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"Geologi: Ci mancava solo l’obbligo del POS"
fonte www.lavoripubblici.it / Normativa
15/10/2013 - L’obbligo è previsto dall'
articolo 15, comma 4 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 che recita testualmente “
A
decorrere dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano l'attività di
vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali,
sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di
debito. Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni del decreto
legislativo 21 novembre 2007, n. 231”.
Qui di seguito le riflessioni di Gianvito Graziano:
“Con la pubblicazione del decreto sviluppo bis in Gazzetta Ufficiale, anche i professionisti, a partire dal 1° gennaio 2014, dovranno dotarsi di POS per accettare pagamenti effettuati con carte di debito, carte di credito e le carte prepagate.
Il provvedimento, di per se volto a contrastare l’evasione fiscale, comporta una ulteriore spesa per i professionisti: almeno 60 euro è il canone annuo richiesto dagli istituti di credito per mettere a disposizione il POS negli studi professionali, oltre alle spese relative alle commissioni per le singole transazioni.
Siamo alle solite, alla faccia dei principi morali del povero Robin Hood, in Italia si toglie ai più deboli (non mi si dica per favore che i professionisti siano una classe privilegiata o peggio che siano una casta), per dare ai ricchi di sempre, ovvero alle assicurazioni ed alle banche, che mi stupirei se, una volta entrata in vigore la norma, non ne approfittassero per chiedere un aumento delle commissioni.
Francamente ritengo che l'introduzione obbligatoria del POS per gli studi professionali sia un modo inefficace per contrastare l'evasione fiscale, soprattutto quando esistono già altre possibilità, come quella del bonifico bancario, che consente una perfetta tracciabilità e costi di commissioni molto bassi, se non persino assenti.
Eliminare la possibilità di contante in qualunque forma di transazione non lo si ottiene né con i bonifici bancari, né con il POS, né in altro modo. Forse lo si ottiene con un regime fiscale diverso, che consenta a qualunque cittadino di poter portare in detrazione integralmente i compensi pagati per le prestazioni professionali. Ma parliamo di un'altra Italia, un'Italia con la schiena dritta. Quella reale è questa qui, assoggettata ai poteri forti.
Quello che stupisce allora non è il fatto che si introduca il POS come possibilità data ai professionisti di avvalersi di un ulteriore strumento di transazione, ma che questo strumento sia invece imposto per legge, mentre già gli istituti bancari, gli unici ai quali la crisi ha portato persino esuberi di liquidità, si sfregano già le mani. Alla faccia del libero mercato.
Insomma il concetto di libero mercato ha tante sfaccettature e tante interpretazioni possibili, ma per i professionisti si traduce sempre e soltanto in obblighi finanziari e aggravi fiscali. D'altronde ancora qualcuno porta avanti lo stereotipo di professionisti privilegiati ed evasori. Si tratta di chi non ha occhi per vedere e orecchie per sentire.
Che fare? Il Consiglio Nazionale Architetti ha inviato di recente una nota ai Ministri Zanonato e Saccomanni ed al governatore della Banca d’Italia Visco, per escludere gli architetti dall’obbligo del POS. Altrettanto sta facendo, insieme allo stesso CNAPP, la Rete delle Professioni Tecniche, che ha già elaborato un documento di analisi e chiederà l'esclusione per tutti i professionisti di area tecnica. Sarà la volta che accolgano una nostra richiesta?
Qui di seguito le riflessioni di Gianvito Graziano:
“Con la pubblicazione del decreto sviluppo bis in Gazzetta Ufficiale, anche i professionisti, a partire dal 1° gennaio 2014, dovranno dotarsi di POS per accettare pagamenti effettuati con carte di debito, carte di credito e le carte prepagate.
Il provvedimento, di per se volto a contrastare l’evasione fiscale, comporta una ulteriore spesa per i professionisti: almeno 60 euro è il canone annuo richiesto dagli istituti di credito per mettere a disposizione il POS negli studi professionali, oltre alle spese relative alle commissioni per le singole transazioni.
Siamo alle solite, alla faccia dei principi morali del povero Robin Hood, in Italia si toglie ai più deboli (non mi si dica per favore che i professionisti siano una classe privilegiata o peggio che siano una casta), per dare ai ricchi di sempre, ovvero alle assicurazioni ed alle banche, che mi stupirei se, una volta entrata in vigore la norma, non ne approfittassero per chiedere un aumento delle commissioni.
Francamente ritengo che l'introduzione obbligatoria del POS per gli studi professionali sia un modo inefficace per contrastare l'evasione fiscale, soprattutto quando esistono già altre possibilità, come quella del bonifico bancario, che consente una perfetta tracciabilità e costi di commissioni molto bassi, se non persino assenti.
Eliminare la possibilità di contante in qualunque forma di transazione non lo si ottiene né con i bonifici bancari, né con il POS, né in altro modo. Forse lo si ottiene con un regime fiscale diverso, che consenta a qualunque cittadino di poter portare in detrazione integralmente i compensi pagati per le prestazioni professionali. Ma parliamo di un'altra Italia, un'Italia con la schiena dritta. Quella reale è questa qui, assoggettata ai poteri forti.
Quello che stupisce allora non è il fatto che si introduca il POS come possibilità data ai professionisti di avvalersi di un ulteriore strumento di transazione, ma che questo strumento sia invece imposto per legge, mentre già gli istituti bancari, gli unici ai quali la crisi ha portato persino esuberi di liquidità, si sfregano già le mani. Alla faccia del libero mercato.
Insomma il concetto di libero mercato ha tante sfaccettature e tante interpretazioni possibili, ma per i professionisti si traduce sempre e soltanto in obblighi finanziari e aggravi fiscali. D'altronde ancora qualcuno porta avanti lo stereotipo di professionisti privilegiati ed evasori. Si tratta di chi non ha occhi per vedere e orecchie per sentire.
Che fare? Il Consiglio Nazionale Architetti ha inviato di recente una nota ai Ministri Zanonato e Saccomanni ed al governatore della Banca d’Italia Visco, per escludere gli architetti dall’obbligo del POS. Altrettanto sta facendo, insieme allo stesso CNAPP, la Rete delle Professioni Tecniche, che ha già elaborato un documento di analisi e chiederà l'esclusione per tutti i professionisti di area tecnica. Sarà la volta che accolgano una nostra richiesta?
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