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"Obbligo di polizza professionale, Federarchitetti chiede di rinviarlo di un anno"
fonte www.edilportale.com / Normativa
09/07/2013 - Prorogare di almeno un anno l’obbligo di polizza assicurativa a
copertura dei rischi derivanti dall’attività professionale e aprire
immediatamente un tavolo di concertazione con tutti i sindacati delle
professioni tecniche.
Sono le richieste che Federarchitetti S.N.A.L.P. (Sindacato Nazionale Architetti Liberi Professionisti) rivolge al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, con una lettera pubblicata sulla propria pagina Facebook.
Secondo Federarchitetti, l’obbligo dell’assicurazione per i liberi professionisti, che decorrerà dal 15 agosto 2013, è un ulteriore aggravio che continuerà con l’avvio della formazione permanente a partire da gennaio 2014, con un incremento esponenziale dei costi necessari per svolgere la professione.
Un aggravio che si aggiunge - denuncia il Sindacato degli Architetti - all’innalzamento dei contributi minimi deciso da Inarcassa, che “incide pesantemente sui già esigui redditi” e alla “ riforma delle professioni che, con i suoi nuovi obblighi, rende sempre più difficile, e non solo per i giovani, svolgere dignitosamente il proprio lavoro”.
Tutto questo in un periodo di crisi dell’edilizia, che ha prodotto “enormi e devastanti danni le cui ricadute stanno ormai distruggendo ogni aspettativa professionale e riducendo allo sfinimento” “la classe dei tecnici liberi professionisti”.
Federarchitetti ricorda che, dopo avere raccolto le istanze dei propri iscritti, ha elaborato documenti e formulato proposte sul tema delle professioni tecniche, alcune delle quali richiedono tempi lunghi e complessi interventi legislativi per poter essere attuate, altre che invece possono essere messe in atto immediatamente e con iter procedurali molto più semplici.
Uno di questi potrebbe essere la proroga di almeno un anno dell’obbligo di assicurazione professionale, introdotta con l’articolo 5 del Regolamento di Riforma degli ordinamenti professionali ( Dpr 137/2012), per non gravare, per il momento, di nuovi oneri i liberi professionisti, una categoria di lavoratori e di contribuenti che sfiora le 500.000 unità.
“Questa proroga - spiega ancora Federarchitetti - non produrrebbe certo danni alla collettività (forse solo un mancato guadagno alle compagnie di assicurazione che sono già scese in campo con campagne molto aggressive verso i colleghi) ma darebbe sicuramente un po’ di respiro ai liberi professionisti che non ce la fanno più a sostenere un ulteriore aumento delle spese per mantenere aperto lo studio in un momento di drammatica contrazione del lavoro”. Ricordiamo che, secondo un’analisi del Consiglio Nazionale Ingegneri, accedere alla professione di ingegnere costa in media 1713 euro ( leggi tutto).
In definitiva, Federarchitetti chiede che l’obbligo di sottoscrivere una polizza assicurativa a coperture dei rischi derivanti dall’attività professionale venga prorogato di almeno un anno e che venga immediatamente aperto un tavolo di concertazione con tutti i sindacati delle professioni tecniche per un confronto sull’argomento e per l’individuazione di soluzioni condivise.
In contemporanea a Federarchitetti, anche InarSind - il Sindacato degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti, ha chiesto ai Ministri della Giustizia e dello Sviluppo economico di rinviare di un anno l’obbligo assicurativo. Secondo InarSind, “a un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo, tutto appare troppo indefinito, come le prestazioni e i rischi connessi da assicurare, le franchigie e i massimali in rapporto al fatturato del professionista”.
“Inoltre - sottolinea il Sindacato -, nessun obbligo è previsto per le Assicurazioni, che non sono tenute a fornire il servizio e che oggi, magari solo per accaparrarsi una potenziale clientela, sono disposte a concedere premi ridotti per poi, in assenza di opportuni controlli e vista l’obbligatorietà, aumentarli a dismisura negli anni successivi”.
