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"Buone prassi per migliorare i comportamenti di sicurezza in cantiere"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
10/12/2013 - Nell’ambito del
comparto edile, già investito da rischi
rilevanti di incidenti e malattie professionali, vi sono attività di
costruzione di opere di alta complessità organizzativa e tecnologica. Magari
con numerose lavorazioni in compresenza, spesso a quote rilevanti, e con
l’impiego di imprese subappaltatrici e la necessità di impostare sin
dall’inizio relazioni tra impresa, Direzione lavori e lavoratori su un piano di
collaborazione attiva.
Un luogo di lavoro di questo tipo
è il cantiere “
Torre Unifimm” di
Bologna, dedicato alla realizzazione di una torre di 125 metri di altezza, un
albergo e una piastra a usi misti di collegamento tra i due edifici principali,
oltre a un parcheggio di due piani interrati. La piastra è completata da una
piazza sulla quale si affacciano gli edifici; piastra e piazza sono
parzialmente coperte da una struttura spaziale in acciaio e vetro, denominata
“vela”. Un cantiere a cui hanno collaborato più di 3000 lavoratori di oltre
trenta nazionalità, inquadrati in circa quaranta imprese subappaltatrici sotto
il coordinamento della Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi (CMB) e del
consorzio Nuova Agorà.
Tale cantiere Torre Unifimm, per
la sua complessità e per gli elevati rischi dal punto di vista della sicurezza,
ha rappresenta il contesto immediato del progetto “
Sicuri per mestiere” che è stato presentato come buona prassi per
la campagna 2012-13 dell’EU-OSHA “ Lavoriamo insieme per la prevenzione dei rischi”.
Progetto che è stato poi validato
come
buona prassi dalla Commissione
Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza nella seduta del
27 novembre 2013 con il titolo “Sicuri
per mestiere: una storia non ordinaria di sicurezza in cantiere” in relazione
al tema del “miglioramento dei comportamenti
individuali di sicurezza e comunicazione in cantiere”.
Riguardo al progetto un’accurata
analisi di più fonti ha consentito di definire le aree di rischio prioritarie sulle
quali intervenire e sono state individuate
5
aree prioritarie causa di potenziale incidentalità nel cantiere:
-
“la
caduta dall’alto:
costituisce la prima causa di infortunio e di decesso nelle costruzioni; nel
cantiere è fonte di potenziale alto rischio, per le caratteristiche progettuali
dell’opera che comportano numerose lavorazioni
in quota;
- la
caduta di materiali dall’alto: è costantemente nei primi posti tra
le cause di infortunio e di decesso nelle costruzioni; nel cantiere è fonte di
potenziale rischio sia per l’intensa movimentazione
di carichi sospesi, sia per la presenza non eliminabile di numerose
aperture ai piani nel corso delle lavorazioni, sia per la natura stessa di
alcune lavorazioni (ad es. la posa dei solai in elevazione);
- l’
utilizzo di macchine e attrezzature: fonte elevata di incidentalità
nelle statistiche di settore, è fonte di rischio potenziale in cantiere per il
largo utilizzo delle medesime (in particolare nelle lavorazioni di
carpenteria);
- il
rischio chimico, inferiore ai precedenti come causa d’incidentalità
nel settore ma ad alto tasso di mortalità; esso è connesso all’impiego in
cantiere di sostanze e preparati utilizzati in particolare nelle lavorazioni di
finitura (giunzioni mediante collanti, intonaci, tinteggiature);
- il
rischio elettrico che, come il rischio chimico, ha un’incidenza
media come causa d’incidentalità nel settore, ma un alto tasso di mortalità. In
cantiere, si presenta nelle fasi in cui è ampio l’utilizzo di elettroutensili
(posa di facciate continue, posa di reti tecnologiche, ecc.) e riguarda sia gli
elettroutensili stessi che i quadri e le linee di derivazione dell’energia”.
Nelle aree di rischio individuate
un incidente può essere determinato sia da
cause
inerenti le misure preventive di sicurezza (“se non previste o non
applicate diligentemente”), sia da
comportamenti
non conformi dei lavoratori (“soprattutto per quanto concerne il lavoro in
presenza di protezioni inadeguate o il mancato uso dei DPI)”.
Il progetto si è focalizzato
sulla seconda categoria di cause (“essendo la prima già ampiamente affrontata
in sede progettuale e di gestione del cantiere”) e le cinque aree di rischio
“sono state declinate in comportamenti
osservabili dei lavoratori, intesi come comportamenti-obiettivo da
perseguire nel cantiere”.
La soluzione adottata consiste in
particolare in “un
intervento per il
miglioramento dei comportamenti individuali di sicurezza dei lavoratori,
ispirato alla BbS ( Behavior
based Safety) e integrato da metodologie di
Change management e da attenzioni derivanti dalla teoria sistemica
della comunicazione”.
Questi i
fondamenti dell’intervento:
- “la comunicazione tra gli
attori coinvolti (committente, direzione lavori, impresa appaltatrice, imprese
subappaltatrici, preposti, lavoratori), che ha reso possibili la costruzione di
significati comuni e un processo di
problem
setting condiviso sui temi della sicurezza;
- le osservazioni dei
comportamenti individuali di sicurezza dei lavoratori”, “pianificate ed
elaborate in modo da fornire evidenza statistica del loro
trend;
- il rinforzo positivo fornito ai
comportamenti sicuri mediante i
feedback
continui, i premi e le celebrazioni, che riconoscono periodicamente e
pubblicamente i risultati conseguiti dalle imprese subappaltatrici e dai
lavoratori ‘più sicuri’”.
