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"Imparare dagli errori: quando le cataste non sono stabili"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
23/05/2013 - Le strategie di prevenzione degli incidenti correlati alle attività di stoccaggio e accatastamento sono
molto simili qualunque sia la merce, il prodotto o la sostanza da
accatastare: è necessario avere le adeguate competenze e le adeguate
informazioni per evitare infortuni.
Questo vale anche per l’
accatastamento delle rotoballe,
le balle cilindriche di foraggio avvolte su stesse e legate tramite
filo o rete in plastica di cui abbiamo parlato in una precedente puntata
di “ Imparare dagli errori”.
Come sempre gli incidenti che presentiamo sono relativi alle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il
primo caso è relativo al coordinamento, da parte di un titolare di
un’azienda agricola, delle
operazioni di
scarico di rotoballe in fieno accatastate sotto un portico.
L'operazione di scarico è effettuata
con l'ausilio di un mezzo meccanico manovrato da un lavoratore di un’altra azienda.
Le rotoballe sono stoccate in colonne da cinque unità ciascuna per un'altezza
complessiva di circa sei metri. Il lavoratore con il mezzo meccanico dotato di
apposite forche inforca le rotoballe partendo da quelle poste più in alto e
portandole a piano campagna dove il titolare provvede a liberarle dalle
legature e quindi avviarle alla trinciatura. Tuttavia il titolare svolge le
operazioni incautamente a ridosso delle file di rotoballe da movimentare. Il
lavoratore decide di prelevare le rotoballe dalla fila immediatamente
successiva a quella a ridosso del titolare: segnatamente dalla fila centrale
delle tre stoccate in quella campata di portico; in tal modo da creare un vuoto
al centro per consentire, in caso di perdita di stabilità delle rotoballe la
caduta al centro delle stesse. Il lavoratore estrae contemporaneamente la terza
e la quarta rotoballa e non nota alcun movimento di oscillazione nelle file
adiacenti quando, improvvisamente, la fila esterna vicina al titolare si
inclina e una rotoballa lo colpisce: nella caduta a terra batte violentemente
la nuca sulla pavimentazione in cemento del portico.
Al di là della stabilità delle
cataste è evidente che l’infortunato si è comunque collocato “in posizione
molto pericolosa”.
Il
secondo caso affronta un incidente avvenuto in un magazzino di
deposito di rotoballe di fieno.
Le rotoballe sono accatastate
sino a 5 per pila. L'infortunato è visto, da un testimone e dalla moglie,
movimentarle con un trattore
dotato di forche.
Viene trovato a terra, di fianco
al trattore spento, schiacciato da una rotoballa caduta, assieme ad altre 2, da
una pila. La caduta è stata probabilmente causata dall'instabilità
dell'impilaggio. Il peso di una rotoballa è di 400 kg.
Anche il
terzo caso ha come infortunato il titolare di un’azienda agricola.
Il titolare si trova sotto una
tettoia dove sta sistemando del fieno compresso. L’operazione consiste nel
sistemare a terra una pedana e caricare su di essa, con l’ausilio di un
trattore dotato di pala elevatrice, alcune rotoballe cilindriche disposte in
senso verticale. Mentre l’infortunato è a terra per preparare l’area dove
sistemare altre rotoballe, improvvisamente l’ultimo elemento, non correttamente
collocato, si sbilancia e cade investendolo e causandone il decesso per
schiacciamento.
Due le cause dell’incidente:
- rotoballe
di fieno mal accatastate;
- il lavoratore si pone in zona
pericolosa senza precauzioni.
La prevenzione
Per avere suggerimenti e
indicazioni in merito allo
scarico,
trasporto, deposito e accatastamento delle rotoballe possiamo fare
riferimento ad una vecchia scheda, precedente all’emanazione del D.Lgs.
81/2008, prodotta dalla Regione Piemonte.
Il documento “
Sicurezza in agricoltura. Movimentazione e
deposito rotoballe” - appartenente alla collana dei Quaderni di Prevenzione
e curato dal Gruppo di Lavoro Regionale “Sicurezza in Agricoltura” con la
collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Indica che le rotoballe
hanno un peso che orientativamente può variare dai 3 agli 8/10 quintali
cadauna. Se vengono sovrapposte “possono verificarsi problemi di instabilità
dovuti al loro posizionamento non corretto, alla diversa densità fra la parte
interna ed esterna della balla e, nel caso di rotoballe semisecche fasciate
(insilate), al peso elevato”.
