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"Imparare dagli errori: gli incidenti con macchine miscelatrici"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
16/01/2014 - Più volte PuntoSicuro ha presentato tesi di laurea di studenti universitari per approfondire tematiche rilevanti in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
Tesi che in alcuni casi si propongono l’analisi di specifici
incidenti di lavoro, analisi di cui si può giovare una rubrica come “
Imparare dagli errori” che partendo dalle dinamiche degli infortuni vuole offrire spunti per la prevenzione nelle aziende.
Una tesi che affronta questi temi - realizzata per il corso di laurea di Ingegneria Gestionale presso la Università degli Studi di Bergamo – si occupa della
sicurezza degli impianti industriali e si intitola “
Incidente ad una macchina miscelatrice in un’industria chimica”.
La tesi, a cura di Federica Giudici e presentata nell’anno
accademico 2007/2008, descrive innanzitutto la dinamica dell’incidente.
L’incidente
L’operaio della ditta “X”che
produce
colle e coloranti chimici è
addetto alle operazioni di preparazione di prodotti
chimici presso una macchina miscelatrice composta da un albero rotante
verticale dotato di elica da immergere in un bidone con ruote contenente il
materiale da miscelare. Verso le ore 10:30 l’operaio ha appena terminato la
preparazione di una colla di colore rosso. Dovendo “successivamente procedere
alla preparazione di un altro prodotto con caratteristiche diverse dal precedente”,
all’operaio viene ordinato “di effettuare la pulizia del miscelatore e, in
particolare, dell'albero rotante dello stesso, ciò al fine di evitare la
contaminazione e l'inquinamento del nuovo composto”.
L'eliminazione delle
incrostazioni più grossolane viene effettuata dal lavoratore “dapprima con un
acido (acetone), poi con un raschietto e infine, per eseguire accuratamente la
pulizia, con carta abrasiva”. Nell'eseguire questa attività egli dapprima
toglie l'elica dell'albero e procede alla pulizia manuale con albero rotante
fermo; successivamente avvia l'albero rotante azionando il pulsante di
alimentazione elettrico alla velocità massima.
Per avviare l'albero rotante egli
ha staccato “dal supporto la catena con chiavetta che serviva per tenere legato
e fermo il bidone con ruote”, (allo scopo di evitare che l'agitazione del
materiale da miscelare sposti il bidone stesso), estraendo dal bidone l'albero
rotante, e poi ha reinserito “la catena con chiavetta nel supporto per
consentire in tal modo l'avviamento de motore”.
A questo punto il lavoratore si
avvicina all'albero motore in movimento e, indossando guanti, prende una carta
abrasiva e la preme contro l'albero rotante per effettuare l'accurata pulizia
dell'albero. I suoi avambracci vengono colpiti dall'albero che velocemente
ruota su se stesso, staccandoli. L’operaio viene violentemente trascinato e,
dopo aver sbattuto con il corpo su altri manufatti circostanti, finisce
scaraventato a terra con le mani e gli avambracci staccati.
Analisi delle concause
Le concause individuate nella
tesi sono principalmente 20 e possono essere classificate tra:
-
comportamentali
(hanno a che fare con una persona);
-
gestionali (hanno
a che vedere con la figura del capo o con comportamenti presi da tutta
l’organizzazione);
-
tecniche
(riguardano il funzionamento dell’impianto o della macchina in questione)-
Inoltre sono indicati
sei diversi livelli di concause:
-
I livello: “gli avambracci dell’operatore vengono colpiti
dall’albero; il suo corpo sbatte violentemente con oggetti vicini alla
macchina;
-
II livello: - viene trascinato dall’albero (concausa tecnica); presenza di oggetti vari vicino alla
macchina (concausa tecnica e gestionale: in tutta l’azienda
vicino alle macchine vi sono altri oggetti);
-
III livello: l’albero era in rotazione (tecnica e comportamentale: l’operaio mette in rotazione l’albero);
l’operaio era vicino al miscelatore (comportamentale
e gestionale: l’operazione di pulizia per essere svolta prevede la
vicinanza dell’operatore alla macchina);
-
IV livello: l’operatore non utilizza il tubo-contenitore
predisposto per inserire l’albero motore per il lavaggio (comportamentale); stava facendo operazione
di pulizia del miscelatore (comportamentale);
l’operazione di pulizia deve essere fatta con contatto diretto tra
operatore e macchina (gestionale e tecnica); l’operatore reinserisce la
chiavetta della catenella (comportamentale
e tecnica: non c’è nessun dispositivo che glielo impedisce); ha avviato
la corrente dal quadro
elettrico (comportamentale e
tecnica: non c’è nessun dispositivo che glielo impedisce);
-
V livello: ha poco tempo
(comportamentale -
l’operatore ha fretta - e tecnica - l’operazione di pulizia è tale da
richiedere parecchio tempo); le precedenti operazioni di pulizia (acido e
raschietto) non hanno dato il risultato atteso (tecnica); non è
informato sull’utilizzo del tubo-contenitore (gestionale e
comportamentale: l’impresa
doveva assicurarsi che l’operaio conoscesse ed utilizzasse la
procedura);
doveva preparare un prodotto diverso da quello lavorato precedentemente;
errore
nella progettazione (tecnico); l’operatore
aveva tolto la chiavetta per estrarre l’albero rotante dal bidone
(comportamentale); la catenella non blocca l’avviamento dell’albero
(tecnica); l’operatore non era
informato sui rischi connessi all’operazione (comportamentale e
gestionale); il caporeparto non interviene
per impedire il disinserimento dei dispositivi di sicurezza
(gestionale);
-
VI livello: metodi di pulizia non efficienti
(tecnica); la catenella è un
meccanismo di protezione facilmente neutralizzabile (tecnica);
caporeparto assente (gestionale); l’operatore non informa il caporeparto
(comportamentale)”.
