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"Imparare dagli errori: carrelli elevatori e sistemi di trattenuta"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
05/02/2015 - Analizzando gli
incidenti relativi all’
uso dei carrelli
elevatori e in particolare alle conseguenze del ribaltamento di questi
mezzi, non si poteva non arrivare a parlare dei sistemi di trattenuta, delle
cinture di sicurezza.
Il factsheet “ Scheda
n.4: Il ribaltamento dei mezzi”, collegato al Sistema di
sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi e elaborato
attraverso un’analisi di un numero rilevante di incidenti, indica infatti che un
dato caratterizza i ribaltamenti: “nel 57% delle dinamiche sono rilevabili due
criticità concomitanti, determinate dall’ errore
di manovra alla guida del mezzo e dall’
assenza
dei dispositivi di protezione necessari sui mezzi (cinture di sicurezza e
sistemi antiribaltamento)”.
Come sempre, prima di presentare
casi di infortunio e indicazioni per la prevenzione, ricordiamo ai nostri
lettori:
- che la nostra fonte per le
dinamiche e le analisi degli incidenti è costituita dalle schede presenti nella
banca dati di INFOR.MO.;
- che il
carrello elevatore semovente con conducente a bordo è tra le
attrezzature di lavoro per le quali l’ Accordo
Stato-Regioni inerente le attrezzature di lavoro, pubblicato il 22 febbraio
2012, richiede una specifica abilitazione degli operatori.
I casi
Il
primo caso riguarda un infortunio avvenuto in un terreno adiacente ad
un
cantiere dove sono state spostate
le baracche di cantiere.
Tre dipendenti sono incaricati di
realizzare una recinzione anti intrusione attorno alla nuova collocazione delle
baracche.
In particolare un dipendente
preleva circa 19 reti elettrosaldate per provvedere alla realizzazione della
recinzione con l'ausilio di un muletto da cantiere; le reti vengono da lui agganciate
con lunghe catene applicate alle forche del muletto.
Il muletto da lui condotto entra in
cantiere in una zona dove il terreno è sconnesso e in pendenza. Effettua una
leggera curva, ma il carico ondeggia vistosamente ed il muletto si ribalta.
L'infortunato, verosimilmente con le cinture di sicurezza non allacciate,
percepita la situazione, tenta di abbandonare il mezzo in fase
di ribaltamento rimanendo però schiacciato tra il mezzo stesso ed il
terreno.
Questi i
fattori causali individuati dalla scheda di Informo:
- “errata conduzione del mezzo”;
- “conduzione del mezzo senza
cintura di sicurezza”.
Il
secondo caso riguarda invece un infortunio avvenuto nell’ambito di
un’impresa con attività prevalente di
estrazione
di minerali.
Un operatore è alla guida di un
carrello elevatore e percorre una rampa di cava in salita con fondo sterrato.
Durante la salita la macchina
slitta con le ruote motrici in gomma piena per cui, presumibilmente,
l'operatore facendo marcia indietro colpisce, con la ruota posteriore destra,
un cordolo di terra laterale alla rampa determinando il ribaltamento del mezzo.
Essendo il carrello elevatore
sprovvisto di cinture di sicurezza, l'operatore viene sbalzato fuori dal posto
di guida e viene schiacciato dal telaio antiribaltamento stesso.
In ogni caso – come sottolineato
anche nei fattori causali individuati - l'evento si è verificato “perché il
lavoratore utilizzava una macchina non idonea al tipo di lavoro da svolgere in
quel determinato ambiente”.
Questi i
fattori causali individuati:
- il lavoratore “utilizzava una
macchina non idonea”;
- “il carrello elevatore era
privo di cinture di sicurezza per l'operatore”.
La prevenzione
Dopo aver presentato due semplici
casi – uno relativo alla mancanza di cinture di sicurezza, l’altro relativo al
loro non utilizzo – riprendiamo alcune indicazioni e riflessioni sul tema dei
sistemi di trattenuta nei carrelli
elevatori tratti dai materiali informativi pubblicati in questi anni da vari
enti e associazioni.
Dei requisiti dei posti di guida
dei carrelli
movimentatori, carrelli elevatori e carrelli trasportatori parla il documento
“ Movimentazione
merci pericolose. Carico, scarico, facchinaggio di merci e materiali. Manuale
sulla sicurezza destinato agli addetti al carico, scarico, facchinaggio di
merci e materiali pericolosi”, pubblicazione realizzata dalla Direzione
Centrale Prevenzione dell’Inail in collaborazione con Parsifal Srl.
Il documento descrive nel
dettaglio i principali elementi costitutivi che hanno riflessi sulla sicurezza
del mezzo con riferimento a: sistema di sollevamento, posto guida, struttura di
protezione del conducente, organi di comando, dispositivi di segnalazione.
In particolare riguardo al
posto di guida del carrello elevatore si
indica che è necessario strutturare il posto di guida in maniera tale da
“consentire al conducente una posizione di guida confortevole”. Il posto di
guida deve: “avere dimensioni sufficienti, affinché nessuna parte del corpo
sporga dalla sagoma del carrello”; “essere agevolmente accessibile e, per
questo, vanno previste maniglie cui potersi attaccare e appoggi per i piedi con
accorgimenti che evitino di scivolare (es. antisdrucciolo, lamiera mandorlata),
per facilitare la salita e la discesa dal carrello”. Inoltre il sedile “deve
essere dotato di cinture
di sicurezza, che vanno sempre utilizzate”. Il posto di guida “deve inoltre
limitare i rischi di un eventuale ribaltamento, ad esempio attraverso: una
cabina; una struttura concepita per lasciare, in caso di ribaltamento, spazio
sufficiente tra il suolo e il carrello stesso”. Strutture su cui ci
soffermeremo in una prossima puntata di “Imparare dagli errori”.
