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"Rischio rumore: come scegliere i DPI uditivi più idonei"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Rumore
25/06/2013 - L’articolo 193 del D.Lgs. 81/2008 afferma che qualora i
rischi derivanti dal rumore non possano essere evitati con le misure di prevenzione e protezione (art. 192) il datore di lavoro fornisce i dispositivi di protezione individuali per l'udito:
-
nel caso in cui l'esposizione al rumore superi i valori
inferiori di azione il datore di lavoro mette a disposizione dei
lavoratori dispositivi di protezione individuale dell'udito;
- nel caso in cui l'esposizione al rumore sia pari o al di
sopra dei valori superiori di azione esige che i lavoratori utilizzino i
dispositivi di protezione individuale dell'udito;
- sceglie dispositivi di protezione individuale dell'udito che
consentono di eliminare il rischio per l'udito o di ridurlo al minimo,
previa consultazione dei lavoratori o dei loro rappresentanti;
- verifica l'efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell’udito.
Li fornisce
conformi alle disposizioni contenute nel Titolo III, capo II e (comma 2)
tiene
conto dell'attenuazione prodotta dai dispositivi di protezione
individuale dell'udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare
l’efficienza dei DPI uditivi e il rispetto dei valori limite di
esposizione. In particolare i mezzi individuali di protezione dell'udito
sono
considerati adeguati ai fini delle presenti norme se, correttamente
usati, e comunque rispettano le prestazioni richieste dalle normative
tecniche.
Uno strumento che
può servire ai datori di lavoro nella
scelta
dei DPI uditivi più idonei è un documento pubblicato in “ PAF – Portale
Agenti Fisici”,
un portale realizzato dal Laboratorio Agenti Fisici del Dipartimento di
Prevenzione dell' Azienda Sanitaria
USL 7 Siena
e sviluppato con la collaborazione dell’INAIL e dell’Azienda USL di Modena
nell’ambito del Progetto del Ministero della Salute – CCM “Rischio di
esposizione da agenti fisici negli ambienti di lavoro: sviluppo e adeguamento
di banche dati per supportare la valutazione del rischio e gli interventi di
prevenzione in tutti i comparti lavorativi”.
Il documento “
Scelta dei DPI uditivi” - versione aggiornata
di un documento analogo allegato alle “ Linee guida per la
valutazione del rischio rumore negli ambienti di lavoro” – riporta nella
prima sezione i
criteri di selezione
dell’otoprotettore.
Innanzitutto
occorre “scegliere solo DPI dotati di marcatura di certificazione di conformità
(marcatura CE)”, poi, riguardo all’attenuazione sonora prodotta dai DPI, si
indica che “l’attenuazione ottimale
fornita dai dispositivi di protezione auricolare è misurata in laboratorio
secondo una procedura di prova illustrata nella UNI EN 24869-1”.
E “sulla base di
tali dati vengono calcolati diversi descrittori di attenuazione, con i metodi
indicati nella UNI EN ISO 4869-2”. Inoltre l’appendice A della UNI EN 458
“consente l’utilizzo di quattro metodi di calcolo per valutare l’attenuazione
ottimale fornita dai protettori auricolari: metodo per banda di ottava (OBM),
metodo HML, controllo HML, metodo SNR”.
Secondo la EN 458
ogni protettore auricolare deve essere accompagnato dai
dati di attenuazione sonora forniti dal fabbricante, espressi in 3 modi:
-
APVf: “esprime con una serie
di valori, in dB, l’attenuazione sonora del DPI per lo spettro di frequenza in
banda d’ottava che va da 125 Hz a 8kHz (a volte viene inclusa anche la
frequenza di 63 Hz); nel caso in cui vengano forniti sia i valori medi
dell’attenuazione sia quelli presunti (espressi come differenza tra
l’attenuazione media e la deviazione standard) occorre usare per i calcoli i
valori di protezione presunti”;
-
H,
M,
L: “esprime con 3 valori, in dB,
l’attenuazione sonora del DPI per le frequenze alte (H), medie (M) e basse (L);
il fabbricante ricava questi valori dai valori in banda d’ottava”;
-
SNR: “esprime con un solo valore, in
dB, l’
attenuazione sonora semplificata
(Simplified Noise Reduction) del DPI; il fabbricante ricava questo valore dai
valori in banda d’ottava”.
