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"La valutazione del rischio da utilizzo dell’auto come luogo di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
30/10/2013 - In vari
incontri, seminari e convegni si presentano dati preoccupanti sul numero di
infortuni professionali che avvengono sulla
strada. Non sempre tuttavia si forniscono anche strumenti ai Rappresentanti
dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) per poter collaborare e agire, nel
rispetto del ruolo e delle competenze, sulle modalità di valutazione del
rischio, sul tema della sorveglianza sanitaria e sui vari fattori interni e
esterni che possono essere causa e/o concausa di incidenti stradali alla guida di
automezzi.
È quello invece che si è cercato
di fare nel seminario organizzato dal Servizio Informativo per i Rappresentanti
dei Lavoratori per la Sicurezza ( SIRS) il 19 aprile 2013 a Bologna, dal significativo titolo
“ On the road: i RLS di
fronte agli infortuni lavorativi alla guida”.
Ci soffermiamo su alcuni aspetti
introduttivi del tema, ad esempio raccolti nell’intervento
“
La strada come luogo di lavoro e di infortunio - Introduzione al
seminario ‘On the road’”, a cura di Leopoldo Magelli (Collaboratore SIRS
Bologna).
Il relatore parte da una premessa
importante: “si crede comunemente che quasi tutte le condizioni di rischio
infortunistico possano essere prevenute con idonee misure, mentre per gli
infortuni alla guida non c’è niente da fare...”. Ma – continua – “non è vero
che non c’è nulla da fare, si possono prevenire anche gli infortuni
alla guida”.
Innanzitutto si segnala che ci
sono
tre tipologie di infortuni sulla
strada, escludendo i lavori di cantieristica per costruzione:
- “infortuni durante lavori di manutenzione,
gestione, pronto intervento e soccorso;
- infortuni alla guida durante il
lavoro;
- infortuni alla guida andando o
tornando dal lavoro (c.d. in itinere)”.
Il seminario si occupa in realtà
solo degli infortuni
alla guida, perché “i dati sono agghiaccianti: circa metà degli infortuni
mortali sul lavoro avvengono in strada”. E “sono equamente suddivisi (circa 50%
e 50%) tra infortuni durante il lavoro e infortuni in itinere”.
I lavoratori coinvolti negli infortuni
alla guida sono solo quelli dei trasporti
di merci e persone (mansione di autista)? No, anche “tutti quelli che per
il loro lavoro devono spostarsi da un luogo all’altro (edili, manutentori,
impiantisti di tutti i tipi, agenti di commercio, operatori ASL e di enti
pubblici, agenti di polizia, ecc.)”.
Un altro mito da sfatare è che il
rischio di incidenti gravi esista solo
in autostrada e nelle strade extraurbane, in realtà “ è importantissimo anche
nell’ambito del
traffico urbano”.
Se poi il seminario si soffermerà
per lo più sul “problema sicurezza riferito alla guida”, non bisogna
dimenticare che “la guida può comportare rischi anche per la salute (posture,
fatica fisica, nervosa e sensoriale, rumore, vibrazioni, …) “. Inoltre la guida
in molte condizioni lavorative “può creare stress anche severo” e “una situazione
di stress (anche di origine non lavorativa) può creare condizioni di maggior
rischio per chi guida”!
Per cominciare a parlare di
misure di prevenzione presentiamo brevemente una seconda relazione dal titolo “
La gestione del rischio di utilizzo
dell’auto in orario di lavoro - Valutazione del rischio, criticità e
responsabilità”, a cura del Dr.
Daniele Tovoli (Direttore Sistemi per la Sicurezza - AUSL di Bologna ).
Il relatore sottolinea che “oggi
il traffico stradale non è intrinsecamente sicuro” e che il sistema “non è
stato progettato con l ’obiettivo della sicurezza, come nel caso del trasporto
aereo e ferroviario”. Infatti la sicurezza
è “quasi interamente dipendente dal comportamento umano”.
Dopo aver ripercorso i fattori
determinanti degli incidenti (“ambiente in cui si svolge la circolazione
stradale; individuo; veicolo), la relazione riporta alcune
criticità riguardo ai dati sugli incidenti:
- “carenza nella modalità di
raccolta dei dati;
- sono raccolti spesso in modo
approssimativo;
- non sono specifici e sono
orientati più alla rilevazione di elementi importanti in ambito risarcitorio
che preventivo”.
Nell’intervento viene comunque
presentata una
tabella del numero di
incidenti su base nazionale (Aci/Istat) da cui si evince che il 76,4% degli
incidenti avvengono in area urbana (causando il 45,2% di morti).
Rimandando i nostri lettori ad
una lettura integrale degli interventi agli atti, ci soffermiamo
sulle
cause principali degli incidenti alla guida con riferimento ai dati
Istat e ricordando che “oltre il 96% degli eventi sono imputabili a
comportamento scorretto del conducente o pedone nella circolazione”:
- “senza rispettare le regole
della precedenza o semaforo (16,8%);
- guida distratta o andamento
indeciso (16,9%);
- velocità troppo elevata
(11,5%);
- senza mantenere la distanza di
sicurezza (10,1%)”.
Dopo aver riportato una serie di
dati sull’incidentalità a Bologna, indicazioni su caratteristiche individuali,
del veicolo e sulla valutazione del
rischio, il documento si sofferma su alcune
responsabilità dell’azienda:
- “fornire un parco macchine
verificato, adeguato e collaudato nei termini di legge;
- fornire strumenti di gestione
del parco auto;
- individuare chiaramente le
responsabilità”.
E si affrontano anche le
responsabilità individuali, con
riferimento al D. Lgs. 81/2008.
Ogni lavoratore deve:
-
“prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre
persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue
azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai
mezzi forniti dal datore di lavoro;
- utilizzare correttamente le
attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di
trasporto e, nonché i dispositivi di sicurezza;
- segnalare immediatamente al
datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei
dispositivi nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo” di cui viene a
conoscenza”.
Dunque “ogni operatore deve avere
cura degli strumenti di cui dispone per la propria attività”.
E infatti l’utilizzatore “è il
principale controllore dell’efficacia e funzionalità del mezzo. L’utilizzatore effettua verifiche periodiche
in relazione a segni di malfunzionamento e preventive prima dell’uso “.
In conclusione, oltre alla
necessità di una analisi dei rischi e alla fornitura di un idoneo parco
macchine, per
prevenire gli incidenti
si può agire anche:
- sui comportamenti (formazione,
addestramento, sensibilizzazione, ecc.);
- sulle regole di utilizzo
(regolamenti, codice di comportamento, ecc.);
- sui mezzi (revisione periodica, manutenzione
periodica, aggiornamento della dotazione, ecc.)”.
RTM
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