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"Piano Mirato di Prevenzione per la valutazione del rischio stress"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
01/07/2013 - Lo
stress lavoro-correlato è una condizione di
disagio o sofferenza, generalmente causata da disfunzioni
dell’organizzazione del lavoro, che può sopravvenire quando un individuo
non si sente in grado di corrispondere alle richieste o alle
aspettative in ambito lavorativo.
A soffermarsi sullo stress lavoro-correlato, sulle cause, sulla prevenzione, anche in relazione alla normativa e ad alcuni specifici ambienti di lavoro, è l’ Azienda sanitaria locale della provincia di Monza e Brianza che ha implementato nel corso degli anni 2012/2013 un
Piano Mirato di Prevenzione (PMP) dal titolo “
Valutazione del rischio stress lavoro-correlato alla luce delle linee di indirizzo della Regione Lombardia”.
Il Piano è finalizzato in particolare a diffondere le indicazioni contenute nel Decreto Regionale n° 10611 del 15 novembre 2011 – che PuntoSicuro ha già presentato in passato – al fine di promuovere metodi e strumenti opportuni per un buon percorso di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nelle aziende.
Il Piano Mirato si rivolge in particolare ad un campione di aziende
ubicate nel territorio della Provincia di Monza e Brianza: in
particolare sono coinvolte
Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) accreditate, punti vendita delle aziende della
Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e
imprese dei servizi di pulizia.
Il Piano prevede:
- attività di informazione alle aziende;
- compilazione da parte dell’azienda di una scheda di
autovalutazione specifica sul rischio stress lavoro-correlato (scheda
presentata da PuntoSicuro nell’articolo “ Scheda di autovalutazione relativa al rischio stress lavoro-correlato”);
- campagna di vigilanza mirata da parte del servizio PSAL.
L’attività di informazione prevede
inoltre la pubblicazione e diffusione di diversi documenti relativi alla
valutazione e gestione del rischio stress.
Nel documento “
La valutazione e la gestione del rischio stress lavoro-correlato. Guida
informativa per le imprese e i lavoratori”, a cura di M. Di Bella, C.
Formigoni (SPSAL ASL Monza e Brianza) e R. Latocca (UMOA, AO San Gerardo di
Monza), si propongono semplici risposte a diversi quesiti sul tema.
Ne riproponiamo brevemente alcuni:
- “
Come viene effettuata la valutazione del rischio stress
lavoro-correlato? L’oggetto della valutazione dello stress lavoro correlato
è l’organizzazione del lavoro: gli elementi che possono costituire fattori di
stress e la loro percezione da parte dei lavoratori. La Commissione Consultiva
per la valutazione dello stress lavoro-correlato fornisce precise indicazioni
In merito al livello minimo di attuazione dell’obbligo che deve essere
soddisfatto in tutte le aziende pubbliche e private ove trova applicazione il
D. Lgs. 81/08. La valutazione prende in esame tutti i lavoratori, compresi
dirigenti e preposti, non singolarmente ma per gruppi omogenei e si articola in
due fasi: la valutazione preliminare e quella approfondita;
-
Quali
sono i principi ed i criteri a cui attenersi nella valutazione del rischio?
La valutazione va gestita dal datore di lavoro in collaborazione con il top
management (dirigenti, capi-area). È un processo orientato alle soluzioni
soprattutto collettive e a valenza preventiva. La valutazione deve essere
imperniata sulla partecipazione effettiva dei lavoratori attraverso il loro
coinvolgimento e deve integrarsi nel processo complessivo di valutazione di
rischi;
-
Qual
è il percorso da seguire nella valutazione del rischio? Il percorso da
seguire secondo le indicazioni
metodologiche della Commissione Consultiva prevede: Azioni
propedeutiche (informazione, formazione e creazione gruppo di lavoro);
Valutazione preliminare; Individuazione e attuazione degli interventi
correttivi in base ai risultati della valutazione preliminare; Verifica
dell’efficacia degli interventi attuati; Valutazione
approfondita, ove gli interventi correttivi siano
risultati inefficaci; Individuazione e attuazione ulteriori interventi
correttivi se necessari in base ai risultati della valutazione approfondita;
Monitoraggio e aggiornamento della valutazione”.
