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"Imparare dagli errori: incidenti nel raggio d’azione dei caricatori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
14/11/2013 - Sfogliando le schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, non è difficile soffermarsi su incidenti e infortuni, gravi o mortali, che riguardano l’utilizzo delle
macchine movimento terra.
Macchine semoventi che in attività agricole, edili e produttive in
generale, possono essere impiegate nella realizzazione delle attività di
scavo, di carico e di trasporto di terra o di materiali ad essa
assimilabili.
Benché già altre volte la rubrica “Imparare dagli errori” si sia
soffermata su queste attrezzature di lavoro, torniamo a parlarne in un
percorso a più puntate presentando nuove dinamiche e nuove tipologie di
incidente.
E lo facciamo ricordando innanzitutto che l’ accordo della Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 indica
che è richiesta una specifica abilitazione degli operatori per
escavatori idraulici, a fune, pale caricatrici frontali, terne,
autoribaltabile a cingoli.
Le prime attrezzature di cui ci occupiamo sono i
caricatori,
le cosiddette pale gommate o cingolate. Ad esempio le pale gommate che
vengono utilizzate per il carico del materiale smosso (es. sabbia,
ghiaia, terra). Essendo agili e veloci e possono, se abilitate,
percorrere le strade pubbliche. Le pale cingolate sono invece più lente
ma hanno maggior potere “penetrante” nel terreno.
E la prima tipologia di incidente analizzata è correlata alla presenza di operatori nel
raggio d’azione delle macchine.
I casi
Il
primo caso è relativo ad un infortunio avvenuto durante le
operazioni di verifica e misura di tronchi
d’albero.
I tronchi, giunti in azienda a
bordo di un autoarticolato, sono scaricati a terra dal mezzo meccanico e sottoposti
dalla squadra di lavoro alle operazioni di verifica. Lo scarico dei tronchi non
viene effettuato totalmente, ma in più fasi per consentire le operazioni a
terra di verifica e misura. Terminate le operazioni i tronchi vengono rimossi
dal piazzale, posizionati nelle rispettive cataste e si posizionano a terra
altri tronchi per le verifiche.
Due addetti sono situati in
corrispondenza della sezione più grossa del tronco: uno è addetto alla lettura
della distinta, mentre l'altro trattiene con una mano la rotella metrica dalla
quale legge la lunghezza del tronco; uno è in posizione centrale per la misura
del calibro, mentre l’altro è invece accovacciato di fronte alla sezione più
piccola del tronco.
Il conducente di un caricatore
gommato indietreggia con il mezzo in direzione degli operatori urtando con le
ruote gemellari posteriori sinistre il secondo lavoratore e schiacciandolo, in
posizione accovacciata, contro la sezione di taglio del tronco.
Il
secondo caso è relativo al
livellamento
e ripristino di un piazzale, in battuto di ghiaia, che presenta notevoli
buche e dislivelli.
Per tale attività il proprietario
di una carpenteria industriale si affida ad un’impresa edile specializzata che
la mattina stessa dell'infortunio si presenta con una pala
meccanica e due operai di cui uno addetto alla guida del mezzo d'opera e
l'altro con funzioni di assistenza a terra. Il secondo in particolare ha il
compito di stendere con accuratezza la ghiaia con badile, distribuita
grossolanamente dalla pala meccanica per poi essere compattata dalla pala
stessa. Nonostante il titolare dell'impresa edile veda al mattino il lavoratore
operante a terra, sostare sempre nelle vicinanze del mezzo d'opera, non si
preoccupa di dare disposizioni perché i due lavoratori operino lontani uno
dall'altro, per svolgere attività che non necessitano di essere attigue
fisicamente.
Nelle prime ore del pomeriggio
improvvisamente il conduttore del mezzo d'opera sente un sobbalzo della pala e
si accorge di aver travolto il collega, morto sul colpo a causa della frattura
del cranio. È stato rilevato che la pala gommata aveva specchi inadeguati per
la corretta visibilità durante la retromarcia.
Diversi i fattori determinanti
dell’incidente:
- “lavori in prossimità di
macchina operatrice;
- conduzione mezzo d'opera nelle
vicinanze di addetto a piedi;
- pala gommata con specchi
inadeguati”.
Infine un
terzo caso molto breve.
Un conduttore di macchine
per il movimento terra abbandona la pala gommata lasciando il mezzo in moto
e rimanendo nei pressi del veicolo. Poco dopo, un altro operatore si pone alla
guida della pala meccanica e, non accorgendosi del collega, lo investe con la
ruota anteriore all'altezza del torace.
Infor.mo. sottolinea due
fattori:
- l’attività dell’infortunato che
“scendeva dal mezzo in moto e stazionava in un'area pericolosa”;
- l’attività del collega che
“prendeva la guida della pala meccanica senza accertarsi dell'assenza di altri
addetti nel raggio d'azione del mezzo”.
La prevenzione
“ Imparare
dagli errori” ha già affrontato in passato il tema della
presenza di persone nel raggio d’azione
delle macchine fornendo vari spunti e suggerimenti per la prevenzione.
Oggi cerchiamo di offrire un
punto di vista nuovo nella prevenzione correlato all’utilizzo di “
dispositivi d’aiuto alla conduzione di
mezzi”.
