"Inarcassa insostenibile, parte la protesta di Architetti e Ingegneri"
fonte www.lavoripubblici.it / Normativa
Dall'1 gennaio 2013 è entrata in vigore la nuova Riforma Previdenziale per Architetti e Ingegneri che segna il passaggio al metodo contributivo che prevede:
- un contributo soggettivo obbligatorio calcolato applicando una sola aliquota fino a concorrenza del massimale contributivo. In particolare l'aliquota ordinaria è passata dal 13,5% al 14,5% con un contributo minimo aumentato da € 1.645,00 a € 2.250,00 ( aumento del 36,8% circa);
- un contributo integrativo che tutti gli iscritti all'Albo degli Ingegneri o all'Albo degli Architetti P.P.C. devono applicare una maggiorazione percentuale del 4% su tutti i corrispettivi rientranti nel volume annuale d'affari professionale ai fini dell'I.V.A., e versarne ad INARCASSA l'ammontare indipendentemente dall'effettivo pagamento da parte del debitore. La maggiorazione è ripetibile nei confronti di quest'ultimo. Con la riforma il contributo minimo è aumentato da € 375,00 a € 660,00 ( aumento del 76!).
In pratica anche un piccolo professionista o un giovane appena entrato
nel mondo del lavoro, dovranno versare ogni anno ad Inarcassa un
contributo minimo di € 2.910,00 (pari a € 242,50 al mese).
E' così partita dal mondo delle professioni una protesta contro un
aumento ritenuto assolutamente controcorrente oltre che dannoso, che
costringerà più di un professionista a prendere in seria considerazione
l'ipotesi di chiudere o preferire il lavoro subordinato alla libera
attività intellettuale.
La parte "istituzionale" e "politica" delle professioni costituita dai
Consigli Nazionali di Architetti e Ingegneri ha inviato una lettera al
Presidente di Inarcassa Arch. Paola Muratorio in cui hanno pregato di
capire il momento di grave sofferenza dei propri iscritti ed in generale
quello del Paese, chiedendo di intraprendere delle iniziative
"atte a ridurre,
sia pur temporaneamente, gli oneri a carico degli iscritti, tra cui un temporaneo congelamento dell'aumento dei contributi minimi."
Da segnalare la nota inviata dall'Ordine degli Architetti P.P.C. di
Messina che, dopo aver mostrato l'insostenibilità dei contributi
Inarcassa, ha formulato una proposta che verrebbe incontro alle
impellenti esigenze degli iscritti. In particolare:
- abolizione del contributo minimo perché con l'avvento del sistema contributivo sarebbe corretto prevedere il versamento di una aliquota rapportata a ciò che realmente si guadagna;
- sospensione del versamento dei contributi previdenziali per 24 mesi;
- regolarizzazione automatica dei contributi non pagati negli anni trascorsi, attraverso la rateizzazione in 10 anni dell'importo dovuto;
- regolarizzazione dei contributi attraverso la volontaria cessione del credito;
- allungamento dei termini di pagamento con interessi da applicare con un tasso non superiore a quello legale o a quello del rendimento obiettivo medio di Inarcassa ovvero a quello di capitalizzazione dei contributi.
Segnaliamo, inoltre, la protesta degli Ordini degli Architetti e
Ingegneri di Lecce che si sono schierati al fianco di un gruppo di
professionisti salentini capeggiati dagli architetti
Claudio Marasco e
Valeria Solazzo che hanno fatto partire una petizione che ha già raggiunto oltre 1.800 firme contro l'aumento dei contributi Inarcassa (
firma la petizine on line). In tal senso il Presidente degli Ingegneri di Lecce
Daniele De Fabrizio ha definito tali aumenti
vergognosi e inaccettabili
mentre il l'Ordine degli Architetti di Lecce ha proposto una
sospensione per 24 mesi del versamento dei contributi. Sull'argomento è
stato organizzato un incontro che si terrà il 24 maggio 2013 alle 16.30
presso la sede dell'Ordine degli Architetti di Lecce per discutere sui
possibili rimedi e proposte.
Per ultimo segnaliamo la delibera Inarcassa del 15 maggio 2013 con cui è stato deciso:
- di differire la scadenza della prima rata dei minimi 2013 dal 30/06 al 31/07/2013;
- di concedere agli ingegneri ed architetti iscritti, che non beneficino di riduzioni e/o frazionamenti dei contributi minimi e che ritengono di conseguire nell'anno 2013 un reddito pari od inferiore a €. 15.000,00, di poter versare, alle scadenze del 31/7 e del 30/09/2013, unitamente al contributo di maternità previsto per il 2013, quale acconto sui contributi minimi, gli stessi importi dei contributi minimi dell'anno 2012. Il versamento della differenza dovuta - pari ad € 890,00 - viene differito alla data del 31/10/2016 con l'applicazione di un interesse dilatorio nella misura del 3% fisso annuo. Coloro che intendono fruire di detta agevolazione devono presentare domanda entro e non oltre il 30/06/2013;
- agli iscritti che si fossero avvalsi di tale agevolazione, nel caso in cui all'atto della presentazione della dichiarazione per l'anno 2013, il valore del reddito 2013 risultasse tale da comportare il pagamento di un conguaglio a saldo, l'importo dilazionato dei contributi minimi 2013 dovrà essere corrisposto unitamente al saldo entro il termine ordinario. In tal caso sull'importo di € 890,00 sarà applicato l'interesse del 4,5% fisso annuo;
- agli iscritti che, dopo essersi avvalsi di tale agevolazione, non rispettino anche solo una delle scadenze previste, l'agevolazione decadrà e saranno conseguentemente posti in riscossione gli importi dovuti per il 2013, maggiorati delle sanzioni e degli interessi previsti dalle norme vigenti in caso di inadempienza.
Lo stanziamento complessivo del monte contributi rateizzabile per il
2013, unito a quello oggetto di rateazione delle annualità 2011, 2012 e
2013, ammonta ad € 150.000.000,00 e l'agevolazione di cui sopra è
applicabile comunque entro il termine del 31/12/2013.
Con la delibera si è, infine, deciso, fermo restando i piani di
rateazione già concessi e tuttora validi, nonché la valenza degli
istituti di concessione dei piani di rateazione in essere, di concedere
agli ingegneri ed architetti iscritti una rateazione straordinaria
applicabile agli importi relativi alle annualità 2011, 2012 e 2013,
secondo le seguenti modalità:
- l'istanza deve essere presentata entro e non oltre il 30/06/2013;
- il debito complessivo rateizzabile deve essere di importo superiore ad € 2.000 e inferiore ad € 40.000;
- la durata massima del piano di rateazione è fissata in trentasei mesi con rate quadrimestrali posticipate di pari importo ed applicazione dell'interesse annuo del 4,5% fermo restando che il saldo dell'onere complessivo della rateazione deve avvenire entro la data di decorrenza del trattamento pensionistico;
- agli iscritti che, dopo essersi avvalsi di tale agevolazione, non rispettino anche solo una delle scadenze previste, l'agevolazione decadrà e saranno conseguentemente posti in riscossione gli importi dovuti per le annualità rateizzate, maggiorati delle sanzioni e degli interessi previsti dalle norme vigenti in caso di inadempienza.
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