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"Rimozione dell’amianto: il rischio caduta dall’alto e di sfondamento"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
30/01/2014 -
Pubblichiamo l’articolo “Le misure per lavorare in sicurezza” a cura
dei Dipartimenti di Prevenzione USL 7 di Siena e USL 5 di Pisa, tratto dal dossier
Amianto presente sul “Bollettino Toscana RLS” n. 3/2012
Le misure per lavorare in sicurezza
Durante la pianificazione
dell’intervento di rimozione amianto, oltre a valutare i rischi di natura
igienica è necessario seguire i criteri generali per la progettazione e
realizzazione dei lavori edili al fine di prevenire i rischi di infortunio a
seguito di caduta dall’alto o di
sprofondamento.
Infatti spesso i manufatti
realizzati con materiali contenenti amianto sono posizionati in luoghi di
difficile accesso o comunque in zone che espongono gli addetti a rischi di
caduta dall’alto come ad esempio le coperture dei fabbricati. Quindi le
attività di rimozione dei materiali contenenti amianto sono da considerarsi a
tutti gli effetti attività previste nei cantieri temporanei o mobili. I lavori
in quota devono essere eseguiti in condizioni di sicurezza preferendo l'uso di
dispositivi di protezione collettiva a quelli individuali e nel rispetto del D.Lgs
81/08 Titolo IV, Capo II «Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
nelle costruzioni e nei lavori in quota».
Esistono molti dispositivi per la
gestione del rischio di caduta dall'alto e di sfondamento (le lastre in cemento
amianto non sono mai pedonabili).
Per evitare i rischi di caduta
dall'alto, sia sul perimetro del fabbricato, sia per sfondamento
di lastre o lucernari, si possono utilizzare: ponteggi (dotati di parapetto
di sommità, se necessario), reti anticaduta, guardia corpi, trabattelli,
passerelle mobili, piattaforme sollevabili,
sistemi di trattenuta (composti
dagli elementi indicati all'art. 115 del D.Lgs 81/08). A tal riguardo occorre
considerare come l'uso corretto dei sistemi di trattenuta (imbracatura,
assorbitore d'energia, ecc.) sia di uso estremamente complesso sia per la
natura stessa di tali dispositivi sia per i contesti nei quali si opera; in
molti casi risulta difficile avere un "tirante d'aria" anche a causa
di ingombri (macchinari e materiali) presenti sotto la copertura.
Pertanto, quando possibile, è
sempre da prediligere la rimozione dei manufatti di cemento amianto dal basso,
servendosi di piattaforme e/o trabattelli. Le piattaforme
sollevabili nella quasi totalità dei casi non sono omologate per lo sbarco
in quota, pertanto ogni lavorazione dovrà essere compiuta senza che gli
operatori abbandonino mai il cestello.
Va sottolineato inoltre che il
buon funzionamento dei dispositivi di protezione individuale, per loro
caratteristica, è legato alla capacità del lavoratore di saperli gestire con
competenza e professionalità, quindi l’utilizzatore deve essere informato,
formato ed opportunamente addestrato sul loro uso e su tutte le operazioni e
manovre di salvataggio e di emergenza.
Tutte le apparecchiature ed
impianti devono inoltre rispondere alla normativa vigente, in particolare:
· gli apparecchi di sollevamento
devono essere dotati dei libretti di uso e manutenzione con le relative
verifiche di legge;
· tutte le apparecchiature devono
essere sottoposte ad idonea manutenzione
periodica in modo da garantirne l’efficienza,
· considerando che l’intervento
di rimozione prevede l’uso di acqua e/o sostanze liquide soprattutto per quei
materiali così detti friabili, gli impianti elettrici devono essere ridotti al
minimo e realizzati in conformità alla normativa vigente ed in particolare
devono avere un grado di protezione per gli ambienti umidi e bagnati con un
minimo di grado di protezione IP 55 .
Pierpaolo Manzi
Dipartimento di Prevenzione
USL 7 di Siena
Leo Bongini
Dipartimento di Prevenzione
USL 5 di Pisa
Regione
Toscana, Bollettino dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza “Toscana
RLS”, n. 3/2012 (formato PDF, 1.27 MB).
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