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"Rischi lavorativi: un approccio multidisciplinare"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
11/12/2013 - Se il tema della
discriminazione nel mondo del lavoro è un tema che raramente è declinato dal
punto di vista della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, i dati relativi
agli infortuni e malattie
professionali delle donne mostrano come in Italia esista ancora un “
problema di genere”. E malgrado i passi
avanti di questi ultimi anni ancor oggi l’approccio alla salute e sicurezza sul
lavoro continua a prestare poca attenzione alle specificità legate al genere.
Per migliorare le politiche aziendali
e la consapevolezza delle differenze
correlate all'appartenenza al genere maschile o femminile, rispetto alla
sicurezza sul lavoro, l’Inail ha prodotto un nuovo
quaderno tematico della "
Rivista
degli Infortuni e delle Malattie Professionali".
Dopo la pubblicazione dei due
volumi dal titolo “ Salute e
sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee guida e
primi strumenti operativi”, sono stati pubblicati i successivi volumi:
- Volume III:
Integrazione di genere delle linee guida
per un SGSL;
- Volume IV:
Rischi lavorativi.
Presentiamo brevemente il quarto
volume, il documento “
Salute e sicurezza
sul lavoro, una questione anche di genere. Rischi lavorativi. Un approccio
multidisciplinare. Volume 4”.
Il progetto si muove verso la
raccolta di esperienze e strumenti applicativi che consentano ai datori di
lavoro di valutare correttamente il rischio in relazione al genere, senza
incorrere - come ricordato nella presentazione del Direttore generale Inail
Giuseppe Lucibello - “esclusivamente nella tradizionale prevenzione e protezione
delle lavoratrici
madri: importantissima certo, ma sicuramente non esaustiva del tema”.
Dopo aver presentato nel terzo
volume un
sistema di autodiagnosi,
che vuole mettere in condizione “il datore di lavoro di verificare se il
proprio sistema di gestione della sicurezza e, comunque, la propria
organizzazione del lavoro garantisca equità anche rispetto al genere e agli
altri fattori indicati”, nel
quarto volume si affronta invece una
questione fondamentale: “cosa significa concretamente prevenire e valutare il
rischio in ottica di genere, facendo il punto sullo stato dell’arte, e offrendo
un contributo per il bisogno di conoscenza nella valutazione dei rischi
muovendo dal genere come variabile per lo studio della sicurezza sul lavoro”.
Riguardo poi al lavoro svolto, la
multidisciplinarità è risultato un
elemento strategico e di valore per affrontare il tema della salute e sicurezza
sul lavoro.
Il punto di forza del progetto è
proprio nell’aver messo insieme competenze e saperi diversi e formazioni e
appartenenze a realtà lavorative eterogenee. Dalle competenze della ricerca
accademica, seppur applicata, dell’Università, con quella specialistica dei
professionisti INAIL, il tutto integrato dall’apporto del “Comitato Unico di Garanzia
per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro
le discriminazioni” (CUG) e dal coinvolgimento di realtà aziendali disponibili
ad avviare un percorso di analisi e validazione di strumenti.
Il progetto presentato dall’Inail
nel quarto volume rappresenta un percorso di ricerca/azione i cui primi
risultati sono esposti in
due parti.
Nell’introduzione al progetto si
specifica che la
prima
parte (Capitoli 1, 2 e 3) è “orientata
a fornire una corretta definizione dell’orizzonte teorico di riferimento”,
mentre la
seconda parte (Capitoli 4,
5 e 6) fornisce “una ricognizione delle evidenze scientifiche che hanno
rilevato differenze di esposizione ed effetti, in merito ai rischi lavorativi,
e una asimmetrica distribuzione delle malattie
professionali in uomini e donne”.
