), l’asfissia da inalazione
di gas tossici, le condizioni lavorative stressanti, l’esposizione al caldo o
al freddo estremi, lo sforzo fisico eccessivo”, ...
Esistono poi dei fattori di rischio professionali come
l’elettrocuzione “che portano alla fibrillazione ventricolare e quindi
all’arresto cardiaco”.
I luoghi di lavoro che prevedono l’utilizzo del DAE in caso
di necessità, aumentano la
sicurezza dei
lavoratori: “il lavoratore può subire un attacco cardiaco improvviso
durante l’orario di lavoro e, nel caso di fibrillazione ventricolare, l’unico
intervento utile è la defibrillazione attraverso shock elettrico”.
E, come indicato anche dalla Regione Lombardia, è importante
incrementare la rete di accesso pubblico
alla defibrillazione precoce. Ad esempio posizionando il DAE nei luoghi di
transito e di permanenza di molte persone: “centri commerciali, grandi supermercati,
aeroporti, stazioni, impianti sportivi, uffici aperti al pubblico,
scuole”, ...
Concludiamo con alcuni
consigli
utili per “permettere l’intervento
in economia e qualità” negli ambienti lavorativi:
-
formare il
personale addetto: “il percorso didattico specifico può essere facilmente
integrato con i corsi di formazione per addetti al Primo Soccorso, obbligatori
per legge, nei quali è previsto un modulo specifico per l’emergenza e la
rianimazione cardiopolmonare (D.M. 388/03);
-
rendere accessibile
il DAE: il DAE può essere posizionato in qualsiasi luogo di lavoro, in
maniera tale da garantire l’intervento entro 5 minuti”.
Riguardo ai luoghi di lavoro, il DAE è particolarmente
consigliato:
- “nelle aree dove sono presenti apparecchi elettrici;
- nei luoghi di lavoro all’aperto, dove possono cadere
fulmini o dove si lavora su linee elettriche;
- in zone isolate dove è più difficile far arrivare i
soccorsi come impianti di perforazione, cantieri di costruzione, piattaforme
marine ecc.;
- in luoghi di transito o permanenza di molte persone”.
Per garantire un accesso rapido, “è necessario che sia
chiara a tutti, sia ai lavoratori che ai visitatori, la presenza di un
defibrillatore”. Per questo motivo esiste un segnale universale del DAE che può
essere combinato con frecce che indicano la presenza del più vicino
apparecchio.
Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, “ La defibrillazione
precoce nei luoghi di lavoro”, factsheet, edizione 2012 (formato
PDF, 865 kB).
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