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"Imparare dagli errori: escavatori e scavi, infortuni e prevenzione"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
19/12/2013 - In questi mesi
“Imparare dagli errori” sta presentando dinamiche di molti incidenti avvenuti
in attività diverse ma collegate dalla presenza di
macchine movimento terra. Siamo partiti dai
caricatori, dalle pale meccaniche - con riferimento a varie
tipologie di rischio, dalla sosta nel raggio
d’azione della macchina agli errori
di manovra – e non potevamo non affrontare il tema degli
incidenti con gli escavatori.
L’
escavatore idraulico è una delle macchine movimento terra più
versatili e diffuse. Con l’ escavatore idraulico si possono eseguire scavi di
sbancamento, carico di materiale, scavi in sezione ristretta per fondazioni,
canalizzazioni, sistemazioni idrauliche, formazioni di scarpate, argini
fluviali, ... E se dotato di specifici accessori o strutture può posare
manufatti, come armature, tubazioni, può operare il cesoiamento di manufatti in
ferro, calcestruzzo, può essere adibito a demolizione di fabbricati e
demolizioni di grandi masse di roccia e manufatti stradali,...
Gli incidenti di cui ci
occuperemo oggi sono correlati alla
presenza
di escavatori in situazioni di scavo non sicure
e sono ricavati dalle schede di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Come abbiamo fatto a proposito
dei caricatori, anche in questo caso ricordiamo che con l’entrata in vigore
dell’ accordo della Conferenza
Stato-Regioni del 22 febbraio 2012, è richiesta una
specifica abilitazione degli operatori per escavatori idraulici, a
fune, pale caricatrici frontali, terne, autoribaltabile a cingoli.
I casi
Il
primo caso è relativo ad un infortunio avvenuto durante attività di
costruzione di una villa bifamiliare.
Un lavoratore attivo nel cantiere
- durante i lavori di posa di tubazioni di scarico in PVC sul fondo di uno
scavo a sezione ristretta della profondità di circa 1,9 m - mentre è chino per
giuntare due tubi, viene seppellito dal terriccio.
Il seppellimento avviene in
seguito al
franamento di parte di
una delle due sponde dello scavo, sollecitata anche dalla vibrazione prodotta
dal vicino
escavatore che proseguiva
lo scavo.
Lo scavo era stato realizzato in
parte in materiale riportato per il ritombamento degli scavi di fondazione. La
relazione geologica, riferita al terreno della zona, indicava come altezza
critica per la stabilità delle sponde di scavo m 1,20, evidenziando la
necessità di sbadacchiare le pareti o profilarle a 45° in caso di profondità di
scavo superiori. L'infortunato restava sepolto sotto il terreno franato per
circa 10' prima di essere estratto dai colleghi e quindi soccorso dal personale
del 118. Moriva alcuni giorni dopo per edema cerebrale conseguente alla
asfissia.
Questi i vari
fattori causali - determinanti o
peggiorativi – riportati nella scheda di Infor.mo.:
- “mancata armatura o profilatura
delle pareti dello scavo a sezione ristretta nonostante le prescrizioni del PSC
e della relazione geologica”;
- attività dell’escavatore “nei
pressi dello scavo nonostante il divieto imposto dal coordinatore”; - il
lavoratore “lavorava chino sul fondo di uno scavo a sezione ristretta”.
Il
secondo caso è relativo ad attività in un cantiere per l'
esecuzione di scavi per la posa in opera di
tubazioni per acqua e rete fognaria e successivo allacciamento.
Un lavoratore è incaricato di
scaricare 4 tubi in PVC che si trovavano sul camion e di depositarli ad una
decina di metri dallo scavo, profondo 1 metro e 70 cm, largo 2 metri circa,
lungo 4 metri circa, iniziato due ore prima. Successivamente il lavoratore avrebbe
dovuto recarsi assieme ad un collega presso un altro cantiere.
Dopo aver svolto attività di
sistemazione dei materiali di risulta con l'escavatore, il datore di lavoro,
non vedendo più il dipendente e constatando che i tubi sono stati scaricati e
depositati a terra, si avvicina allo scavo e vi trova l'infortunato, sommerso
dalla terra sino a circa 10 cm sopra la cintola e con le braccia alzate.
Chiamati i soccorsi, dopo i primi tentativi di rianimazione, il personale
medico non ha potuto far altro che constatarne il decesso per frattura della
parete toracica.
Fattori causali:
- “scavo non armato/terreno non
consolidato;
- lavorazione in zona pericolosa:
ad una distanza dallo scavo inferiore a quella raccomandata;
- utilizzo
dell'escavatore nei pressi dello scavo”.
Infine un
terzo caso breve.
Mentre sta pulendo il bordo di
una strada sul ciglio di uno scavo, a causa della pioggia e delle condizioni
del terreno, la strada frana sotto il peso dell'escavatore facendolo rotolare
nello scavo che contiene acqua.
Il conducente rimasto dentro la
cabina muore per frattura cervicale e annegamento.
Fattori causali:
- “opera con l’escavatore in
prossimità di ciglio dello scavo non considerando le condizioni ambientali;
- ciglio dello scavo reso franoso
dalla pioggia”.
