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"Decreto del fare e Decreto 81: i dubbi della Commissione Europea"
fonte www.puntosicuro.it / Normativa
22/01/2014 - “Per poter debitamente valutare le Sue affermazioni intendiamo
contattare le autorità italiane per ottenere informazioni dettagliate in
merito all'attuazione di queste disposizioni dopo l'entrata in vigore
delle modifiche legislative in questione”.
Con queste parole contenute nella
lettera inviata l’8 gennaio 2014 a Marco Bazzoni dalla Commissione Europea (DG
Occupazione, affari sociali e inclusione) inizia quel lungo processo,
più volte raccontato in questo giornale, che potrebbe portare ad una
futura
procedura d’infrazione. Una eventuale procedura d’infrazione per
“presunte violazioni della direttiva 89/391/CEE e della direttiva
92/57/CEE ad opera dell'Italia risultanti essenzialmente dall'adozione
di recenti modifiche legislative introdotte dalla Legge 9 agosto 2013,
n. 98 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69,
recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia, che
modifica il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione
dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (di seguito ‘Legge
98/2013’)”.
Marco Bazzoni è il tenace e attivo Rappresentante dei Lavoratori
per la Sicurezza che più volte ha inviato denunce documentate alla Commissione
europea sulle carenze della normativa italiana in tema di sicurezza, ottenendo spesso
più attenzione in sede europea che nel nostro paese. Denunce che hanno
riguardato anche altri temi, come la recente denuncia relativa alla norma sugli
obblighi per la pubblicità online, la “
web
tax” (o google tax o spot-tax) che entrerà in vigore a luglio e che
potrebbe violare, secondo la denuncia, la direttiva europea 2006/123/CEE
(cosiddetta direttiva Bolkestein).
In particolare la denuncia a cui
fa riferimento la lettera dell’8 gennaio 2014 (denuncia CHAP (2013)02072) è
relativa alle modifiche al D.Lgs. 81/2008 dettate dal Decreto
del Fare-Legge n. 98/2013, modifiche che in diversi casi hanno sollevato
anche sul nostro giornale non pochi dubbi e perplessità. E la posizione di Marco
Bazzoni è sempre stata coerente e chiara: in tutte le interviste ha
ripetuto che, a suo parere, il DL 69/2013 (il “ decreto
del fare”) non aumenta ma riduce la sicurezza sul lavoro. Che bisogna tener
conto che la riduzione della sicurezza ha non solo un elevato costo umano ma
anche un “costo sociale spaventoso per lo Stato”.
Veniamo al
contenuto della lettera della Commissione Europea.
Delle varie contestazioni
sollevate dall’RLS toscano, la Commissione si sofferma in particolare su
due punti, punti che porteranno alla
richiesta di informazioni dettagliate alle autorità italiane.
Il
primo punto riguarda la “
documentazione
sulla valutazione del rischio in caso d'interferenza tra attività che
presentano un basso rischio d'infortunio condotte simultaneamente sullo stesso
posto di lavoro”.
La lettera così si esprime: “dalle
informazioni che Lei ci ha fornito risulta che le recenti modifiche
dell'articolo 26, comma 3, del Decreto Legislativo 81/2008 del 9 aprile 2008,
n. 81” violerebbe in particolare “l'articolo 6, paragrafo 4 della direttiva
89/391/CEE conferendo a certi tipi di datori di lavoro committenti che
esercitano attività a basso rischio di infortuni la possibilità di sostituire
l' elaborazione
del DUVRI (Documento Unico di valutazione dei rischi da interferenze) con
la designazione di ‘
un proprio incaricato’
(preposto) ‘
in possesso di formazione,
esperienza e competenza professionali adeguate e specifiche in relazione
all'incarico conferito, nonché di periodico aggiornamento e di conoscenza
diretta dell'ambiente di lavoro’. E “gli elementi da Lei forniti sinora su
tale questione richiedono un'analisi approfondita per stabilire se si configuri
una violazione della direttiva 89/391/CEE”.
Si fa dunque riferimento alla
Direttiva 89/391/CEE del 12 giugno 1989
concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro.