Veniamo infine al dettaglio dei
vari
capitoli:
- il
primo capitolo affronta “le questioni di fondo che sottendono al
lavoro di ricerca, chiarendo definizioni e significati dei termini e dei
concetti, attorno ai quali ruota l’introduzione del genere come variabile utile
allo studio della salute e della sicurezza sul lavoro”. Ad esempio si ricorda
che il pensiero scientifico ha “considerato per molto tempo il
maschile come neutro, e tale equivoco
tuttora permane nella normativa e nella sua applicazione”. E si evidenzia come
“si ricorra, spesso, al concetto di
sesso
(riferito alle differenze fisiche, di carattere anatomico, fisiologico,
biologico e ormonale) in qualità di sinonimo del termine
genere (che indica, invece, la costruzione sociale che, in una
determinata cultura, viene operata a partire da tali differenze e da cui
derivano ruoli, funzioni e compiti)”. Ed è proprio nel “declinare il tema della
salute e della sicurezza” che emerge la necessità e l’importanza di considerare
l’intero “contesto di vita”, per “l’insorgenza di patologie influenzate da
elementi che appartengono alla complessità delle attuali biografie femminili e
maschili”. È necessario, ad esempio, valutare “i ruoli che le donne svolgono
per la famiglia e sui luoghi di lavoro, i diversi tempi di vita e l’intera
organizzazione della sfera produttiva e riproduttiva”;
- il
secondo
capitolo vuole
chiarire e specificare “le implicazioni connesse all’utilizzo della categoria
di sistema
sesso-genere,
individuando i livelli analitici che devono essere considerati come
reciprocamente intervenienti (livello individuale, relazionale e
istituzionale). In considerazione delle caratteristiche proprie di ciascuno,
che impongono l’adozione di peculiari metodi di ricerca, i tre livelli saranno
presi in esame in fasi diverse del percorso di analisi e indagati attraverso
l’utilizzo di precipui strumenti di ricerca”;
- il
terzo capitolo vuole fornire una “visione complessiva del percorso
compiuto dalle Istituzioni Comunitarie, dai singoli Stati membri e dai più
innovativi percorsi di ricerca, presenti nella letteratura internazionale e
relativi a questo ambito di studio”;
- con il
quarto capitolo si apre la seconda parte della rivista: sono
illustrati “gli studi effettuati per evidenziare le
differenze di esposizione fra maschi e femmine, come risultato
della segregazione lavorativa ed extra-lavorativa, ai fini di avere un quadro
più realistico di quelli che sono le occasioni/modalità di esposizione che
risultano determinanti per le condizioni di salute dei due generi”;
- il
quinto capitolo propone una “panoramica della letteratura
scientifica che evidenzia come per diverse tipologie di rischio - chimico,
fisico, biologico, ergonomico e psicosociale - sia possibile osservare diversi
effetti a seconda del genere”. In molti casi, “le differenze riscontrabili
possono essere spiegate con la diversa distribuzione dei due generi nelle varie
attività, in altri con la sovrapposizione e impegno dovuto al lavoro casalingo
e di cura. A tali evidenze si aggiungono studi epidemiologici che prendono in
esame più specificamente varie tipologie di rischio e ne confrontano la
distribuzione nei due generi”. Il quadro che emerge mostra come sia nella sfera
produttiva che fuori dall’ambito lavorativo, “
i rischi per la salute non sono né qualitativamente, né
quantitativamente, distribuiti in maniera omogenea tra i rappresentanti dei due
sessi”;
- infine il
sesto capitolo restituisce “i risultati di una prima e preliminare
descrizione dei fenomeni connessi agli infortuni e alle malattie professionali
in Toscana”.
Come il terzo e il quarto volume
di “Salute e Sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere” si apre
dunque la strada al futuro percorso orientato verso la definizione di un quadro
organico di
linee guida per una
valutazione globale di tutti i rischi nell’ ottica
di genere.
L’
indice del quarto volume:
Valorizzare le diversità: la chiave
di lettura del progetto di Antonella Ninci
Introduzione di Rita Biancheri
Parte I - QUADRI TEORICI E
STRUMENTI INTERPRETATIVI
1. - COSA SIGNIFICA PREVENIRE E
VALUTARE IL RISCHIO IN OTTICA DI GENERE? DALLA NORMATIVA ALLA SUA APPLICAZIONE:
IL CONTRIBUTO DELLA SOCIOLOGIA di Rita Biancheri
1.1. - PER UNA DEFINIZIONE DI
GENERE
1.2. - IL GENERE NEGLI STATUTI
DISCIPLINARI
1.3. - IL DECRETO 81/2008 IN
MATERIA DI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
Bibliografia di riferimento
2. - UNA LETTURA GENDER-ORIENTED
DELLE DINAMICHE DEL MERCATO DEL LAVORO IN TOSCANA AI TEMPI DELLA CRISI di
Silvia Cervia
2.1. - GENERE E TUTELA DELLA
SALUTE: DEFINIZIONI E PROPOSTE DI LETTURA
2.1.1. - Il genere come costrutto
multilivello
2.1.2. - Primo livello:
l’applicazione dell’approccio ‘macro’ al contesto di riferimento
2.2. - LA CRISI COME ‘EVENTO DI
DIVARICAZIONE’: L’EFFETTO MATILDA DELLA DINAMICA CONGIUNTURALE
2.2.1. - Traiettorie di
radicalizzazione: un possibile effetto san Matteo?
