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"Storie di infortunio: infortunarsi al cimitero"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
29/04/2014 -
Il Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte ( Dors) raccoglie storie d'infortunio rielaborate
dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle
inchieste di infortunio, con la convinzione che conoscere come e perché
è accaduto sia una condizione indispensabile per proporre soluzioni
efficaci per la prevenzione. In questa storia, dal titolo “Cinque minuti
al cimitero” (a cura di Luigi Lattuchella, Susanna Barboni, Servizio
Pre.S.A.L. della Asl TO5), un dipendente di un’impresa funebre precipita
all’interno del loculo a causa di un cedimento improvviso della
pavimentazione di copertura.
Che cosa è successo
Un dipendente di un’impresa
funebre, durante l’effettuazione di rilievi tecnici su una lapide in fase di
completamento all’interno di un’edicola funeraria, è precipitato da un’altezza
di 2 metri e mezzo all’interno del loculo a causa di un cedimento improvviso
della pavimentazione di copertura.
Il lavoratore ha riportato gravi
ferite e lesioni a un’arteria del piede che lo hanno costretto a un’assenza dal
lavoro di oltre due mesi.
Chi è stato coinvolto
Matteo, un necroforo di 37 anni
dipendente da quattro anni di un’impresa funebre.
Dove e quando
L’infortunio si è verificato nel
settembre del 2008 presso un cimitero della provincia di Torino, durante una
normale giornata lavorativa di un necroforo.
Come
Matteo si era recato presso
un’edicola funeraria per effettuare semplici rilievi tecnici su una lapide in
fase di completamento. A causa della rottura delle lastre di copertura è
precipitato nella botola sottostante.
“
Mi sono recato presso la tomba della famiglia (…) per effettuare alcune
rilevazioni su una lapide (la definizione della tipologia delle lettere da
applicare e dei dettagli tecnici delle rifiniture). Dopo aver effettuato tali
rilievi, durati circa cinque minuti, mi stavo dirigendo verso l’uscita della
cappella, quando improvvisamente sono precipitato nella botola presente nel
locale a seguito di un cedimento improvviso delle lastre di copertura della
stessa botola”.
Oltre al danno provocato dalla
caduta, i frammenti delle lastre precipitati sul corpo di Matteo, hanno
aggravato le conseguenze dell’incidente.
Al momento dell’infortunio Matteo
era solo ma, a seguito del rumore provocato dalla rottura delle lastre in
travertino e marmo, sono accorsi sul luogo alcuni operai cimiteriali che
stavano lavorando a breve distanza. Dopo aver fornito i primi soccorsi
all’infortunato, non riuscendo ad estrarlo dalla botola, gli operai hanno
subito allertato i soccorsi. Dopo pochi minuti sono sopraggiunti i Vigili del
Fuoco e un’ambulanza del 118 che lo ha trasportato in ospedale.
Perché
Durante gli accertamenti è emerso
che l’edicola funeraria era stata realizzata negli anni 1978-79 e sulla base
della documentazione acquisita risulta che il geometra responsabile del
progetto era deceduto l’anno precedente e, di conseguenza, era impossibile
avere informazioni dirette sulla tipologia di materiali utilizzati, sulle
modalità stabilite per la copertura della botola e sull’effettiva resistenza
delle coperture ai carichi massimi ipotizzabili.
I proprietari dell’edicola, hanno
dichiarato che la struttura, sin dall’epoca della sua realizzazione, non ha
subito modifiche o interventi
di manutenzione e che al suo interno sono state tumulate sette salme: sei
nei loculi esterni ed una nei loculi sotterranei, coperti da lastre in
travertino e marmo aventi uno spessore di 2 cm ognuna. La causa determinante
dell'infortunio è da attribuire alla scarsa resistenza al carico delle lastre
di copertura della botola (accoppiate e incollate a formare un’unica lastra di
4 cm di spessore) che hanno ceduto sotto il peso dell’infortunato.
Cosa si è appreso dall’inchiesta
Durante le indagini è emersa la
pericolosità delle edicole funerarie per i familiari dei defunti, i lavoratori
dell’area cimiteriale e il personale delle imprese funebri. Infatti, le botole
di accesso ai loculi interrati sono costruite con modalità analoghe a quelle
descritte nell’infortunio: la pavimentazione interna costituita da doppie
lastre in travertino e marmo non è resistente per reggere il carico di una
persona.
Al momento del rilascio della
concessione da parte della commissione edilizia comunale (agosto 1979), non si
faceva cenno all’idoneità della copertura della botola sia per lo spessore
delle lastre di copertura, sia come qualità del materiale utilizzato.
Inoltre non vi erano riferimenti
a un possibile effetto di riduzione della resistenza al carico determinato dal
trascorrere del tempo.
In definitiva non vi sono stati
gli elementi per poter giudicare a rischio il transito
sulla copertura della botola.
La pavimentazione di tutte le
edicole costituite da loculi interrati è sottoposta, nell’area che funge da
copertura alla botola, a forti carichi che possono essere determinati da
materiali trasportati (es. feretri), persone in visita e addetti alla
manutenzione con i relativi attrezzi e materiali (trabattello, materiali edili,
ecc.).
Nel caso in esame le tre lastre
rettangolari di copertura della botola, costituite a loro volta da due lastre
in travertino e marmo, sono state sottoposte a un eccessivo carico a flessione
in quanto poggiavano unicamente sulle due estremità, i cui spigoli erano
appoggiati su uno “spessore” o “rialzo” (vedi schema seguente).
Va inoltre tenuto in
considerazione l’invecchiamento e il conseguente indebolimento della struttura
cristallina del materiale costituente le lastre di copertura della botola.
Indicazioni per la prevenzione
L’infortunio
ha messo in luce la necessità di coinvolgere i Sindaci dei comuni (in veste di
autorità sanitarie locali) affinché strutture simili a quella dell’infortunio
siano sottoposte a verifiche tecniche.
Inoltre,
per la tutela della salute dei cittadini, sarebbe utile una valutazione
straordinaria dell’effettiva resistenza ai carichi massimi ipotizzabili delle
coperture dei loculi, eventualmente richiedendo ai progettisti una
certificazione della resistenza al carico, da esporre all’ingresso delle
edicole funerarie
Luigi Lattuchella, Susanna Barboni
SPreSAL della ASL TO5
Fonte: Dors.
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