Il
secondo punto riguarda invece presunte violazioni della
Direttiva 92/57/CEE, la cosiddetta Direttiva
Cantieri, del 24 giugno 1992, riguardante le prescrizioni minime di sicurezza e
di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili.
La questione sollevata da Bazzoni
è relativa alle
modifiche al campo di
applicazione (art. 88)
del Titolo IV
del D. Lgs. n. 81/2008.
A seguito degli emendamenti
introdotti dalla Legge
98/2013 al comma 2 dell’art. 88, infatti, è stata aggiunta una lettera
g-bis secondo la quale le disposizioni di cui al Capo I del Titolo IV non si
applicano “
ai lavori relativi a impianti
elettrici, reti informatiche, gas, acqua, condizionamento e riscaldamento,
nonché ai piccoli lavori la cui durata presunta non è superiore a dieci
uomini-giorno, finalizzati alla realizzazione o alla manutenzione delle
infrastrutture per servizi, che non espongano i lavoratori ai rischi di cui
all’allegato XI”.
“Secondo Lei” – insiste la
lettera rivolta a Bazzoni – “il campo di applicazione delle regole a tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri temporanei o mobili
verrebbe indebitamente ristretto in modo significativo. Pertanto Lei ritiene
che numerosi casi che di norma sarebbero rientrati nel suo campo di
applicazione ne siano rimasti esclusi”.
Anche in questo caso
si richiede un'analisi approfondita che
passa attraverso una richiesta di informazioni dettagliate alle autorità
italiane.
Rispetto ai due punti che la
Commissione vuole approfondire, ve ne sono tuttavia altri per le quali è
possibile giungere alla conclusione “che
non
vi sono motivi per ravvisare una violazione della direttiva 89/391/CEE e della
direttiva 92/57/CEE” tali da giustificare “l'avvio di una procedura
d'infrazione”. In merito a questi punti “se entro quattro settimane dal
ricevimento della presente lettera” Marco Bazzoni non farà pervenire “nuove
informazioni pertinenti” tali da indurre a modificare il parere della
Commissione, la denuncia sarà archiviata.
Concludiamo riportando in breve i
punti accantonati:
-
riconoscimento della formazione: la denuncia sosteneva “che la
nuova formulazione del Decreto Legislativo 81/2008” avrebbe previsto “la
riduzione dei requisiti imposti in merito alla fornitura d'informazioni,
formazione e sorveglianza sanitaria per i lavoratori che lavorano meno di 50
giorni in un anno civile”;
-
seguito dato agli infortuni sul lavoro: la denuncia indicava una
“presunta violazione dell'articolo 9, paragrafo 1, lettera d), della direttiva
89/391/CEE a motivo dell'abrogazione dell'articolo 54 del D.P.R. 30 giugno
1965, n. 1124 Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria
contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali ("TU
1124/65") e delle modifiche all'articolo 56 del TU 1124/651”;
-
disposizioni in materia di prevenzione degli incendi: la denuncia
sosteneva “essenzialmente che prevedendo alcune esenzioni dall'obbligo di
presentare domanda in tema di sicurezza antincendio, l'introduzione
dell'articolo 38 (Disposizioni in materia di prevenzione incendi) della legge
98/2013, che modifica il Decreto Presidenziale 151/11, configurerebbe una
violazione dell'articolo 8 della direttiva 89/391/CEE”;
-
violazioni della direttiva 92/57/CEE: Marco Bazzoni ha “sollevato
un'altra questione in merito al corretto recepimento in Italia dell'articolo 3,
paragrafi 1 e 2, della direttiva 97/52/CEE attraverso l'articolo 90, commi 3 e
11, del Decreto Legislativo 81/2008”.
Terremo informati i nostri
lettori sui futuri sviluppi delle due contestazioni sollevate in sede di
Commissione Europea.
Commissione Europea, “ Lettera a Marco Bazzoni - Rif: denuncia CHAP (2013)02072 del 30
giugno 2013 in merito a presunte violazioni della direttiva 89/391/CEE e della
direttiva 92/57/CEE da parte della legislazione che disciplina la salute e la
sicurezza sul lavoro in Italia - Prearchiviazione parziale”, 8 gennaio 2014
(formato PDF, 969 kB).
Tiziano Menduto
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