Il documento “
Sicuri per mestiere - Relazione esplicativa
ad integrazione del Modello B di partecipazione”, allegato alla scheda
relativa alla buona prassi, si sofferma in particolare su
osservazioni, dati, premi e comunicazione degli esiti.
In particolare le
osservazioni “sono condotte più volte
al giorno, secondo un calendario continuamente aggiornato sulla base delle
aziende presenti in cantiere e della numerosità dei lavoratori per ognuna di
esse. Il calendario prevede un numero di osservazioni ogni due settimane pari
almeno alla metà dei lavoratori presenti, per garantire significatività
statistica ai risultati. Ogni due settimane i dati vengono elaborati per
complessivo di cantiere e per azienda o consorzio di aziende. Si stila una
graduatoria delle aziende più virtuose avendo come riferimento il
Quoziente di Sicurezza (QS), che mette
in relazione il numero di osservazioni positive, il numero degli operai
osservati e il totale degli item osservabili”.
Inoltre – continua il documento -
si elaborano “le risposte/spiegazioni che gli operai, durante le osservazioni,
danno riguardo ai loro comportamenti
‘non virtuosi’, per monitorare il livello di consapevolezza delle persone
rispetto agli obiettivi comportamentali”. E le aziende singole o consorzi più
virtuosi “che al termine di ogni due settimane di osservazioni (‘traguardo
volante’) conseguono il QS più elevato hanno diritto ad un
premio simbolico”. Mentre le aziende singole o consorzi che dopo
quattro settimane di osservazioni (“Traguardo di tappa") “sono in testa
alla graduatoria ricevono una maglietta di colore verde da utilizzare al posto
di quella bianca di partenza, simbolo riconosciuto da tutto il personale in cantiere”.
E come ulteriore forma di riconoscimento, al termine del lavoro e quindi della
presenza dell'azienda in cantiere viene consegnato a ciascun operaio un
certificato che attesta la partecipazione al Progetto "Sicuri per
mestiere". Inoltre gli esiti delle graduatorie bi- e quadrisettimanali, i
miglioramenti raggiunti o i comportamenti-obiettivo che ancora devono essere
migliorati “vengono comunicati ai lavoratori con messaggi semplici e chiari
attraverso un monitor posto all'ingresso del cantiere”.
Infine “particolare importanza
rivestono in ‘Sicuri per mestiere’ gli incontri periodici con gli operai”.
Torniamo alla scheda e
all’efficacia dei
risultati
quantitativi, qualitativi e di trasferibilità.
Quelli
quantitativi riguardano in particolare “il tasso di incidentalità
rilevato nel cantiere e la percentuali di comportamenti sicuri sul totale di
quelli osservati (Quoziente di Sicurezza QS).
L’incidentalità risulta
estremamente inferiore alle medie nazionali: al 31/12/2011 “risultano in tutto
7 infortuni (in media, uno ogni circa 191.500 ore lavorate nel cantiere, contro
una media nazionale di 7.614). Le ore di lavoro perdute a causa di infortuni
ammontano a 808, pari allo 0,06% delle ore lavorate totali”.
La scheda riporta poi nel
dettaglio i risultati quantitativi relativi al quoziente di sicurezza raggiunto
nelle varie aree di rischio.
I
risultati qualitativi si possono catalogare invece in tre aree:
- risultati di apprendimento del
Gruppo di progetto (composto dallo
staff di cantiere, da rappresentanti delle funzioni centrali di CMB e da
consulenti): “nel corso dello sviluppo di ‘Sicuri per mestiere’ i componenti
del Gruppo di progetto hanno progressivamente modificato, rendendola più
complessa e multidimensionale, la percezione del loro ruolo in funzione della
sicurezza; hanno rinforzato la loro attenzione e le loro competenze di
relazione e comunicazione interna ed esterna, hanno accresciuto la loro
capacità di lavoro di team e il loro senso di appartenenza e coesione, sia
all’interno del gruppo di progetto, sia nel cantiere;
- risultati di miglioramento
delle relazioni tra soggetti del sistema: costituzione di relazioni positive
tra impresa costruttrice e direzione lavori; collaborazione e unità d’intenti
nell’intero sistema cantiere; miglioramento dei rapporti tra staff tecnico di
cantiere, preposti e lavoratori delle imprese
subappaltatrici (favoriti dai periodici incontri plenari con tutti i
lavoratori, per la comunicazione dell’andamento del progetto);
- risultati di crescita
professionale e di consapevolezza dei lavoratori: creazione e diffusione nel
cantiere di significati condivisi sulla sicurezza, favorita soprattutto dalla
continua osservazione e conversazione sulla sicurezza; miglior percezione della
responsabilità individuale sulla sicurezza; incremento dell’iniziativa autonoma
dei lavoratori sulla sicurezza (segnalazioni, proposte, soluzioni)”.
Mentre infine i
risultati di trasferibilità consistono
essenzialmente:
- “nella tenuta del progetto su
tutto l’arco di vita di un cantiere particolarmente complesso, anche per la sua
suddivisione in due lotti coordinati da due differenti imprese, per l’elevato
turn over delle imprese subappaltatrici
e della mano d’opera, per la sua durata”;
- “nell’applicazione di successo
della medesima metodologia d’intervento in un nuovo cantiere, con minori
dimensioni e caratteristiche differenti dell’opera, del committente e
dell’organizzazione del lavoro”.
RTM
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