Si sottolinea
inoltre che l’attenuazione “deve essere tale da non generare una protezione
insufficiente o, viceversa, una iperprotezione; lo spettro di attenuazione
dovrebbe essere scelto in funzione dello spettro del rumore da cui proteggere e
delle modalità di espletamento del lavoro”.
Altro aspetto di
cui tener conto – ma le norme non specificano un modo per misurarlo – è l’
indice di confortevolezza del DPI.
A questo proposito
sono importanti “la massa, i materiali di costruzione, la pressione
dell’archetto, la regolabilità delle cuffie, la facilità di inserimento e di
estrazione degli inserti ed altri aspetti ancora definiti nelle EN 352”.
Tuttavia la valutazione complessiva, in primo luogo, va “ovviamente richiesta
all’utilizzatore”: il Testo Unico prevede infatti che la scelta dei DPI uditivi
avvenga previa consultazione dei lavoratori o dei loro RLS.
L’articolo 193 del
Testo Unico stabilisce dunque “l’obbligo di messa a disposizione per livelli di
esposizione quotidiana al rumore superiori ai
valori inferiori di azione (80 dB(A) di LEX e/o 135
dB(C) di LCpicco) e l’obbligo del Datore di Lavoro di esigere che i
lavoratori utilizzano i dispositivi di
protezione individuale per livelli superiori ai
valori superiori di azione (85 dB(A) di LEX e/o 137
dB(C) di LCpicco). Oltre che essere adatti al singolo lavoratore, i
DPI uditivi devono risultare adeguati alle
condizioni
di lavoro”.
Ad esempio il
lavoro fisico in particolari
condizioni
ambientali sfavorevoli (alte temperature e/o alti tassi d’umidità e
polverosità) “può provocare sudorazione e irritazioni cutanee sotto le cuffie.
Per ovviare a tali inconvenienti si possono utilizzare delle sottili coperture
per i cuscinetti; in tal caso è necessario conoscerne le caratteristiche
acustiche per calcolare la perdita di attenuazione della cuffia. Esistono oggi
in commercio cuffie studiate per ambienti termici severi caldi, come fonderie e
vetrerie, dotate di cuscinetti imbottiti di glicerina che consentono di
conservare una temperatura confortevole all’interno delle coppe”.
In alternativa –
continua il documento – “si possono utilizzare gli inserti auricolari, che
solitamente sono meglio tollerati dagli utilizzatori, tenendo conto della
ridotta attenuazione acustica rispetto alle cuffie e della loro maggiore
criticità per quanto riguarda il corretto inserimento nel meato acustico
esterno, pena una ulteriore perdita di attenuazione sonora, e degli aspetti
igienici”.
Inoltre nel caso di
esposizione ripetitiva a rumori di breve
durata, “sono preferibili le cuffie o gli
inserti auricolari con
archetto, perché facili da mettere e togliere. Per quanto riguarda l’udibilità
di messaggi verbali e/o di avvertimento e di allarme, regolati da una specifica
norma, la UNI EN ISO 7731:2006, sono preferibili DPI con attenuazione uniforme
in tutto lo spettro di frequenza. Esistono oggi in commercio cuffie
elettroniche ad attenuazione controllata, con amplificazione delle frequenze
del parlato (400 ÷ 3000 Hz) regolabile dall’utilizzatore e con un sistema di
limitazione elettronica dei rumori impulsivi a 82 dB(A). Queste cuffie
consentono quindi al lavoratore di comunicare agevolmente pur essendo in
presenza di rumori dannosi per
l’udito”.