Concludiamo questa breve presentazione
riportando alcune indicazioni tratte da una scheda informativa – sempre a cura
di di M. Di Bella, C. Formigoni (SPSAL ASL Monza e Brianza) e R. Latocca (UMOA,
AO San Gerardo di Monza) - indirizzata al comparto della
grande distribuzione organizzata (GDO).
Nella scheda “
Grande Distribuzione Organizzata” si indica che le cause di stress
lavoro-correlato più frequenti nel comparto sono:
-
rischi
per la salute e la sicurezza: microclima sfavorevole in reparti caldi
(forneria) o freddi (macelleria, pescheria, celle frigorifere); illuminazione
solo artificiale; correnti d’aria (postazioni di lavoro in vicinanza di porte e
portoni); utilizzo carrelli
elevatori e transpallet; movimentazione manuale carichi e
movimenti ripetuti; posture fisse (in piedi e/o seduti); lavorazioni pericolose
in reparti alimentari (es. macelleria – disosso);
-
organizzazione:
ritmi di lavoro elevati soprattutto in alcuni giorni della settimana o periodi
dell’anno; pause di lavoro troppo brevi e poco frequenti; frequenti cambi di
postazione, anche nello stesso giorno; turno di lavoro giornaliero spezzato in
più parti con lunghi intervalli fra una e l’altra; orario disagevole o turni
serali e festivi; elevata flessibilità; precarietà contrattuale; continuo
alternarsi dei colleghi per elevato turn-over;
-
altre
cause: continua relazione con il pubblico (carico emotivo, per es.
eventuale conflittualità); pericolo di rapine; rapporti con i fornitori (tempistica
consegna merce).
Il documento, dopo essersi soffermato
su sintomi personali e sintomi aziendali della presenza di fattori di stress,
segnala “
cosa può fare l’azienda contro
lo stress:
- interventi sulla pianificazione del
lavoro (es. pianificare adeguatamente la rotazione dei turni; adeguata
formazione e addestramento dei lavoratori, identificare i compiti e le attività
lavorative per ogni mansione, adottare sistemi di feedback sulla qualità del
lavoro svolto dai singoli lavoratori);
- rotazione del lavoro e pause
adeguate per ridurre la monotonia
e ripetitività;
- interventi di miglioramento nel
campo della sicurezza e tutela della salute (manutenzione ordinaria e
straordinaria di impianti ed attrezzature);
- migliorare i sistemi di comunicazione
all’interno dell’azienda e di coinvolgimento dei lavoratori;
- supportare gli operatori al fine di
potenziare la loro capacità di relazionarsi con clienti e fornitori;
- ascoltare i suggerimenti e le
proposte fornite dai lavoratori e discuterle con loro;
- contribuire a creare un clima di
lavoro sereno e dialogante”.
Riportiamo, in conclusione, anche
ciò che può fare il lavoratore contro lo
stress:
- sottoporre a RSPP e/o RLS e/o medico
competente i suggerimenti e le preoccupazioni relative alle postazioni di
lavoro, alle attrezzature e alle modalità di lavoro;
- richiedere ai responsabili
un’adeguata formazione e se necessario addestramento per i compiti più
impegnativi;
- individuare e riferire le difficoltà
nel portare a termine i lavori più impegnativi, discuterne con i responsabili e
fornire possibili soluzioni;
- adottare uno stile di vita positivo
(regolare attività fisica, corretta alimentazione ecc.).
Segnaliamo alcuni
documenti presenti sul sito dell’ASL relativi al
Piano Mirato di Prevenzione
“Valutazione del rischio stress lavoro-correlato alla luce delle linee di
indirizzo della Regione Lombardia”:
- scheda di autovalutazione
(formato PDF, 97 kB);
- pieghevole informativo su valutazione e gestione del
rischio (formato PDF, 830 kB);
- scheda informativa differenziata per la Grande
Distribuzione Organizzata (formato PDF, 58 kB);
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