Ma InarSind chiede anche di sospendere l’esame dei Regolamenti relativi alla formazione obbligatoria per i progettisti e di studiare percorsi omogenei per architetti e ingegneri, che condividono lo stesso ente di Previdenza, le stesse Organizzazioni sindacali, le stesse tariffe e lo stesso mercato di riferimento
Sono le richieste che Federarchitetti S.N.A.L.P. (Sindacato Nazionale Architetti Liberi Professionisti) rivolge al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, con una lettera pubblicata sulla propria pagina Facebook.
Secondo Federarchitetti, l’obbligo dell’assicurazione per i liberi professionisti, che decorrerà dal 15 agosto 2013, è un ulteriore aggravio che continuerà con l’avvio della formazione permanente a partire da gennaio 2014, con un incremento esponenziale dei costi necessari per svolgere la professione.
Un aggravio che si aggiunge - denuncia il Sindacato degli Architetti - all’innalzamento dei contributi minimi deciso da Inarcassa, che “incide pesantemente sui già esigui redditi” e alla “ riforma delle professioni che, con i suoi nuovi obblighi, rende sempre più difficile, e non solo per i giovani, svolgere dignitosamente il proprio lavoro”.
Tutto questo in un periodo di crisi dell’edilizia, che ha prodotto “enormi e devastanti danni le cui ricadute stanno ormai distruggendo ogni aspettativa professionale e riducendo allo sfinimento” “la classe dei tecnici liberi professionisti”.
Federarchitetti ricorda che, dopo avere raccolto le istanze dei propri iscritti, ha elaborato documenti e formulato proposte sul tema delle professioni tecniche, alcune delle quali richiedono tempi lunghi e complessi interventi legislativi per poter essere attuate, altre che invece possono essere messe in atto immediatamente e con iter procedurali molto più semplici.
Uno di questi potrebbe essere la proroga di almeno un anno dell’obbligo di assicurazione professionale, introdotta con l’articolo 5 del Regolamento di Riforma degli ordinamenti professionali ( Dpr 137/2012), per non gravare, per il momento, di nuovi oneri i liberi professionisti, una categoria di lavoratori e di contribuenti che sfiora le 500.000 unità.
“Questa proroga - spiega ancora Federarchitetti - non produrrebbe certo danni alla collettività (forse solo un mancato guadagno alle compagnie di assicurazione che sono già scese in campo con campagne molto aggressive verso i colleghi) ma darebbe sicuramente un po’ di respiro ai liberi professionisti che non ce la fanno più a sostenere un ulteriore aumento delle spese per mantenere aperto lo studio in un momento di drammatica contrazione del lavoro”. Ricordiamo che, secondo un’analisi del Consiglio Nazionale Ingegneri, accedere alla professione di ingegnere costa in media 1713 euro ( leggi tutto).
In definitiva, Federarchitetti chiede che l’obbligo di sottoscrivere una polizza assicurativa a coperture dei rischi derivanti dall’attività professionale venga prorogato di almeno un anno e che venga immediatamente aperto un tavolo di concertazione con tutti i sindacati delle professioni tecniche per un confronto sull’argomento e per l’individuazione di soluzioni condivise.
In contemporanea a Federarchitetti, anche InarSind - il Sindacato degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti, ha chiesto ai Ministri della Giustizia e dello Sviluppo economico di rinviare di un anno l’obbligo assicurativo. Secondo InarSind, “a un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo, tutto appare troppo indefinito, come le prestazioni e i rischi connessi da assicurare, le franchigie e i massimali in rapporto al fatturato del professionista”.
“Inoltre - sottolinea il Sindacato -, nessun obbligo è previsto per le Assicurazioni, che non sono tenute a fornire il servizio e che oggi, magari solo per accaparrarsi una potenziale clientela, sono disposte a concedere premi ridotti per poi, in assenza di opportuni controlli e vista l’obbligatorietà, aumentarli a dismisura negli anni successivi”.
Ma InarSind chiede anche di sospendere l’esame dei Regolamenti relativi alla formazione obbligatoria per i progettisti e di studiare percorsi omogenei per architetti e ingegneri, che condividono lo stesso ente di Previdenza, le stesse Organizzazioni sindacali, le stesse tariffe e lo stesso mercato di riferimento
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