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"Imparare dagli errori: l’eccesso di velocità con i carrelli elevatori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
11/12/2014 - Nel lungo
viaggio della rubrica “ Imparare
dagli errori” attraverso i tantissimi casi di infortuni di
conduttori di carrelli elevatori presentati
nella banda dati di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, ci si imbatte spesso in
pericolosi
eccessi di velocità
nell’uso dell’attrezzatura di lavoro.
Eccessi di velocità che portano a
investimenti, a brusche frenate, a perdite
di stabilità e spesso al ribaltamento
del mezzo,
problematica che
abbiamo affrontato nelle ultime puntate della rubrica.
Presentiamo oggi una breve
panoramica di incidenti raccogliendo, a fine articolo, alcune indicazioni
generali sui comportamenti da tenere alla guida dei carrelli elevatori.
Segnaliamo, come sempre, che il
carrello elevatore semovente con conducente
a bordo è tra le attrezzature di lavoro per le quali l’ Accordo
Stato-Regioni inerente le attrezzature di lavoro, pubblicato il 22 febbraio
2012, richiede una specifica abilitazione degli operatori.
I casi
Il
primo caso riguarda attività all’interno di un
ex capannone industriale adibito a realizzazione spettacoli di
vario genere.
Dopo uno spettacolo sono iniziate
quasi subito le operazioni di smontaggio di alcune parti della scenografia
(teli scenografici, fondali, luci di emergenza ecc.) e delle transenne
metalliche utilizzate per la canalizzazione degli spettatori.
In “cantiere” sono presenti
quattro operatori: un “tecnico macchinista” dipendente dell’Ente promotore
committente dei lavori; il coordinatore dei lavori per conto della ditta che ha
ricevuto in appalto i lavori; un lavoratore, con mansione di “tecnico luci” e
un altro lavoratore dipendenti di altrettante ditte che hanno in
sub-sub-appalto i lavori.
Il coordinatore si allontana dal
cantiere per motivi personali, mentre il “tecnico luci” assieme agli altri due
operatori è impegnato nella rimozione delle transenne poste sia all’interno che
all’esterno del capannone. Le transenne vengono prelevate manualmente dalla
loro posizione e depositate entro contenitori metallici movimentati con un carrello
elevatore elettrico.
Il lavoro a terra viene svolto da
due operatori, mentre il terzo guida il carrello. Durante una fase dei lavori,
il “tecnico luci” con uno dei due colleghi si trova nel deposito all’aperto per
valutare la disposizione delle transenne rimosse in relazione al numero dei
contenitori disponibili. Ad un certo momento il collega vede il lavoratore
allontanarsi alla guida del carrello senza carico e dopo pochi secondi sente un
forte rumore. Si porta nel piazzale antistante il capannone dove trova il
carrello rovesciato di lato e il collega con la testa schiacciata tra il
traverso, di collegamento tra i due montanti della cabina, e la superficie
asfaltata del piazzale. Accorso anche l’altro collega, cercano di sollevare con
un transpallet il carrello per liberare l’infortunato che in realtà è già
deceduto per frattura del cranio.
Dai rilievi effettuati si rileva
che il carrello marcato CE, del tipo a tre ruote di cui quella posteriore
sterzante, “era stato noleggiato dalla ditta appaltatrice dei lavori che però
non aveva propri operatori impiegati nei lavori stessi”. Il carrello era con le
forche abbassate e presumibilmente, dalle tracce lasciate dalle ruote e da un
solco tracciato dal telaio del carrello sull’asfalto, “aveva effettuato una
brusca sterzata in velocità. Pertanto
avrebbe perso stabilità rovesciandosi su di un alto, a ciò può aver contribuito
anche il terreno che in quel punto presentava una leggera pendenza. Inoltre
l’infortunato non indossava la cintura di sicurezza e non era abilitato all’uso
di tale attrezzatura”.
Per cui, oltre alla mancanza di
abilitazione, la scheda riporta come
fattori
causali dell’incidente:
- “guida del carrello elevatore a
velocità elevata;
- guida senza cinture”.
Un
secondo caso riguarda un incidente avvenuto durante la
fase di carico di un camion.
Un lavoratore è alla guida di un
carrello elevatore e deve caricare un camion con del materiale edile che è
stoccato in un piazzale di pertinenza dell'azienda agricola.
Per far ciò percorre una rampa in
discesa a marcia avanti a velocità sostenuta. Nell'affrontare una curva perde
il controllo del mezzo che si ribalta e lo schiaccia. Gli accertamenti condotti
hanno permesso di rilevare che il carrello suddetto era privo del sistema di
ritenzione (cintura di sicurezza).
Questi i
fattori causali indicati:
- il lavoratore percorre una
rampa in discesa a marcia avanti a velocità sostenuta;
- il carrello elevatore è privo
del sistema di ritenzione ( cinture
di sicurezza).
La prevenzione
Rimandando a prossime puntate di
“Imparare dagli errori” un approfondimento specifico sulla mancanza di cinture
di sicurezza o sugli incidenti nella fase di carico e scarico, riprendiamo
alcune indicazioni riguardo alle
buone
prassi nella conduzione del carrello.
Le riprendiamo in particolare da
un vecchio documento – precedente all’entrata in vigore del D.Lgs. 81/2008 –
che contiene ancora utili suggerimenti per l’uso in sicurezza dei carrelli: le
“ Linee Guida per
la gestione del rischio da carrelli trasportatori”, pubblicate e prodotte
dall’ Azienda Sanitaria n. 5
Ovest Vicentino.
Il documento riporta indicazioni
specifiche relative al
comportamento di
guida:
- “guidare lentamente nelle
curve, nei passaggi stretti, nell’attraversamento di porte, in zone di ridotta
visibilità, su pavimentazioni
irregolari;
- mantenere una distanza di
sicurezza dai veicoli e dalle persone che si trovano davanti a lui ed avere
sempre il proprio carrello sotto controllo;
- evitare arresti improvvisi,
inversioni veloci, sorpassi;
- essere correttamente seduto nel
posto di guida (anche se si tratta di piccoli spostamenti): nessuna parte del
corpo deve sporgere oltre la sagoma del carrello”.
Inoltre durante la marcia il
conducente deve:
- “guardare nella direzione di
traslazione del carrello ed avere una visibilità sufficiente nella corsia di
marcia;
- guidare in retromarcia a passo
d’uomo e con massima cautela se la visibilità è limitata o i carichi sono
ingombranti o con l’ausilio di una seconda persona da terra”.
Se per ottenere una visibilità
sufficiente fossero necessari dispositivi ausiliari (es. specchi, monitor),
“l’operatore deve acquisire dimestichezza con tali dispositivi: occorre
prestare molta attenzione quando ci si muove in retromarcia con l’ausilio di
specchi”.
Concludiamo ricordando – sempre
con riferimento alle suddette linee guida – che riguardo ai
freni deve essere sempre mantenuta una
velocità di traslazione tale da consentire “uno spazio di frenata sufficiente:
lo spazio di frenata aumenta in modo proporzionale al quadrato della velocità e
nel caso di frenate brusche del carrello le ruote motrici possono slittare e il
carrello può ribaltarsi”. È evidente, tuttavia, che l'efficienza della frenata
è influenzata anche dal carico.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
2710a e
3930 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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