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"Movimentazione merci: la gestione delle operazioni di stoccaggio"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
28/10/2014 - I rischi correlati
al
sollevamento e movimentazione delle
merci non sono solo in relazione all’utilizzo di attrezzature di lavoro che
nascondono insidie e pericoli per gli operatori, ma anche alle
operazioni di stoccaggio.
Spesso infatti atteggiamenti come
la fretta, la carenza di spazi o la poca attenzione alle regole e alle indicazioni
di buon senso, possono portare a una non corretta gestione delle aree di
stoccaggio e a determinare situazioni di grave pericolo.
Possiamo riprendere suggerimenti
e indicazioni per le operazioni di stoccaggio e per l’uso degli apparecchi di
sollevamento dalla pubblicazione Inail “ Movimentazione
merci pericolose. Carico, scarico, facchinaggio di merci e materiali. Manuale
sulla sicurezza destinato agli addetti al carico, scarico, facchinaggio di
merci e materiali pericolosi”, realizzata dalla Direzione Centrale
Prevenzione dell’Inail in collaborazione con Parsifal Srl.
Il documento ricorda che una regola
basilare è che nella “ realizzazione
degli stoccaggi bisogna prestare particolare attenzione a non ostruire,
anche temporaneamente, uscite di emergenza o vie di fuga o a non rendere
inaccessibili i presidi antincendio (estintori, idranti…)”. Inoltre la tipologia
di stoccaggio da adottare in presenza di prodotti pericolosi è “funzione delle
loro caratteristiche di pericolosità, che si possono desumere dalla scheda dati
di sicurezza e dalla loro etichettatura” che deve essere apposta sui singoli
colli.
Ad esempio è buona norma
realizzare stoccaggi che “tengano conto delle
incompatibilità fra sostanze, evitando in particolare di depositare
insieme:
- acidi e basi;
- combustibili e comburenti”.
Si ricorda che le informazioni
sulle caratteristiche di pericolosità di una sostanza (o di una miscela) “si
trovano sull’etichetta o nella scheda dati di sicurezza”.
Generalmente i materiali vengono
stoccati in
magazzini industriali
che devono essere “organizzati per permettere una gestione ottimale degli
spazi, e per poter depositare o prelevare merci rapidamente e in maniera sicura”.
Possono essere:
-
magazzini all’aperto: “è la tipologia di stoccaggio scelta da chi
tratta materiali non sensibili (o solo in parte) alle intemperie (es. elementi
costruttivi prefabbricati, pietre, elementi metallici di basso valore)”;
-
magazzini intensivi: “vengono realizzati per stoccare, anche su
svariati piani, merci aventi una tipologia di imballo ben definita; possono
essere completamente automatici, con gestione del prelievo e dello stoccaggio
da parte di un elaboratore, o semi automatici, con gestione manuale del
prelievo e del deposito. I magazzini intensivi vengono realizzati con profilati
metallici che formano la struttura portante, sotto forma di piantane e
correnti/ripiani, andando così a realizzare una serie di ‘celle’ in cui avviene
lo stoccaggio”;
-
magazzini tradizionali: soluzione che prevede il “deposito o l’ accatastamento
di materiali all’interno di aree comunque dedicate. L’uso di magazzini
tradizionali, sebbene meno oneroso, comporta una manipolazione maggiore delle
merci e richiede una continua attenzione da parte di tutti, per mantenere
adeguati livelli di sicurezza” È comunque bene “che l’altezza degli stoccaggi
non superi i 4 m (oppure 3 palette). Se si immagazzinano sacchi sfusi, è
opportuno che i primi 4 strati di sacchi negli angoli di una catasta vengano
disposti incrociati. Nel disfacimento delle cataste, occorre procedere con
ordine e mantenendo sempre un conveniente angolo di inclinazione. Periodicamente
andranno, poi, verificate in campo le modalità di stoccaggio definendo se del
caso, azioni correttive”.
Veniamo ora a parlare degli apparecchi
di sollevamento che, in ragione delle loro caratteristiche costruttive, “permettono
di realizzare stoccaggi su più file contigue e su più livelli; sono inoltre
particolarmente indicati come servizio di linee produttive per il carico o lo
scarico dei prodotti in lavorazione o delle attrezzature”.
