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"Una check list per affrontare le emergenze nelle strutture sanitarie"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
15/07/2013 - Poiché
spesso la
gestione degli eventi
straordinari, delle emergenze, nelle strutture sanitarie è gestita con
piani di emergenza carenti, a volte dedicati ai soli pericoli di incendio e
elaborati con l’intento più di assolvere a un adempimento normativo che alla
volontà di definire un’efficace strumento organizzativo e operativo,
presentiamo una
check list di controllo
destinata alla gestione delle emergenze.
La lista di
controllo è un allegato delle “ Linee
d’indirizzo per la redazione del piano d’emergenza nelle strutture sanitarie”,
approvate
dalla Direzione Regionale Sanità della Regione Lombardia
con Decreto n. 2174 del 15 marzo 2012.
Linee guida redatte dal laboratorio di approfondimento “Ruolo del Servizio di
Prevenzione e Protezione nel comparto sanità” con riferimento al “Piano
regionale 2011-2013 per la promozione della sicurezza e della salute nei luoghi
di lavoro”.
La prima parte
della “
Check di controllo” per le
strutture sanitarie è destinata alla verifica della conoscenza e della
configurazione della struttura organizzativa aziendale e dell’emergenza, senza
dimenticare di verificare la localizzazione rispetto a strutture limitrofe di
soccorso.
Bisogna poi
conoscere le
fonti di rischio esogene
“che per loro natura possono generare rischi all'interno della struttura”: è
necessaria la descrizione delle “possibili sorgenti di rischio quali vicinanza
delle strutture a corsi o
bacini d'acqua, a principali arterie autostradali e ferroviarie, la
presenza di industrie a rischio di incidenti rilevanti, la classificazione del
territorio in zona sismica, etc. La valutazione anche di tali fattori di rischio
potrà permettere la definizione di scenari e misure preventive che potranno
essere adottate al fine di limitare i danni”.
È poi necessario
avere
informazioni sul sito e
sull'ambiente, “intesi come vicinanza ad insediamenti civili ed industriali,
corsi fluviali e grandi vie di comunicazione, orografia della zona, classificazione
sismica della zona”.
Vi possono poi
essere
rischi interni dovuti a
zone, locali o strutture a rischio specifico
(centrali termiche, gruppi elettrogeni, depositi sostanze infiammabili,pericolose).
La “conoscenza delle
zone interne a rischio specifico (locali o aree con presenza di dotazioni tecnologiche
o materiali) che costituiscono rischio intrinseco di possibili emergenze o suscettibili
di accrescere il pericolo in caso di emergenza, permette una fotografia
immediata della tipologia e/o complessità del rischio in esame”.
Al di là della
descrizione delle attività aziendali, che permette agli enti di soccorso
esterni, di conoscere in maniera dettagliata la presenza di tutte le attività
lavorative in essere all'interno della struttura, sono inoltre necessari “
elaborati planimetrici contenenti:
- viabilità e
accessi: percorsi stradali interni e accessi pedonali;
- l'indicazione dei
punti di raccolta in caso di evacuazione
della struttura;
- la segnalazione
di idranti
soprasuolo, e l'eventuale presenza di piazzola atterraggio elisoccorso”.
La stesura degli
elaborati grafici “deve offrire un quadro immediato del sito in generale, delle
aree e degli accessi al fine di indirizzare i soccorsi, esterni e interni, in
maniera efficiente ed efficace. Tali planimetrie devono essere intelligibili a
tutti gli operatori della struttura oltre agli utenti e devono riportare le
indicazioni essenziali (es. percorsi protetti, uscite di emergenza, punti di
ritrovo, etc.) anche mediante pittogrammi che consentano una lettura univoca e
comprensibile. Le stesse potranno altresì fornire le necessarie informazioni a
tutti coloro che, seppure per un breve periodo, possano prestare attività
all'interno della struttura (es. imprese, operatori esterni, etc.)”. Devono
anche essere indicate tutte le vie di accesso/esodo interne ed esterne
all'azienda e i sistemi di protezione attiva (mezzi di estinzione incendi,
sistemi di abbattimento e/o inertizzazione) e passiva (compartimentazione,
sistemi di rilevazione, percorsi di esodo, etc).
Veniamo ai
contenuti del
Piano di Emergenza.
Ricordando la
definizione di emergenza quale
"situazione di crisi o di pericolo da affrontare con tempestività e
risolutezza” deve essere predisposta la “
definizione
di più livelli di intervento, a seconda della complessità dell'emergenza e
delle caratteristiche della struttura interessata”. Definizione che permette
“la programmazione di azioni a diversa gradazione con interessamento a ranghi
crescenti di responsabilità e competenze decisionali ed operative”.
Sono definite,
conosciute le varie
strutture
organizzative per l’emergenza (es. numero telefonico di emergenza, servizi
UU.OO.) e dei soggetti coinvolti ivi compresi gli addetti alle emergenze e le
funzioni loro assegnate?
È infatti
necessaria “la
definizione delle
modalità d'intervento degli operatori e della squadra d'emergenza per
definire ‘
chi fa che cosa’ in una
situazione emergenziale: devono essere predisposti: schemi a blocchi delle
azioni da condurre; schede operative d'intervento.
Devono poi essere
chiare le “
norme di comportamento da
adottare in una situazione di emergenza comprensive delle planimetrie di
piano con l'indicazione dei percorsi di fuga”.