Non bisogna
comunque dimenticare che, prima di prescrivere un otoprotettore, è bene che il
medico competente “verifichi se
l’utilizzatore soffre o ha sofferto di disturbi auricolari quali: irritazioni
del canale uditivo, otalgia, ipoacusia, e via dicendo; in caso affermativo, è opportuno
che il datore di lavoro segua il parere del medico in merito ad eventuali
controindicazioni verso l’utilizzo di un certo tipo di otoprotettori”.
Ricordando che una
sezione del documento, che vi invitiamo a visionare, è dedicata a una tabella relativa
alla “
riduzione della protezione
effettiva fornita da un otoprotettore in funzione del tempo d’utilizzo”,
concludiamo illustrando brevemente i
metodi
per calcolare la protezione fornita dall’otoprotettore. Infatti conoscendo
“l’attenuazione (ottimale o reale) di un determinato dispositivo di protezione
auricolare, si calcola, seguendo il procedimento indicato dalla UNI EN ISO
4869-2, il livello sonoro continuo equivalente di un lavoratore che svolge una
determinata attività facendo uso di tale dispositivo di protezione auricolare”.
Questi i metodi
presentati:
- il
metodo per bande d’ottava: “per
applicare questo metodo occorre conoscere i livelli di rumore per banda d’ottava
misurati sul luogo di lavoro ed i dati di attenuazione per banda d’ottava del
protettore auricolare sottoposto a valutazione. Per ottenere i livelli in
frequenza del rumore sul luogo di lavoro va effettuata una analisi in frequenza
(o spettro) del rumore con un fonometro integratore dotato di pacco filtri a
bande d’ottava o un analizzatore di frequenza in tempo reale; in entrambi i
casi detti strumenti devono soddisfare i requisiti delle norme CEI EN 61672 e
CEI EN 61260/97”;
- il
metodo HML: “occorre conoscere i valori
di livello equivalente di rumore sul luogo di lavoro ponderati secondo le curve
A e C, LAeq e LCeq ed i tre valori di attenuazione H, M e
L del protettore auricolare sottoposto a valutazione, riportati sulla scheda
tecnica fornita dal costruttore”;
- il
controllo HML: rappresenta “una
semplificazione del metodo HML. In generale, non è necessario conoscere il
livello di rumore ponderato secondo la curva C, LCeq, ma solo il
livello ponderato secondo la curva A, LAeq; questa è l’unica misura
quantitativa prevista dal controllo HML, che per il resto si basa sulla valutazione
empirica del tipo di rumore presente sul luogo di lavoro ed è quindi meno
affidabile”;
- il
metodo SNR: è “il metodo più semplice”.
Nel documento è indicata la relazione per calcolare il livello equivalente
ponderato C (LCeq) misurato sul luogo di lavoro. Tale valore,
confrontato con il livello di azione Lact, permette di valutare l’ idoneità
dell’otoprotettore.
Il documento
riporta diversi
esempi di calcolo.
Dagli esempi si
evince che, “cambiando metodo, il medesimo protettore può risultare a volte
adatto ed a volte inadatto ad ottenere la protezione desiderata: questo fatto
non deve stupire più di tanto, poiché più si semplifica il metodo di
valutazioni più pesano le approssimazioni”.
Il documento
suggerisce, quando possibile, “di utilizzare il
metodo per banda di ottava, in quanto fornisce un risultato di
maggior affidabilità; si raccomanda di evitare il metodo di controllo HML, dato
che esso risulta basato su valori di ingresso soggettivi (la classe di rumore)
ed è anche l’unico che può portare ad un risultato ‘indeterminato’”.
Il link del Portale Agenti Fisici (PAF)
“ Scelta
dei DPI uditivi”,
documento pubblicato in “PAF – Portale Agenti Fisici” (formato PDF, 284 kB).
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