Ne ha parlato l’ ULSS 6 di Vicenza sul suo
sito pubblicando il documento “ Prevenire
le collisioni macchine – pedoni (dispositivi d’aiuto alla conduzione dei mezzi)”.
L’ULSS 6 indica che la
prevenzione delle
collisioni tra
mezzi e persone può essere “realizzata in primo luogo con misure
organizzative e con il miglioramento della visibilità”. Tuttavia se queste
misure sono insufficienti per garantire la sicurezza delle persone “possono
rendersi necessarie delle misure tecniche complementari come l’installazione
rilevatori
di persone”.
A questo proposito si segnala che
nel campo dei dispositivi di rilevazione di persone che hanno l’obiettivo di
prevenire i rischi di collisione tra mezzi e persone, “per sistema
d’aiuto alla guida si intende un sistema tecnico che permette di rilevare delle
persone in zone in cui il conducente ha una visibilità limitata, dovuta al
compito che sta svolgendo o alla presenza di angoli morti. Il conducente è
informato da un segnale d’allarme della presenza di persone in situazione di
pericolo nella zona di rilevazione sorvegliata; questo segnale può essere
sonoro e/o visivo e deve essere percepito nell’ambito di lavoro del conducente.
Tuttavia il conducente mantiene la completa gestione dei movimenti
delle macchine. Il rilevatore non agisce automaticamente sui freni, è
compito del conducente arrestare immediatamente la macchina in caso di
allarme”.
Si ricorda tuttavia che questi
dispositivi hanno delle “limitazioni d’uso che possono impedire di rispondere
efficacemente in tutte le situazioni. Attualmente non c’è una soluzione
universale che permetta di rispondere all’insieme delle situazioni di rischio”.
Ogni azienda può definire il
bisogno di questi sistemi di rilevazione prima della loro installazione e solo
dopo una ricerca delle misure organizzative o delle misure destinate a
migliorare la visibilità.
In particolare è necessario:
-
identificare ogni situazione
di rischio intorno al veicolo (movimenti della macchina che
presentano dei rischi significativi per le persone, fasi particolari dei
movimenti che presentano dei rischi, zona a rischio attorno alla macchina dove
circolano o stazionano persone);
-
stimare il livello di
rischio di ogni situazione rischiosa (frequenza e durata
dell’esposizione delle persone a rischio, possibilità di evitare o limitare i
danni, ...);
-
studiare le possibilità di
ricorrere a un dispositivo di segnalazione delle persone;
-
specificare tecnicamente la
o le caratteristiche della segnalazione (bisogna ad esempio
specificare la taglia dell’oggetto più piccolo da intercettare, la
distanza di intercettazione, la dimensione e la localizzazione della/e zone da
segnalare, i tempi di risposta richiesti, ...);
-
scegliere e mettere in pratica
una soluzione tecnica;
-
valutare le misure
installate (si dovrà anche considerare il punto di vista delle
diverse persone coinvolte, con l’obiettivo di conoscere il loro grado di
soddisfazione rispetto al dispositivo installato).
Il documento riporta lo stato
delle conoscenze su
tre tecniche di
rilevazione in grado di contribuire alla prevenzione delle collisioni
macchine-pedoni:
-
segnalazione di persone con “scrutatore laser”: permette con alcune
limitazioni di “intercettare tutte le persone che stazionano o circolano in una
zona a rischio nelle vicinanze della macchina, senza ricorrere a un rivelatore
specifico”; “definire precisamente la planimetria dei campi di intercettazione
ed anche la taglia minima degli oggetti che si vogliono intercettare”;
“modificare la forma e la taglia dei campi di sorveglianza, in funzione delle
fasi di utilizzo del veicolo, con l’utilizzo di un’opportuna interfaccia”;
-
segnalazione di persone con “tecniche ultrasonore”: ad esempio
questi sistemi “sono apprezzati dagli utilizzatori quando si tratta di eseguire
manovre di retromarcia con ridotta visibilità. Le informazioni che danno al
conduttore permettono di evitare danni materiali”; i dispositivi che utilizzano
gli ultrasuoni come tecnica di rilevazione “propongono una soluzione centrata
sul rilevamento a corta distanza quando ci si sposta a velocità ridotta. La
loro efficacia è riconosciuta solo in queste condizioni, e al di fuori di esse
possibilità di utilizzarli decresce esponenzialmente e li rende inutilizzabili
per l’elevato numero di allarmi non giustificati”.
-
rivelazione di persone con “onde elettromagnetiche”: “permette di
rilevare le persone munite di badge; gli altri ostacoli non sono individuati”;
è operativa indipendentemente “dalla postura (in piedi, sdraiate) della persona
da individuare”; “permette di trascurare la maggior parte degli ostacoli che
mascherano parzialmente o totalmente la persona (paratie, veicoli, ...). Solo
gli ostacoli completamente metallici senza apertura potrebbero a seconda della
loro dimensione e della loro costituzione impedire la rivelazione del badge;
risponde, quando le regole dell’arte e le norme sono applicate, alle esigenze
ambientali di un cantiere di lavoro”.
La pubblicazione, ricca di
ulteriori dettagli sui sistemi di rivelazione, sottolinea comunque che tali
sistemi “non sostituiscono le misure di sicurezza di tipo organizzativo ma ne
sono un’eventuale integrazione”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
1673,
1039 e
334 (archivio
incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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