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"Emergenze relative al rischio nucleare, biologico, chimico, radiologico"
fonte www.puntosicuro.it / Gestione delle Emergenze
16/01/2015 - PuntoSicuro si è soffermato in precedenti articoli sulle buone prassi per la salute e sicurezza degli operatori del
sistema delle Agenzie Ambientali con particolare riferimento
agli
interventi nelle emergenze di origine antropica (incidenti industriali,
incendi, sversamenti, siti inquinati, ecc.) e nelle emergenze di
origine naturale (terremoti, inondazioni, frane, valanghe, ecc.).
Tuttavia le Agenzie Ambientali, come ad esempio l’ARPA, hanno anche un ruolo, benché limitato, nelle
emergenze correlate al rischio nucleare, biologico, chimico, radiologico (NBCR).
Per conoscere questa particolare
tipologia di emergenze, riprendiamo a sfogliare il documento “ Buone
Prassi per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro degli operatori
del Sistema Agenziale impegnati nelle emergenze di origine naturale e/o
antropica” pubblicato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale ( ISPRA)
e dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana ( ARPAT).
Il documento ricorda che la
normativa italiana che regolamenta la
pianificazione
d’emergenza connessa con il rischio
nucleare e radiologico è contenuta nel Capo X del Decreto Legislativo 230
del 17 marzo 1995 e successive modifiche
ed integrazioni (ad esempio attraverso il decreto legislativo 26 maggio
2000, n. 241). Qui è definito il contenuto dei piani di emergenza e la
descrizione dell’iter di autorizzazione stabilito per la compilazione e
l’approvazione di tali piani, con particolare riferimento a:
-
Piani d’Emergenza Esterna (PEE): “si riferiscono alle situazioni
d’emergenza che possono venire a crearsi a seguito di incidenti il cui impatto
previsto interessa un ambito locale e che comportano “l’intervento coordinato
di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria (Legge 225/92
istitutiva del Servizio Nazionale della Protezione Civile). In altre parole,
ricade sul Prefetto la responsabilità della predisposizione del PEE e della sua
attuazione”. In questo caso gli
scenari
di riferimento contemplati nei piani di emergenza riguardano varie
tipologie di eventi incidentali che possono verificarsi ad esempio: nelle
installazioni nucleari presenti nel territorio nazionale; nelle aree portuali
ove sia prevista la sosta di unità navali a propulsione nucleare (marine
militari estere); nel corso di un trasporto di materie radioattive. Sono
“inoltre da aggiungere alle pianificazioni locali quei Piani che devono essere
predisposti per fronteggiare emergenze associate ad incidenti che possono
avvenire durante attività che prevedono l’impiego di materie
radioattive in ambito industriale, in quello sanitario - diagnostica e
terapia medica - e nel campo della ricerca e della didattica”;
-
Piano d’Emergenza Nazionale: “definisce le misure protettive contro
le emergenze nucleari e radiologiche che possono interessare il territorio
nazionale e che per la loro natura ed estensione debbono essere fronteggiate
con mezzi e poteri straordinari”, cioè che necessitano di azioni d’intervento
coordinate a livello nazionale. Il piano è, infatti, “predisposto dal Dipartimento
della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ne
coordina l’attuazione. Gli incidenti previsti dal Piano Nazionale riguardano
eventi potenzialmente in grado di interessare vaste aree del Paese e/o che non
siano preventivamente correlabili con alcuna area specifica del territorio
nazionale stesso (localizzazione non conosciuta a priori)”.
Parlando delle
modalità di intervento nelle emergenze NBCR
si segnala che “la pianificazione della gestione delle emergenze e le
conseguenti catene di comando e controllo sono significativamente differenti
tra eventi di Protezione Civile e Difesa Civile”.
In particolare in ambito di
Difesa Civile è operativo il “Piano
Provinciale di Difesa Civile” mentre in ambito di
Protezione Civile le pianificazioni di riferimento sono varie. Ad
esempio: Piani discendenti dal Piano Nazionale, Piano emergenza esterna se
presente una installazione nucleare nel territorio provinciale, Piano emergenza
esterna dell’area portuale in cui è previsto l’attracco di unità navali a
propulsione nucleare, Piano d’emergenza per il trasporto di materie radioattivi
e fissili, Piano di intervento per incidenti nel corso di attività con utilizzo
di sorgenti radioattive, Piano di intervento per la messa in sicurezza in caso
di rinvenimento o di sospetto di presenza di sorgenti radioattive orfane (sorgenti sigillate la cui
attività al momento della scoperta sia superiore ad una soglia stabilita e che
non siano sottoposte a controlli da parte delle autorità perché non lo sono mai
state, o perché siano state abbandonate, smarrite, collocate in luogo errato,
sottratte illecitamente al detentore o trasferite a nuovo detentore non
autorizzato o senza che il destinatario ne sia stato informato).
Nell’ambito della Difesa Civile,
il
Prefetto ha il “compito di
predisporre ed elaborare i piani d’intervento per la messa in sicurezza in caso
di rinvenimento o di sospetto di presenza di sostanze nucleari,
batteriologiche, chimiche e radioattive. Scopo dei piani è consentire la rapida
individuazione, anche in caso di emergenza, di sorgenti disperse o fuori
controllo ed evitare danni alla salute pubblica, nonché il rilascio
nell’atmosfera di sostanze pericolose per l’ambiente, mediante la messa in
sicurezza delle medesime. Il Comitato di Difesa Civile è allestito nella Sede
Prefettizia. In questa Sede Opera l’Unità di Crisi Centrale”.