La prevenzione
Le attività di scavo sono una
delle attività a maggior rischio dopo i lavori in quota, e sono molte le misure
di prevenzione che dovrebbero essere messe in pratica per garantire la
sicurezza degli operatori, anche con riferimento all’interferenza tra attività
di lavoro delle macchine e lavoratori.
Senza nessuna possibilità di
essere esaustivi sul tema e rimanendo sugli aspetti generali della prevenzione,
presentiamo
alcune indicazioni tratte dal “ Manuale macchine
movimento terra: utilizzo e sicurezza”, un quaderno tecnico – prodotto
dalla Scuola Edile Bresciana ( S.E.B.) e curato da Giuliano Bianchini - che ha l’obiettivo
di fornire gli strumenti per una corretta applicazione delle normative e per un
utilizzo idoneo dei mezzi presentati.
Il manuale dedica ai
lavori di
escavazione uno specifico capitolo, con riferimento anche alle
procedure di sicurezza da adottare durante i lavori
di scavo.
Riguardo alla
sicurezza
nelle operazioni di scavo il manuale sottolinea che “durante
questa fase è importante evitare il crollo del fronte dello scavo dovuto
all’improvviso smottamento del terreno”.
È dunque necessario “effettuare le
indagini preliminari di natura geologica e geotecnica
per definire l’inclinazione di sicurezza della parete, tale per cui essa
risulti stabile e non vi sia pericolo di franamento”.
Sono queste le principali
caratteristiche
che determinano stabilità ed entità dell’inclinazione della
parete dello scavo:
- “le condizioni geologiche (ad
es. fratture di livelli litologicamente differenti) e idrogeologiche;
- le caratteristiche geometriche
(altezza);
- le caratteristiche geotecniche
del terreno (coesione);
- le condizioni del contorno
dello scavo (presenza di sovraccarichi in prossimità della parete di scavo
quali edifici, costruzioni, ecc...)”.
Se prima di iniziare i lavori “il
responsabile tecnico dovrà effettuare un attenta analisi della zona di scavo al
fine di individuare tutte le misure di sicurezza da adottare”, particolare
attenzione dovrà essere posta “ai fattori ambientali: scavi in presenza di
acque, canalizzazioni di servizio, strutture edilizie esistenti, terreni poco
stabili, condizioni meteorologiche avverse”.
Si ricorda tuttavia che la legge
“
vieta il sistema di scavo manuale per altezze della parete del fronte di
attacco superiori a 1,50 m” e che si “devono sempre attuare le
misure di sicurezza necessarie per evitare il rischio
di seppellimento delle maestranze dovuto al possibile crollo delle pareti e
in modo particolare nei lavori in trincea, posizionando allo scopo specifiche
attrezzature di protezione (ad esempio blindo-scavi)”.
Nel manuale sono elencate una
serie di
situazioni con diverse immagini di riferimento che
evidenziano i principali adempimenti da adottare per eseguire i lavori di scavo
in sicurezza. Ne riportiamo alcuni.
Riguardo alla
predisposizione
delle protezioni nell’area di lavoro:
- “la zona di lavoro deve essere
delimitata;
- l’accesso al ciglio dello scavo
deve essere impedito con regolare parapetto o barriera”;
- è vietato sostare o transitare
nel raggio d’azione delle macchine
movimento terra.
Si sottolinea inoltre che è
vietato depositare materiale sopra il
ciglio dello scavo. “Se per
qualsiasi motivo si deve depositare del materiale, le pareti dello scavo devono
essere sostenute da regolari armature le cui estremità devono superare di
almeno 30 cm il ciglio dello scavo stesso”.
In relazione ai
lavori
all’interno dello scavo si indica che “lo scavo profondo più di
1,50 m, le pareti verticali e la scarsa larghezza della trincea, determinano
una condizione di rischio accentuato per i lavoratori che vi operano e che
potrebbero essere seppelliti dallo smottamento del terreno delle pareti. È
quindi indispensabile eseguire delle regolari e sicure armature di protezione”.
Nel manuale sono riportati alcuni esempi di armature di sicurezza e di blindo
scavo a protezione dal rischio
di smottamento del terreno o di crolli improvvisi.
In particolare si ricorda che
esistono varie “tipologie dei
sistemi di blindaggio” (ad esempio
il tipo “box”, “garantisce condizioni di elevata sicurezza in lavori in trincea
con terreno di buona consistenza ed è costituito da una coppia di pannelli
metallici contrapposti collegati da distanziatori telescopici. Consente scavi
fino a profondità massime indicate dal produttore dello stesso sistema di
blindaggio (la tipologia in figura raggiunge una profondità massima di scavo di
3,5 m). È indispensabile per un corretto utilizzo dell’attrezzatura, disporre
nel luogo di lavoro delle istruzioni fornite dal fabbricante”.
Dopo aver riportato una
situazione d’infortunio dovuta al crollo della parete a causa di un errore di
scavo dell’operatore, il manuale si sofferma infine anche sul
corretto
posizionamento delle macchine.
In particolare è bene “disporre
sempre la macchina (compatibilmente alle caratteristiche del sito) nella
migliore configurazione possibile ai fini della sicurezza”.
In caso di crollo della parete
“la posizione dei cingoli paralleli al fronte dello scavo non consente un
allontanamento immediato dalla zona di smottamento; una maggiore sicurezza si
può ottenere se il carro è disposto in modo perpendicolare alla parete stessa”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
1907,
823a e
758a (archivio
incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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