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"Imparare dagli errori: quando gli escavatori sono sul ciglio degli scavi"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
23/01/2014 - Tornando a parlare di
macchine movimento terra e, in particolare, degli infortuni correlati alla presenza e all’ uso degli escavatori non possiamo non soffermarci su una specifica tipologia di incidenti nel mondo degli scavi.
Infatti sono diverse le schede presente in INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, che fanno riferimento, come elemento casuale di un incidente, alla
presenza di escavatori in prossimità del ciglio di uno scavo.
Prima di addentrarci nel racconto delle dinamiche degli infortuni, come sempre ricordiamo che con l’entrata in vigore dell’ accordo della Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2012, è ormai richiesta una
specifica abilitazione degli operatori per escavatori idraulici, a fune, pale caricatrici frontali, terne, autoribaltabile a cingoli.
I casi
Il
primo caso è relativo ad un infortunio avvenuto durante la
realizzazione delle
opere di drenaggio
in un fabbricato in costruzione.
Il drenaggio viene realizzato
all'interno dello scavo creato per le fondamenta dell'edificio, privo di opere
di puntellamento. Il conducente
dell'escavatore utilizzato per movimentare il pietrisco per il drenaggio ha
posizionato l'escavatore spento proprio sul bordo superiore dello scavo.
L'infortunato scende nello scavo per sistemare le tubazioni dei drenaggi. Il
peso dell'escavatore sul bordo dello scavo e l'assenza di puntellamento
provocavano il cedimento di una porzione di terreno che va a investire
l'infortunato procurandogli una contusione al cranio.
Fattori causali dell’incidente:
- “posizionava l'escavatore sul
bordo dello scavo”;
- “mancanza puntellamento scavo”.
Il
secondo caso è relativo ad attività in un cantiere per la
costruzione di un fabbricato. In
particolare si stanno svolgendo lavori di scavo per la realizzazione di un condotto
fognario.
Un lavoratore viene schiacciato
dallo smottamento del terreno, ed al momento del rinvenimento il corpo si
trovava a cavalcioni sulla condotta fognaria.
Durante il sopralluogo si
rinviene, sul ciglio dello scavo, la presenza di un escavatore che si ritiene
abbia potuto contribuito ad innescare il movimento franoso. Lo scavo risultava
inoltre privo di idonee misure di protezione e contenimento.
Il
terzo caso è relativo ad attività
di scavo, fatte da un lavoratore autonomo, allo scopo di
ricercare dell’acqua.
Dai sopralluoghi effettuati sul
luogo dell’infortunio e da informazioni testimoniali assunte e dalla
documentazione acquisita, si è accertato che per effettuare il lavoro
commissionatogli dal proprietario del terreno, il lavoratore aveva preso in
prestito l’escavatore di proprietà di suo figlio ed aveva ai suoi ordini un
altro lavoratore in qualità di conducente dell’escavatore.
Dopo aver effettuato lo scavo
avente la lunghezza di circa 5 mt. - la profondità è di circa 3 mt e la
larghezza di poco più di un metro – il primo lavoratore vi si faceva calare con
la benna dell’escavatore. All'interno dello scavo, mentre era chino per vedere
se sorgesse dell’acqua, il terreno franava seppellendolo totalmente. Il
conducente dell'escavatore, resosi conto dell’accaduto, scendeva nello scavo
nel tentativo di soccorrere il lavoratore seppellito, ma un’ulteriore cedimento
del terreno seppelliva anche lui, ad esclusione della testa.
Dunque in relazione al franamento
del terreno i fattori determinanti e modulatori indicati nella scheda di
Infor.mo. sono:
- “scavo di un pozzo nel terreno
incoerente;
- staziona l'escavatore sul
ciglio dello scavo e cala il lavoratore XX nello scavo con la benna
dell'escavatore;
- cerca acqua sorgiva stando
chino nello scavo”.
Veniamo all’
ultimo infortunio, relativo ad attività in un cantiere edile,
ubicato in zona rurale in prossimità di
un alveo fluviale.
Sono in corso lavori di “
scavo a sezione obbligata in trincea”
per la realizzazione dei collettori fognari relativi all’impianto di depurazione
delle acque reflue del centro abitato. L’attività viene svolta per mezzo di un
escavatore (impresa in subappalto), che deve eseguire le operazioni di
movimento terra e scavo, successivamente alle quali si dovrebbe effettuare la
posa delle tubazioni da parte dell’impresa appaltatrice.
Il lavoratore, che sta prendendo
le misure della trincea appena realizzata, si trova sul ciglio dello scavo
privo delle necessarie armature di sostegno, ad un tratto il cedimento della
parete, sulla quale è approntata un’area di deposito dei detriti, lo trascina
all’interno del fossato, schiacciandolo verso la parete opposta e
determinandone il seppellimento sotto il cumulo di terra. Il decesso avviene
per schiacciamento del torace.
In questo caso non siamo solo in
presenza di una totale assenza di armature di sostegno e opere di puntellamento
per il rinforzo delle pareti, ma anche a materiale depositato in prossimità
della parete dello scavo non puntellato.
La prevenzione
Nella precedente puntata dedicata
agli escavatori e scavi abbiamo già sottolineato alcune importanti misure di
sicurezza nelle operazioni di scavo, con riferimento alla conoscenza del
terreno e alle modalità di evitare smottamenti e franamenti.
