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"Buone prassi per la tutela della sicurezza in ottica di genere"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
15/07/2013 - Dopo i
numerosi documenti, convegni, seminari, indicazioni della Commissione
Consultiva di questi ultimi anni sull’importanza delle
differenze di genere nella tutela della salute e sicurezza, non
poteva mancare la validazione di una buona prassi su questo tema.
La Commissione
Consultiva
Permanente per la salute
e la sicurezza ha infatti validato nella seduta del
29 maggio 2013 una
buona
prassi dal titolo “
Sicurezza nel
prendersi cura...in ottica di genere” attuata dalla U.O.C. SPP (Unità
Operativa Complessa Servizio Prevenzione e Protezione) della Fondazione Policlinico Tor
Vergata di Roma.
Infatti la sanità –
ricorda la scheda della buona prassi - è “uno dei luoghi di lavoro dove vi è
un’alta percentuale di personale
femminile, che raggiunge per alcune professioni valori considerevoli (ad
es. circa il 75% del personale infermieristico, valori presenti anche
all’interno del Policlinico Tor Vergata)”.
L’utilizzo dell’ottica
di genere nella valutazione dei rischi non corrisponde “ad occuparsi
esclusivamente della tutela della lavoratrice madre, come potrebbe fare pensare
l’evoluzione di un certo tipo di normativa, interessata alle lavoratrici
specificatamente in relazione allo stato di
gravidanza o al periodo successivo al parto. Vuol dire invece considerare
le differenze di genere come fattori che possono incidere sul rischio
professionale, con l’obiettivo di realizzare il miglioramento continuo
dell’ambiente di lavoro, delle attrezzature e dell’organizzazione, rispetto
alle caratteristiche specifiche dei due sessi”.
In questo senso è
bene sottolineare che le differenze
di genere che possono interessare trasversalmente la valutazione di
qualsiasi rischio lavorativo “sono principalmente raggruppabili in due grandi
ambiti:
-
differenze biologiche (le differenti
risposte dell’organismo femminile e maschile agli stimoli e alle richieste
ambientali intese come fattori di rischio);
-
differenze socio-culturali (i
differenti ruoli sociali, stili di vita attribuiti ai generi)”.
E dunque anche le
misure di prevenzione e protezione “devono essere riferite e scelte in base
alle differenze di genere”.
In particolare
nell’ambito sanitario l’applicazione dei principi e degli strumenti
prevenzionistici in ottica di genere si presenta come un campo di studi, di
ricerca e di prassi interessante “per la natura eccezionalmente articolata e
complessa delle attività lavorative e dei rischi a cui sono esposti i
lavoratori e le lavoratrici: pluralità di profili e obiettivi professionali,
molteplicità di attività lavorative, innovazione e cambiamento continuo di
tecnologie, materiali, prodotti chimici e farmaceutici, esposizione pressoché
generale delle professioni sanitarie a rischi
di tipo biologico”. Senza dimenticare anche la dimensione psico-sociale, ad
esempio con riferimento ai temi della violenza sui luoghi di lavoro, al tema
delle molestie sessuali e quindi della violenza di genere in un settore
lavorativo ad alta densità femminile.
La scheda ricorda
che in luoghi di lavoro ad alta complessità come le strutture sanitarie, “la
certificazione ISO 9001 fornisce una
griglia metodologica per sviluppare un’attenzione e un controllo
sull’appropriatezza dei processi e dei servizi. Se nel disegnare e attuare i
Sistemi di Gestione sulla Sicurezza sul lavoro (ISO 9001 oppure più
specificatamente UNI INAIL SGSL ed OSHAS 18001) non si tiene da subito conto
dell’ottica di genere come tematica
mainstreaming
e quindi trasversale ai processi, si corre il rischio di consolidare un tipo di
organizzazione che non dà spazio a questa attenzione o comunque la ritiene
accessoria”.
Come base
necessaria e strumento di facilitazione dell’integrazione
dell’ottica di genere nelle
attività di gestione e sviluppo aziendale, l’UOC SPP del Policlinico Tor
Vergata di Roma ha inserito “la tematica delle differenze di
genere tra gli
obiettivi della Politica
aziendale per la sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, previsti dalla
certificazione ISO 9001”.