Un altro documento che si
sofferma sulle
strutture di protezione
attiva e passiva è relativo alle linee guida dell’Ispesl/Inail del 2002 dal
titolo " Adeguamento dei carrelli
elevatori in riferimento al rischio di perdita accidentale di stabilità”.
Riguardo ai
sistemi di ritenuta del conducente si indica che “il primo e più
intuitivo intervento di prevenzione è quello di installare, quale sistema di
ritenuta del conducente, una ‘
cintura di
sicurezza’ che dovrà essere ancorata saldamente al sedile di guida o ad
altre parti fisse del carrello. Naturalmente, affinché qualsiasi sistema a
cintura possa essere efficace, occorre che il sedile sia predisposto agli
attacchi della stessa e sia adeguatamente ancorato al telaio del carrello
attraverso il cofano motore/batteria od altro sistema idoneo ed affidabile. Non
tutti i tipi di cintura sono però utilizzabili sul carrello elevatore: sono
infatti da escludere, perché non funzionano in modo corretto, quelle inerziali
di tipo automobilistico a fronte delle differenti situazioni dinamiche presenti
sul carrello”.
Le linee guida ricordano che
tutti i sistemi a cintura hanno “un
fattore
di criticità costituito dal fatto che l'operatore può non allacciarle.
Laddove i cicli di lavoro non giustificano comportamenti scorretti, il datore
di lavoro deve pretenderne l'utilizzo. Nelle situazioni in cui il conducente
deve salire e scendere frequentemente dal carrello è opportuno prevedere
soluzioni alternative alla cintura di sicurezza”.
In particolare vengono presentati
vari
sistemi a cintura:
-
cintura fissa con regolazione manuale (tipo aereo);
-
cintura con arrotolatore a blocco comandato: in questo caso la “regolazione
avviene in modo semplice ed agevole: l'arrotolatore è munito di un pulsante,
premendo il quale si può estrarre la cintura; rilasciandolo la stessa si blocca
nella posizione in cui si trova”;
-
cintura con arrotolatore a blocco automatico, con dispositivo
anti-strozzamento/stringimento e con aggancio tipo confort ad assorbimento di
colpi;
-
cintura con arrotolatore a blocco di emergenza sensibile agli
angoli di inclinazione/rovesciamento.
Per avere informazioni aggiornate
sulle misure di protezione, PuntoSicuro ha presentato in passato una relazione
al 75° Congresso Nazionale della Società
Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale (SIMLII) del 2012,
pubblicata sul numero di luglio/settembre 2012 del Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia.
Nella relazione “ Evoluzione
tecnologica dei carrelli elevatori in riferimento alla sicurezza ed alla salute
del conducente”, curata da G. Tartara (Cesab Carrelli Elevatori S.p.A,
Gruppo Toyota Material Handling, Bologna), si affronta in particolare
l’evoluzione dei
carrelli elevatori
controbilanciati. Attrezzature di lavoro generalmente progettate per la
movimentazione ed il trasporto di
carichi “in singole unità pallettizzate, disposte sulle forche”.
Nel documento si indica che l’
uso delle cinture di sicurezza in
Europa venne reso obbligatorio sui carrelli già in uso, come su quelli di nuova
costruzione, dalle Direttive 95/63/CEE e 98/37/CE (Direttiva Macchine).
Tuttavia in Italia “sembra che tale soluzione non abbia ottenuto un grande
successo: a differenza di altri paesi europei, non si è riscontrata una
significativa riduzione del numero di tali incidenti. L’operatore, infatti,
raramente indossa la cintura”.
Per far fronte a questa
situazione i costruttori hanno messo a disposizione dispositivi di
trattenimento alternativi e più efficaci: ad esempio i “
cancelletti” per impedire che il carrellista possa finire
schiacciato fra il carrello ed il suolo in caso di ribaltamento. Impedimento
che è presente anche nei carrelli equipaggiati con cabine. Tuttavia grazie all’
evoluzione dell’elettronica, oggi è
possibile incrementare la sicurezza con vari sistemi presentati nella relazione
e nell’ articolo
di PuntoSicuro correlato.
Concludiamo questa puntata di
“Imparare dagli Errori” con alcune indicazioni tratte dal
Piano Mirato di Prevenzione (PMP) “ Carrelli
elevatori e viabilità sicura in azienda” dell’ Azienda
sanitaria locale della provincia di Monza e Brianza con riferimento ai risultati
dei questionari di autovalutazioni inviati alle aziende sull’uso dei carrelli
elevatori.
Ci soffermiamo in particolare sulle
criticità rilevate nei questionari.
La
maggior criticità risulta essere “la
scelta delle cinture di sicurezza quale unico sistema di trattenuta
degli operatori a bordo dei carrelli elevatori utilizzati per brevi
periodi”. Infatti “quasi tutte le aziende che utilizzano i carrelli elevatori
per brevi periodi, hanno dotato gli stessi di cinture di sicurezza, che con
molta probabilità non vengono realmente allacciate dagli operatori che salgono
e scendono frequentemente dai mezzi. Tale comportamento priva il conducente di
un valido sistema di ritenzione in grado di difenderlo dal rischio (a volte mortale)
di finire, a seguito del ribaltamento, schiacciato dal roll-bar del carrello
stesso. La criticità è ancora più rilevante se si considera che l’87% delle
aziende non ritiene utile un aggiornamento di tali sistemi, mettendo così in
evidenza la sottovalutazione del problema da parte delle aziende stesse”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
2073 e
3277 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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