Riguardo al “
rischio
seppellimento”, riprendiamo dalla “ Guida
Ispesl per l’esecuzione in sicurezza delle attività di scavo” alcune
indicazioni per i
rischi prevalenti nelle attività di scavo:
- “rischio di seppellimento
derivante da cedimento della parete di taglio”;
- rischio di caduta dall’alto
all’interno dello scavo derivante da cadute dal bordo dello scavo”.
Una valutazione dei rischi dovrà
poi tener conto anche dell’eventuale esposizione e la successiva riduzione di
rischi quali:
- “rischio innescante il
cedimento della parete di taglio” (derivante da accumuli di materiali sul
ciglio, vibrazioni, scuotimenti, presenza di falde acquifere e circolazioni di
fluidi);
- “rischio innescante il
cedimento del bordo dello scavo” (derivante da accumuli di materiali sul
ciglio, vibrazioni, scuotimenti);
- “rischio innescante la caduta
dall’alto all’interno dello scavo” (derivante da mancanza di protezione dei
bordi dello scavo, vertigini, abbagliamento degli occhi, scarsa visibilità,
colpo di calore o di sole, …)
- “rischio di danno alla salute
e/o di natura meccanica derivante da eventi atmosferici, quali vento, pioggia,
umidità o ghiaccio sulle superfici di calpestio”.
Sempre in relazione al
rischio di seppellimento si ricorda che
la “stabilità del terreno non è un fattore assoluto bensì relativo”, in quanto
va considerato che:
- “la conoscenza delle
caratteristiche del terreno è di basilare importanza;
- il profilo di un pendio è solo
momentaneamente stabile e che si modifica in tempi più o meno lunghi;
- le condizioni di qualsiasi
terreno (vergine o di riporto) possono cambiare in corso d’opera, per cui è
necessario controllare il suo stato, soprattutto al modificarsi delle
condizioni atmosferiche;
- la presenza di acqua (sia
piovana che circolante nel terreno) è un fattore destabilizzante, per cui in
queste condizioni, la stabilità è una eccezione e non una norma;
- il gelo ed il disgelo hanno una
azione disgregatrice che si presenta in ritardo rispetto alle variazioni della
temperatura ambientale;
- i terreni di riporto
pregiudicano ulteriormente la stabilità;
- i terreni argillosi sono
particolarmente sensibili all’umidità e alla aridità;
- la stabilità di un terreno può
essere invalidata dalla presenza di altri scavi nelle vicinanze;
- il terreno di scavo deve essere
depositato ad una distanza di almeno un metro dal bordo dello scavo o ad una
distanza maggiore in relazione alla natura del terreno;
-
in prossimità del bordo dello scavo deve essere impedito il transito e
la sosta di veicoli, l’istallazione di attrezzature, il deposito di materiali e
qualsiasi fonte di vibrazione e urto”.
Dunque sul ciglio degli scavi
devono essere vietati i depositi di materiali, l’installazione di macchine
pesanti o fonti di vibrazioni e urti, il passaggio e la sosta di veicoli.
Il “ Manuale macchine
movimento terra: utilizzo e sicurezza”, un quaderno tecnico prodotto dalla
Scuola Edile Bresciana ( S.E.B.) e curato da Giuliano Bianchini – ricorda invece
quanto sia importante il
corretto posizionamento delle macchine durante gli
scavi.
In particolare è bene “disporre
sempre la macchina (compatibilmente alle caratteristiche del sito) nella
migliore configurazione possibile ai fini della sicurezza”.Ad esempio in caso
di crollo della parete “la posizione dei cingoli paralleli al fronte dello
scavo non consente un allontanamento immediato dalla zona di smottamento; una maggiore
sicurezza si può ottenere se il carro è disposto in modo perpendicolare alla
parete stessa”.
Riguardo sempre al
posizionamento dell’escavatore in
attività, si può anche fare riferimento ad alcune indicazioni dedicate alle macchine
movimento terra e contenute sul sito della Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige – Ripartizione Lavoro:
Riguardo agli escavatori:
“accertarsi sempre prima di iniziare il lavoro che l'area di appoggio dei
cingoli sia sufficientemente solida e atta a sostenere il peso del mezzo
meccanico. Disporsi con il cingolo del mezzo meccanico sempre
perpendicolarmente al fronte di scavo. In caso di franamento improvviso della
parete, si potrà retrocedere rapidamente verso la parte di terreno solida e
togliersi da una situazione pericolosa che può causare il rovesciamento del
mezzo meccanico nello scavo stesso. Qualora si disponga il cingolo del mezzo
meccanico parallelamente alla scarpata dello scavo, in caso di franamento
improvviso della parete, il mezzo si rovescerà finendo nel fondo della
scarpata, con gravi danni e conseguenze per l'operatore”.
In merito al
deposito di materiali in prossimità degli scavi, segnaliamo quanto
riportato dall’articolo 120 del D.Lgs. 81/2008:
è vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli
scavi. Qualora tali depositi siano necessari per le condizioni del lavoro, si
deve provvedere alle necessarie puntellature.
Concludiamo ricordando che alcuni
utili approfondimenti sul rischio degli scavi sono contenuti in diverse puntate
della rubrica di PuntoSicuro “
Le
immagini dell'insicurezza”:
- Le Immagini dell’insicurezza - 12
luglio 2013
- Le immagini dell'insicurezza - 19
luglio 2013
- Le immagini dell'insicurezza - 26
luglio 2013
- Le immagini dell'insicurezza - 02
agosto 2013
- Le immagini dell'insicurezza - 19
agosto 2013
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
2689a,
2617,
1086a e
1065 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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