Riguardo allo
scarico della rotoballa sul terreno è
bene che “prima di scaricare la balla dalla rotoimballatrice, l'operatore
valuti la possibilità che la balla non si stabilizzi sul terreno.
L'effettuazione dello scarico su terreni di collina o montagna ha talora
comportato il rotolamento della balla con conseguenti rischi a terzi”.
La scheda si sofferma sulle
modalità corrette per effettuare il carico e lo scarico dai rimorchi.
Riguardo al
trasporto si suggerisce di evitare di sovrapporre in modo instabile
le rotoballe: utilizzare sempre idonei sistemi di legatura ed ancoraggio del
carico. “Nessuno deve salire sul carro a fianco delle balle o addirittura sopra
di esse durante il trasporto. Prestare particolare attenzione alla stabilità
del carico durante il superamento di fossi o scarpate”.
Riguardo poi al
deposito delle rotoballe sono generalmente
utilizzati due sistemi di accatastamento delle rotoballe:
-
accatastamento a "colonne", poggiandole a terra facendo
combaciare le parti piane;
-
accatastamento a "rotoli", poggiandole al suolo con la
parte curva a file soprastanti e sfalsate.
L’
accatastamento a colonne “permette di utilizzare maggiormente lo
spazio disponibile ed è preferita per sistemazioni sotto capannoni e tettoie”.
Tuttavia a livello preventivo il
gruppo di lavoro regionale fa notare “che la stabilità delle colonne non è
elevata e si ovvia, pertanto, fornendo loro un certo ‘piede’ e poggiandole a
parti fisse (murature) o accostandole reciprocamente. Le condizioni di pericolo
sono tanto più elevate quante più balle si sovrappongono, fino a diventare
molto elevate oltre le 4 unità (circa 5 - 6 metri)”. Tra l’altro non si deve
dimenticare “che le murature, specie di vecchi fabbricati, non sempre resistono
alle spinte orizzontali trasmesse dalle colonne di rotoballe o dalle forche in
fase di inserimento”.
Inoltre una grave situazione di
rischio “si verifica al
prelevamento
delle balle dalla colonna, infatti gli assestamenti dovuti ai carichi, alle
reciproche spinte ed alla stessa azione di inserimento delle forche, ne possono
provocare la caduta. Si tenga presente che l’inserimento delle forche è
un’operazione che richiede una notevole precisione per il loro posizionamento
tra le rotoballe. E' purtroppo diffusa la pratica di assistere da terra il trattorista
dando indicazioni e ponendosi in una situazione di grave pericolo. L'esperienza
ha insegnato, infine, che in caso di caduta di una balla da media altezza non è
possibile fare totale affidamento sulla struttura di
protezione della trattrice (ROPS) in quanto la balla, normalmente, tende a
cadere sul parabrezza”.
L’
accatastamento a rotoli “fornisce maggiori garanzie di stabilità a
patto che siano adottati alcuni
accorgimenti
fondamentali:
- porre ai lati delle balle
inferiori robusti ed idonei cunei atti a trattenerle in sito;
- tenere sempre in posizione
arretrata la balla terminale dei rotoli superiori ad evitare cadute in senso
longitudinale;
- verificare che nessuno si trovi
nel raggio d'azione della trattrice e nella zona di possibile caduta delle
balle, anche perché in questo caso l'inserimento delle forche non presenta le
difficoltà dell'accatastamento a colonne e non richiede, quindi, assistenza”.
Infine in qualsiasi caso si
realizzi il cumulo è bene tener presente “la possibilità che, per effetto della
fermentazione, specialmente per balle di prodotto non sufficientemente secco,
si possono verificare aumenti di temperatura e quindi
fenomeni di autocombustione ed incendio. E' quindi necessario
stoccare solamente prodotto asciutto e secco e lasciare idonei spazi per una
buona ventilazione”.
Regione Piemonte, “ Sicurezza in agricoltura. Movimentazione e deposito rotoballe”,
collana “Quaderni di Prevenzione”, documento curato dal Gruppo di Lavoro
Regionale “Sicurezza in Agricoltura” con la collaborazione del Consiglio
Nazionale delle Ricerche (formato PDF, 358 kB).
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