Nel documento
annuale di Politica aziendale per la sicurezza sul lavoro dell’UOC SPP “è stato messo a punto l’obiettivo ‘
Gender Mainstreaming’ (integrato dal 2011 con il tema del ‘
Diversity Management’), che
afferma l’impegno a
sviluppare
iniziative volte ad integrare nelle attività del SPP la
prospettiva di genere
”.
In particolare il
“
Documento
di Politica” è un testo, previsto dalla certificazione ISO 9001, “che
annualmente viene
proposto dall’UOC SPP e poi, come parte integrante del Documento
di Valutazione dei Rischi, sottoscritto dal Direttore Generale in
qualità di Datore di Lavoro. La sua valenza quindi si riflette sia
nell’ambito stretto della certificazione che nell’ambito più ampio della
relazione ex D.Lgs.
81/08 tra Datore di Lavoro e SPP. Definendo all’interno
della Politica un preciso obiettivo aziendale sul tema dell’ottica di
genere applicata alla sicurezza sul lavoro, corredandolo di
indicatori
e di modalità di monitoraggio, si e sostanziata l’attenzione dei
vertici aziendali su questo tema e si e facilitato la sua promozione
nelle
interazioni tra UOC SPP e i vari soggetti aziendali coinvolti nei
processi
rilevanti per la sicurezza sul lavoro”.
La scheda
sottolinea “che la
strategia scelta
dall’UOC SPP non si è fondata, come spesso avviene,
su una sorta di delega della tematica alle strutture aziendali incaricate della
tutela delle pari opportunità presenti in azienda, anche se, ovviamente, tali
strutture sono state interessate nel processo. La scelta risiede nel fatto che
si è voluto sottolineare come
il tema
della tutela della sicurezza in ottica di genere debba essere considerato come
ambito istituzionale dei Servizi dedicata alla sicurezza sul lavoro e non
solo delle istituzioni volte a eliminare le discriminazioni di genere”.
L’impegno della
Direzione Generale sull’integrazione dell’ottica di genere, nell’ambito della
Sicurezza sul lavoro, ha dato la possibilità all’U.O.C. SPP di “interloquire
con autorevolezza con i vari
stake holder
interni e di collaborare alla creazione di iniziative aziendali sul tema,
creando sinergie e aumentando la diffusione dell’attenzione su questi temi. In
particolare:
- “
valutazione del rischio e definizione di
misure preventive in ottica di genere;
-
integrazione dell’ottica di genere nella
formazione e informazione sui rischi specifici (ad es. moduli dedicati al
tema delle differenze di genere all’interno di corsi di formazione su:
Radiazioni Ionizzanti”; Rischio Biologico; Stress lavoro correlato; formazione
preposti ex. art. 37, comma 7 del D.Lgs. 81/08;
- “
interventi ed iniziative specifiche su
tematiche inerenti alle differenze di genere quali la violenza contro le
donne”, la violenza nei luoghi di lavoro con approfondimenti sulla violenza di
genere.
Inoltre il sostegno
“dato dall’approvazione di vertice a questa linea di interventi e
l’integrazione di questa tematica nelle attività dell’UOC SPP, per loro natura
trasversali all’organizzazione di qualsiasi luogo di lavoro, ha permesso di
coltivare sia nello staff del SPP sia nei soggetti titolari di obblighi una
disponibilità verso la messa in discussione dei processi lavorativi in ottica di
genere, vincendo una prevedibile resistenza culturale e anzi promuovendo
una declinazione di questo approccio anche nello specifico professionale”.
La scheda dopo aver
affrontato il tema dei costi/investimenti e del coinvolgimento del personale
(con riferimento a Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, a lavoratori
e a lavoratrici), ricorda che i
requisiti
per adottare la strategia, la buona prassi, mostrata sono:
- “la presenza di
processi di certificazione di qualità;
- la sensibilità e
disponibilità dei vertici aziendali;
- lo sviluppo di
competenze specifiche all’ottiche di genere, auspicabilmente all’interno dello
staff del Servizio Prevenzione e Protezione”.
Infine ricordiamo
che alla scheda sono allegati due documenti:
- “
Analisi degli infortuni 2006-2012”, con
grafici e indicazioni corrispondenti agli eventi infortunistici occorsi fino al
31 dicembre 2012;
- “
Relazione sulle attività di Formazione in
tema di Sicurezza e Salute sui luoghi di lavoro art. 37 del D.Lgs. 81/2008 –
aggiornamento dicembre 2012”.
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