Analisi del sistema di gestione della sicurezza e prevenzione
Un’analisi del sistema di
gestione prima dell’incidente porta a determinare che l’evento infortunistico è
stato favorito dall’
errato comportamento
e dal
mancato rispetto delle norme di sicurezza
da parte di
datore di lavoro e
responsabile di sicurezza:
- “aver predisposto un sistema
antinfortunistico facilmente eludibile: il sistema di sicurezza
antinfortunistica disposto dall'azienda era costituito dall'inserimento nel
muro della chiave del microinterruttore collegata ad una catena (disarcionata
dal muro)”. L'albero rotante veniva “messo in funzione azionandolo con i
pulsanti (a due velocità) posti nel quadro comandi e la chiave permetteva, se
inserita, di far funzionare l'albero motore. Tale meccanismo non è adatto a
svolgere la funzione protettiva degli infortuni in quanto è facilmente
neutralizzabile, non in buono stato di conservazione essendo la catena
disancorata dal muro;
- aver tollerato che l'operatore
avesse eseguito in altre occasioni la stessa operazione con albero motore in
movimento”;
- “aver svolto un'attività di
informazione e di formazione concreta con partecipazione ad incontri in cui
tuttavia non è emerso in termini di assoluta certezza la trattazione degli
specifici presidi antinfortunistici del caso”. Si ricorda che nella zona timbratura
erano esposti, ben visibili, “cartelli che riportano prescrizioni e divieti,
nonché tabelle che prescrivono le norme di prevenzione infortuni”, inoltre in
una busta paga precedente l’incidente “era stato inserito un volantino
contenente le norme di sicurezza e, quando necessario, nelle buste paga
venivano allegati opuscoli che riportavano le ultime disposizioni in tema di
sicurezza”. Manca “però un’effettiva attività di accertamento e di controllo
che le informazioni passate ai dipendenti siano effettivamente
comprese, interiorizzate e messe in atto”.
Tuttavia l’evento infortunistico
è stato favorito anche dall’ errato
comportamento e dal mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte del
lavoratore:
- “ha effettuato le operazioni di
pulizia dell'albero motore mettendolo volontariamente in moto alla velocità più
elevata tra le due selezionabili (ed inserendo la chiavetta collegata alla
catena di trattenuta del bidone - contenitore) e ha appoggiato le mani
sull'albero motore in movimento per pulirlo con la carta;
- ha seguito una condotta in
palese violazione dei divieti indicati nei cartelli affissi in azienda, e delle
comuni e generali norme prudenziali note anche al lavoratore, esperto
nell’attività in esame, dato che aveva predisposto personalmente un altro
sistema di pulizia dell'albero motore (costruzione di un tubo - contenitore
contenente acido per lo scioglimento delle incrostazioni, nel quale inserire
l'albero motore per la pulizia tramite distacco e scioglimento dei residui di
lavorazione che si erano ivi depositati)”.
La tesi – che vi invitiamo a
visionare integralmente – ricorda che l’operatore “aveva partecipato a corsi di
formazione antinfortunistica” e aveva “predisposto mezzi e metodi per la
pulizia dell'albero rotante (tubo - contenitore)”. E dunque probabile che:
- “nonostante le informazioni
ricevute, l’infortunato non fosse pienamente consapevole dei pericoli cui
andava incontro;
- conoscesse i pericoli ma abbia agito seguendo una dissonanza
cognitiva: il caporeparto aveva già detto all’operatore di non lavorare in quel
modo ma non era stato ascoltato;
- l’operaio, esperto
nell’attività, conosceva i pericoli cui si esponeva, infatti aveva predisposto
personalmente un altro sistema di pulizia dell'albero motore ma ha poi scelto
comunque di eseguire la pulizia anche a motore acceso per ottenere un risultato
migliore, per motivi di tempo o altro”...
In tutti i casi – ricorda
l’autore della tesi - il management risulta “essere stato carente
nell’assicurarsi che le norme di sicurezza fossero effettivamente applicate”.
Veniamo, infine a quanto fatto
successivamente all’incidente, per
migliorare
la prevenzione:
- “dopo l'infortunio l'azienda ha
segregato la macchina con un riparo mobile e inserendo un sensore di presenza
vasca che garantisce la rotazione dell'albero miscelatore in condizioni di
sicurezza. L’azienda ha dotato la macchina di un sistema
di sicurezza che impedisse la rotazione dell'albero se non dal momento in
cui è presente una protezione che impedisca il contatto dell’operatore con le
parti in rotazione;
- vengono effettuati periodicamente
test per verificare che tutti gli operatori abbiano effettivamente compreso e
interiorizzato l’utilità delle norme di sicurezza”;
- “non vengono più tollerati
comportamenti potenzialmente pericolosi, come quello che ha portato
all’incidente qui analizzato”.
“ Incidente
ad una macchina miscelatrice in un’industria chimica”, tesi di laurea Federica
Giudici presentata nell’anno accademico 2007/2008 realizzata per il corso di
laurea di Ingegneria Gestionale presso la Università degli Studi di Bergamo (formato
PDF, 589 kB).
Tiziano Menduto
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