Rimandando ad ulteriori
approfondimenti sui carrelli elevatori e sui carrelli movimentatori, ci
soffermiamo su alcuni
apparecchi di
sollevamento:
-
gru a bandiera: “molto utilizzata, anche in ragione dei costi
contenuti, come attrezzatura di bordo macchina per il carico/scarico di
prodotti in lavorazione o delle attrezzature necessarie a produrli. Per contro,
in considerazione del limitato raggio di azione, non permette di realizzare
veri e propri stoccaggi, per cui i prodotti movimentati vanno poi prelevati con
altre attrezzature (es. carrelli
elevatori), e portati al luogo di stoccaggio vero e proprio”. Si ricorda
che se le brache “passano al di sotto del carico, durante il deposito bisogna
fare in modo di poterle agevolmente sfilare; a questo scopo, è utile disporre
travetti di legno di dimensione adeguata e opportunamente spaziati, su cui
depositare il carico o, se la posizione di scarico è fissa, realizzare un punto
di scarico ad hoc fissato a terra. Lo stesso discorso vale per eventuali file
superiori, nella cui realizzazione bisogna prestare attenzione alla stabilità
della pila che si viene a creare”;
-
gru su monorotaia: “anche questa tipologia di apparecchio è molto
utilizzata a servizio di linee produttive; in questo caso, la presenza di una
via di scorrimento (rotaia) consente di spostare il carico trasportato per una
certa distanza fino al punto di deposito vero e proprio”. Tuttavia se si
vogliono realizzare stoccaggi su più file o in scaffalature di tipo industriale
“sono sempre necessarie comunque attrezzature supplementari”;
-
gru a ponte e a cavalletto: “permettono di sollevare carichi di
peso e dimensioni considerevoli che, se stoccati male, diventano una notevole
fonte di pericolo; è per questo che è importante realizzare tipologie di stoccaggi
adeguati alle dimensioni e alla natura del carico da trasportare”;
-
gru a torre: oltre alle indicazioni riportate per le gru a ponte,
per le gru a torre
“è importante ricordare che il sollevamento di laterizi, pietrame, ghiaia e
altri materiali minuti non si può effettuare con piattaforme, bancali o
imbracature, ma occorre utilizzare benne o cassoni metallici o ceste di
opportuna dimensione”. Inoltre i carichi sollevati con le forche “devono essere
saldamente vincolati alla superficie di appoggio (es. bancali reggiati o
pallettizzati). Nelle aree di cantiere, durante la formazione delle pile, oltre
a quanto precedentemente detto, occorre tenere in considerazione che spesso si
opera su fondi non pavimentati, pertanto non uniformi e soggetti ad
assestamenti. Per questo motivo, bisogna valutare con attenzione l’opportunità di
eseguire stoccaggi su più livelli”.
Rimandando alla lettura integrale
della pubblicazione, concludiamo riportando alcune delle molte informazioni e
suggerimenti contenute relative allo
stoccaggio
con gru a ponte e a cavalletto.
Ad esempio nella
formazione delle pile è importante
rispettare alcune
regole:
- “stoccare i colli di dimensione
e peso maggiore nella parte inferiore;
- prevedere sistemi per sganciare
le brache, senza che si debba salire sulle pile;
- evitare stoccaggi con parti a
strapiombo;
- non addossare materiali a
vetrate, pareti sottili, impianti e macchinari”.
Inoltre nell’
accatastamento di casse occorre:
- “utilizzare solo contenitori
che siano in grado di reggere il peso di quelli sovrastanti;
- sovrapporre solo contenitori
con analoghe caratteristiche costruttive e dimensioni e, possibilmente, dotati
di sedi di appoggio;
- agganciare sempre i contenitori
con brache a 4 tiranti (uno per angolo);
- stoccare i contenitori di peso
maggiore nella parte inferiore;
- realizzare gli stoccaggi in
modo da poter agevolmente sganciare o agganciare le brache”.
E, come per altri apparecchi di
sollevamento, anche in questo caso se le brache passano al di sotto del carico
“bisogna predisporre sistemi che tengano distanziati i vari colli come, ad
esempio, travetti di legno. Se gli stoccaggi restano in posizioni fisse, è
conveniente realizzare sistemi ad hoc fissati a terra (es. sistemi metallici
fissati a pavimento). Se i carichi movimentati, per loro forma, non mantengono
una posizione fissa (es. rulli) vanno predisposti anche sistemi che ne
garantiscano la stabilità”.
Si ricorda infine che “quanto
utilizzato per garantire stabilità agli stoccaggi o per agevolare le operazioni
di imbracatura o sgancio, deve essere periodicamente verificato e, soprattutto
nel caso che si utilizzino materiali deperibili (es. legno), periodicamente
sostituito”.
“ Movimentazione merci pericolose. Carico, scarico, facchinaggio
di merci e materiali. Manuale sulla sicurezza destinato agli addetti al carico,
scarico, facchinaggio di merci e materiali pericolosi”, pubblicazione
realizzata dalla Direzione Centrale Prevenzione dell’Inail in collaborazione
con Parsifal Srl, versione 2012 (formato PDF, 3.27 MB).
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Merci Pericolose - Carico, scarico, facchinaggio di merci e materiali”.
RTM
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