2.3. - “COME IL PESCE NEL MARE”:
GENERE E QUOTIDIANITÀ
2.3.1. - I servizi locali per la
prima e primissima infanzia
2.3.2. - Congedi e part-time come
indicatori dell’asimmetrica distribuzione delle obbligazioni familiari
2.4. - SUL MISMATCH TRA
ISTRUZIONE E MERCATO DEL LAVORO: IL GENERE COME VARIABILE INTERPRETATIVA
L’approfondimento - La legge
regionale n. 16/2009 sulla cittadinanza di genere
2.5. - ESSERE STRANIERI NEL
MERCATO DEL LAVORO TOSCANO: QUANDO UNO PIÙ UNO NON FA DUE…
2.5.1. - Il genere come variabile
dirimente per analizzare l’impatto della crisi
2.5.2. - Dinamiche di radicamento
della segregazione occupazionale
Bibliografia di riferimento
3. - IL GENERE COME VARIABILE PER
LO STUDIO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO di Elisa Caponi, Silvia Cervia, Giulia
Ficini
3.1. - LE INIZIATIVE COMUNITARIE:
DALLE PARI OPPORTUNITÀ ALLA TUTELA DELLA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO IN OTTICA
DI GENERE
3.2. - VERSO UNA PREVENZIONE
GENDER-ORIENTED: ANALISI COMPARATA DEI PROGRAMMI DI ALCUNI STATI MEMBRI
3.2.1. - Focus su alcuni Paesi
Membri dell’Unione Europea
3.2.2. - Caso italiano: le
Agenzie Ambientali
3.3. - “OPERATIVIZZARE” IL
GENERE: PRIMI PERCORSI DI RICERCA
Bibliografia di riferimento
Sitografia di riferimento
Parte II - EVIDENZE EMPIRICHE
Stato dell’arte e bisogno di
conoscenza per la valutazione dei rischi in ottica di genere di Annalaura Carducci
e Rudy Foddis
4. - DIFFERENZE DI GENERE
NELL’ESPOSIZIONE A RISCHI LAVORATIVI di Annalaura Carducci, Elisa Caponi
4.1. - PRINCIPALI RISCHI DI
ESPOSIZIONE IN SETTORI LAVORATIVI E IN MANSIONI A PREVALENZA FEMMINILE
4.1.1. - Differenza di
esposizione a pericoli di natura infortunistica
4.1.2. - Differenza di
esposizione a pericoli di natura ergonomica
4.1.3. - Differenza di
esposizione a pericoli di natura chimica
4.1.4. - Differenza di
esposizione a pericoli di natura fisica
4.1.5. - Differenza di
esposizione a pericoli di natura biologica
4.1.6. - Differenza di
esposizione a pericoli di natura psico-sociale
4.2. - L’INFLUENZA DELLA
SEGREGAZIONE VERTICALE E DEI FATTORI ORGANIZZATIVI NELL’ESPOSIZIONE A RISCHI
LAVORATIVI
4.3. - DIFFERENTE CARICO E
DIVERSA ESPOSIZIONE A RISCHI TRA UOMO E DONNA NEI LAVORI DOMESTICI
L’approfondimento - Esposizione
combinata a rischi diversi: una questione particolarmente importante per le
donne
L’approfondimento - Stress e
fatica fisica: fattori di rischio per le donne
Bibliografia di riferimento
5. - GENERE E DIFFERENTI EFFETTI
ALL’ESPOSIZIONE A FATTORI DI RISCHIO OCCUPAZIONALE di Rudy Foddis e Giulia
Ficini
5.1. - TOSSICOLOGIA: ASPETTI
GENERALI
5.2. - TOSSICOLOGIA RIPRODUTTIVA
5.3. - TOSSICOLOGIA E FISIOLOGIA
RESPIRATORIA
5.4. - RISCHIO DA AGENTI FISICI
5.5. - TUMORI PROFESSIONALI
5.6. - RISCHIO BIOLOGICO
L’approfondimento - Evidenze
sulla differenza di sesso nella risposta alle infezioni
5.7. - RISCHI DA FATTORI INERENTI
L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
5.8. - RISCHIO ERGONOMICO
5.9. - RISCHI PSICOSOCIALI
L’approfondimento - Il suicidio
per ragioni economiche: una differenza di genere al maschile
Bibliografia di riferimento
6. - INFORTUNI E MALATTIE
PROFESSIONALI IN TOSCANA: UN QUADRO DI SINTESI di Alberto Baldasseroni, Elisa
Caponi, Silvia Cervia, Giulia Ficini, Paolo Guidelli e Donatella Talini
6.1. - INFORTUNI SUL LAVORO
6.2. - MALATTIE PROFESSIONALI
Inail, “ Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere.
Rischi lavorativi. Un approccio multidisciplinare. Volume 4”, quaderno
della "Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali" a cura
di Rita Biancheri, Annalaura Carducci, Rudy Foddis e Antonella Ninci, agosto
2013 (formato PDF, 17.11 MB).
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