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"Gli effetti acuti del campo magnetico, gli studi epidemiologici"

fonte www.quotidianosicurezza.it / Salute

04/11/2013 -

Gli effetti “acuti” (detti anche effetti di “alto livello”) sono caratterizzati dall’essere:

  • immediati, perché si verificano immediatamente appena si espone l’individuo al campo magnetico e scompaiono, salvo conseguenze permanenti, al termine dell’esposizione;
  • oggettivi, perché si verificano su tutti gli individui senza eccezioni, salvo al più variazioni individuali del valore di soglia.

Gli effetti acuti sono attribuibili alla densità di corrente indotta dal campo magnetico esterno nei tessuti degli organismi esposti. Ai livelli più bassi si tratta di interferenze nella percezione sensoriale:
a) a livello oculare (percezione di lampi luminosi e colorati, detti “fosfeni”);
b) a livello tattile (sensazione di pizzicore);
c) contrazioni muscolari, extrasistole cardiache, fibrillazione ventricolare, sensazione di calore (a livelli più elevati).

La sperimentazione su volontari ha permesso di accertare quali sono gli effetti immediati ed oggettivi provocati dalla corrente indotta in un individuo esposto al campo magnetico a bassissima frequenza.

Nella tabella, gli effetti più significativi *.

Cem

Gli studi epidemiologici, che sono indagini sanitarie condotte con metodi di tipo statistico, hanno come obiettivo quello di evidenziare eventuali associazioni tra esposizione a fattori di rischio ed insorgenza di patologie. Nel caso che qui ci interessa, viene confrontato il grado di esposizione al campo magnetico a bassissima frequenza di due campioni di popolazione, uno costituito da individui affetti dalla patologia su cui si vuole indagare, l’altro da individui sani che per ogni altra caratteristica (sesso, età condizioni socioeconomiche e così via) risultano confrontabili con gli individui del primo campione.

Dalla elaborazione dei dati dell’indagine viene ricavato un parametro, detto “rischio relativo” (“odds ratio”), che indica quanto l’esposizione al campo magnetico renda eventualmente più probabile l’insorgenza della patologia esaminata.

Peraltro, sulla validità/utilità degli studi epidemiologici si sono registrate molte riserve **

*La dosimetria si occupa di stabilire le relazioni tra campo magnetico esterno e densità di corrente indotta. Tali relazioni sono state oggetto di indagini accurate a partire dai primi anni novanta.

La densità di corrente indotta è proporzionale alle intensità del campo magnetico ed alla frequenza.

La costante di proporzionalità dipende:

  • dalle condizioni di esposizione;
  • dalla localizzazione dell’organo interessato;
  • dalle sue proprietà dielettriche.

** Infatti:

  • molti degli studi epidemiologici risultano carenti sul piano della significatività statistica (a causa della bassissima incidenza delle patologie considerate);
  • sono assai frequenti discordanze nei risultati tra indagini simili;
  • non mancano lavori con risultati completamente negativi;
  • non esiste, salvo che in pochi casi, un relazione dose/risposta;
  • le evidenze di laboratorio sono del tutto insufficienti;
  • non è stato finora possibile suggerire un meccanismo biologico plausibile per spiegare i risultati degli studi.


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