Infatti in
situazione di allarme queste norme “servono agli operatori ed agli utenti
perché descrivano cosa è necessario fare, cosa non si deve fare, quali percorsi
intraprendere etc. Devono essere esposte e posizionate nei locali e nelle zone
di stazionamento, attesa, soggiorni ecc. per dare modo al personale e al
pubblico di osservarle e comprenderle nella quotidianità della frequentazione
della struttura. Sono completate dalle informazioni/indicazioni segnaletiche di
salvataggio”.
In particolare le istruzioni
e le planimetrie “dovranno essere esposte in ciascun piano, in prossimità degli
accessi, lungo i corridoi e nelle aree di sosta oltre che nelle singole camere
di degenza. Le stesse dovranno essere intellegibili e più opportunamente
redatte in più lingue”.
Riguardo poi alle
misure di prevenzione, devono essere
previste misure tecniche, organizzative e comportamentali in sede di
pianificazione atte ad eliminare o ridurre i fattori di rischio che potrebbero
generare una situazione emergenziale.
Infatti, indica la
Check list, la più efficace garanzia di contenimento dei pericoli “è costituita
dall'individuazione di questi e dall'attuazione di opportune misure di
prevenzione e protezione. In particolare ed al fine di eliminare/contenere il rischio
incendio, è necessaria “la definizione di indicazioni circa il deposito di
materiali combustibili/infiammabili, il mantenimento in efficienza presidi
antincendio (estintori porte tagliafuoco,ecc.), le modalità di informazione sui
comportamenti di prevenzione, il divieto di fumo”, ...
È necessaria poi
l’individuazione delle modalità organizzative di: “attivazione dell'allarme,
definizione delle squadre di emergenza,
modalità di gestione in relazione all'evento ed alla sua gravità”. In questo
senso è bene definire preliminarmente “la composizione, la presenza, le
modalità di allertamento degli operatori preventivamente formati ed addestrati”.
E tra le misure organizzative “possono identificarsi tutte quelle disposizioni
interne (es: procedure protocolli, documenti) che indicano le modalità da
attuare in caso di eventi avversi”.
Importante poi la
simulazione di emergenza ed evacuazione:
la periodica simulazione e dei relativi interventi “è prevista quale norma
cogente ma di fatto questa ha la funzione di testare e verificare concretamente
le modalità previste dal PGE (piano generale d’emergenza), anche al fine di
prevedere integrazioni, modifiche o aggiornamenti. Tra le misure possono identificarsi
tutte quelle che permettano di testare l'efficienza del PGE da un punto di
vista operativo, tra cui prove di allarme, di chiamata di emergenza,
d'interventi, etc. E' altrettanto importante rilevare tempi e modalità di
evacuazione”.
Una parte della
check list, a cui rimandiamo i lettori per una lettura integrale, è dedicata all’
informazione, formazione e addestramento.
Infatti “la
comprensione delle informazioni e la conoscenza dei comportamenti da adottare
da parte di tutti i soggetti presenti, nel momento in cui insorga un'emergenza,
è la condizione inderogabile al fine di poter fronteggiare sin dai primi
istanti l'evento e predisporre altresì le condizioni favorevoli per un
intervento efficace da parte degli enti preposti al soccorso/emergenza.
Veniamo infine alla
gestione dell'Emergenza e del Post
Emergenza.
Innanzitutto è
necessario verificare la modalità di
attivazione
dell'allarme.
Al fine di
“garantire un intervento tempestivo degli interventi di soccorso è necessario
codificare le modalità
con cui viene segnalata l'emergenza”.
È poi necessaria
una corretta
gestione della
comunicazione in fase di allarme: è necessario che “i soggetti che rilevano
l'allarme segnalino con la massima chiarezza, la natura dell'evento, la sua
evoluzione, il luogo, ed il numero delle persone eventualmente coinvolte”. In
questo senso è importante l’individuazione “degli strumenti di comunicazione
che la squadra d'emergenza interna e/o gli enti di soccorso esterni attivano
relativamente alla tipologia di emergenza in corso”.
Riguardo alle
procedure di
attivazione del primo intervento,
è necessario “predisporre indicazioni chiare ed univoche sulle prime azioni da
intraprendere al manifestarsi delle emergenze. Tali indicazioni devono
prevedere altresì l'individuazione delle figure deputate all'organizzazione,
alla gestione delle situazioni emergenziali, dalla fase di attivazione, durante
e dopo l'arrivo dei soccorsi”.
Non bisogna poi
dimenticare la
salvaguardia delle
persone e delle strutture: è necessario “definire gli interventi, le azioni
e la loro sequenzialità mediante la definizione di una o più procedure volte a
evitare o contenere i danni alle persone e alle strutture”.
Infine riguardo
alla
gestione del Post Emergenza, è
importante un adeguato
ripristino delle
attività (apparecchiature e impianti, intercettazioni idrauliche, gas,
elettriche ecc.).
È tuttavia
necessario “assicurarsi che l'emergenza sia stata definitivamente superata e
che tutte le cause scatenanti siano state rimosse. È necessario che tutti i
requisiti di funzionalità della struttura siano verificati e garantita
l'agibilità dei locali in funzione della loro destinazione d'uso, degli
impianti e delle apparecchiature”.
È utile poi
rilevare le cause della situazione d'emergenza ed attuare le giuste azioni
correttive: la causa d'origine dell'emergenza permette una successiva
definizione degli interventi correttivi da riportarsi nell'aggiornamento del
PGE. Senza dimenticare che è comunque necessario verificare il funzionamento
del Piano di Emergenza esistente e attuare eventuali azioni correttive ove
siano state rilevate carenze.
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