Il Prefetto allerta l’ARPA/APPA
tramite il Responsabile di Struttura per le operazioni di cui ai piani di
Difesa Civile. Si ricorda che le attività da compiere da parte di ARPA/APPA
“riguardano esclusivamente la messa a disposizione di proprie risorse umane,
tecniche e strumentali ai fini dell’individuazione e della quantificazione
degli agenti e per la verifica, una volta eseguita la bonifica dagli ordigni e
comunque al termine dell’emergenza, della restituibilità dell’area colpita
dall’evento. In nessun caso gli operatori dell’Agenzia possono accedere in aree
classificate (zona calda, zona tiepida, zona fredda) né manipolare o gestire
agenti NBCR. L’ARPA/APPA interviene dopo che sia stato effettuato l’intervento
di decontaminazione completa dell’area interessata, di concerto e insieme alla
ASL”.
Il documento si sofferma su
ruoli e responsabilità relative alla
gestione degli eventi in caso di emergenza
NBCR con riferimento a: Prefetto, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco,
Dipartimento di Prevenzione della Azienda ASL territorialmente competente, 118,
Direzione Provinciale del Lavoro, Forze di Polizia, Reparto Operativo del
Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, Autorità Portuale, Autorità
Marittima e Autorità Aeroportuale, Comune.
Ricordiamo, a questo proposito,
che il
Dipartimento di Prevenzione della
Azienda ASL territorialmente competente dà “attuazione alle misure di
prevenzione e di protezione sia per quanto riguarda la tutela della salute
degli operatori in ambienti di lavoro che per quanto riguarda l’esposizione a
contaminanti da parte della popolazione afferente al proprio territorio”. E la
Direzione Provinciale del Lavoro
esercita “le funzioni ispettive di competenza sulla efficacia delle misure di
protezione dagli agenti NBCR adottate all’interno dei locali aziendali
eventualmente interessati dalla contaminazione a tutela della salute e della
sicurezza dei lavoratori”.
Concludiamo riportando le
azioni preventive che, nel sistema
delle Agenzie Ambientali, deve mettere in atto il
Responsabile di Struttura ai fini di rispondere con efficienza ed
efficacia, in tempi reali, ad una chiamata in emergenza NBCR.
Oltre “ad un’informazione,
formazione e addestramento adeguati relativamente alla complessiva gestione
dell’emergenza e alle procedure connesse”, deve attivare alcune elementari
misure e azioni a livello preventivo:
- “informare-formare ed
addestrare il personale individuati sul contenuto delle procedure adottate e
sulle modalità tecniche-operative della loro realizzazione sul campo;
- organizzare un sistema di
gestione tecnico operativa e di sicurezza tale da garantire sempre la piena
funzionalità e l’immediata attivazione di quanto necessario;
- predisporre il quadro chiaro,
sostanziale e formalizzato delle strumentazioni di misura e delle attrezzature
di prelievo da utilizzare nella fase di gestione
delle emergenze e di restituzione dell’area compromessa;
- assicurare che siano sempre
disponibili e ben identificabili i Dispositivi
di Protezione destinati all’uso degli operatori in emergenza. I Dispositivi
di Protezione, compresi quelli individuali e/o collettivi, vengono regolarmente
controllati e sottoposti a manutenzioni. Di tale controllo e manutenzione, il
personale addetto, dovrà prendere nota nelle appositi strumenti di
registrazione;
- garantire il periodico
aggiornamento, di tutte le informazioni di reperibilità di autorità e soggetti
di possibile attivazione in caso di emergenza; provvedere inoltre ad aggiornare
l’anagrafica in possesso del Prefetto;
- per quanto attiene alla
sicurezza del personale e alla logistica, occorre assicurare, una volta
scattato l’allarme NBCR, l’immediato contatto telefonico con i reperibili e con
tutti gli operatori che effettuano attività in esterno assicurando il massimo
stato di sicurezza per gli operatori interessati. In particolare l’attenzione
alle condizioni di sicurezza riguarderà lo sviluppo delle misure di prevenzione
e protezione attivabili in funzione della specifica analisi di rischio;
- esigere il rispetto di tutte
misure di tutela previste per le attività in emergenza nelle diverse fasi”
(trattate nel documento) di “programmazione preliminare delle attività,
attivazione della squadra, preparazione dei materiali e carico e scarico
dell’automezzo, guida, arrivo sul posto e avvicinamento alla zona di
intervento, attività sul posto”.
Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale, Agenzia regionale per la protezione
ambientale della Toscana, “ Buone
Prassi per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro degli operatori
del Sistema Agenziale impegnati nelle emergenze di origine naturale e/o
antropica”, documento elaborato da un Tavolo di Lavoro coordinato da ARPA
Toscana, con la partecipazione delle Agenzie di Protezione Ambientale di
Basilicata, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e ISPRA (formato PDF, 8.04 MB).
Tiziano Menduto
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