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"Auto aziendali: la sicurezza è un vantaggio competitivo per le aziende"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
09/03/2015 - Alcune ricerche
del Corporate Vehicle
Observatory (CVO, Osservatorio sulla mobilità aziendale) - un osservatorio
creato da Arval in Francia nel 2002 come
piattaforma di ricerca indipendente
sul tema della mobilità aziendale – riportano alcuni interessanti dati relativi
alle
flotte di auto aziendali con
riferimento ai costi d’esercizio e in particolare al TCO (total cost of
ownership), cioè il costo globale di un bene.
I dati, tratti da alcune
ricerche, mostrano ad esempio come la
“non sicurezza” della flotta si rifletta sul costo di gestione della
flotta stessa (pari al 17% del TCO) o come i “costi occulti” pesino per un 5%
(principalmente per la mancata produttività a seguito di un incidente con
danni). Insomma come la “non sicurezza” pesi sull’azienda quasi quanto un 13°
canone all’anno per veicolo.
Per approfondire questi dati e
parlare di
sicurezza delle flotte
aziendali presentiamo un intervento al convegno “
La sicurezza stradale dal punto di vista del datore di lavoro” che,
benché correlato Settimane della Sicurezza 2014 organizzate
dall' Associazione
Tavolo 81 Imola, si è tenuto presso la manifestazione Ambiente
Lavoro di Bologna il 22 ottobre 2014. Un convegno che si è ampiamente
soffermato sugli infortuni che avvengono su strada e specialmente su cosa le
aziende possono fare per ridurre questa tipologia di infortuni.
Nell’intervento “
La
sicurezza delle flotte auto: un vantaggio competitivo per le aziende”,
a cura di Valeria Evangelisti (Arval), dopo aver presentato il Corporate Vehicle Observatory,
si ricorda che la sicurezza deve essere considerata la
terza “dimensione” della sostenibilità: economica, ambientale e
sociale. In particolare la sicurezza
stradale “è un tema che impatta sulle aziende, è una variabile da
considerare all’interno delle strategie aziendali”.
Infatti se sappiamo quanto costa
una flotta – in termini economici e in termini ambientali (carburante,
emissioni, ...) – possiamo sapere quanto costa in termini sociali?
In realtà il
costo sociale della sicurezza stradale “può essere quantificato” e
“per questo la sua gestione rappresenta una leva competitiva per l’azienda”.
L’autore riporta alcuni dati:
- “l’ incidentalità
stradale a livello mondiale è un problema di enormi dimensioni. L’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) stima che sulle strade di tutto il mondo muoiano
ogni anno oltre 1,2 milioni di persone (praticamente i residenti del Comune di
Milano) e rimangano ferite fra i 20 ed i 50 milioni di persone”;
- in Europa nel periodo 2001-2010
si assiste ad una riduzione del numero di morti, “ma l’emergenza persiste,
oltre 50.000 morti l’anno nel 2010”;
- anche in Italia nel periodo
2001-2012 si assiste ad una riduzione costante del numero di morti, “ma
l’emergenza persiste. Nel 2012 si contano 3653 morti”;
- “la prevalenza di incidenti non
mortali è concentrata sulle strade urbane. Le percentuali di morti sono simili
in ambito urbano ed extra-urbano”.
Quali sono i costi dell’incidentalità?
La relazione fa riferimento a:
-
costi umani: “riferiti alle vittime di incidente stradale e
derivati da perdita di produttività, perdita affettiva, dolore e sofferenza di
persone e parenti delle vittime, costi cure mediche;
-
costi generali: riferiti all’incidente stradale e derivati da danni
al veicolo, spese per il rilievo degli incidenti post sinistro, costi legali e
amministrativi di gestione, danni causati all’infrastruttura stradale e agli
edifici”.
Inoltre l’incidentalità ha un
costo ripartibile in:
-
costi per la collettività;
-
costi per l’azienda: conosciuti e occulti.
La relazione presenta poi il
campione relativo (11.386 veicoli, 16 aziende) di una ricerca sui costi della
“non sicurezza”.
Il
costo totale della “non sicurezza” viene a comprendere:;
- assistenza a seguito di
sinistri (11%);
- multe (2%);
- riparazione a seguito di
sinistri (26%);
- costi sociali (38%);
- costi per la collettività(12%);
- costi per l’azienda (26%);
- danni a cose e persone (23%).
Questo 100% dei costi della non
sicurezza, “nel suo complesso, incide in generale per il 17% circa sul costo
complessivo di gestione della flotta”.
E dunque si arriva ai
costi «occulti» della non sicurezza
che, come abbiamo detto, pesano invece per il 5%.
L’intervento si sofferma poi
sulle soluzioni strategiche per le aziende per migliorare la sicurezza e, in
particolare, sulle
tecnologie del
veicolo al servizio della sicurezza.
In particolare la telematica
offre “un forte contributo alla massimizzazione della sicurezza stradale”.
Ad esempio può fornire una
visione diretta e in tempo reale su:
- “dinamica dei sinistri;
- chiamate di emergenza;
- furti;
- gestione efficiente delle
flotte”.
Le slide dell’intervento, che vi
invitiamo a leggere integralmente, si soffermano poi sull’uso di una “Black Box”
che “dialoga” con lo “smartphone e col Driver”, diffondendo informazioni utili
a promuovere stili di guida responsabili, e sull’integrazione tra
smartphone e veicolo (ad esempio con
riferimento al controllo del veicolo tramite smartphone).
Inoltre per
educare e responsabilizzare il Driver è utile fornire:
- “corsi di guida teorici per
ripercorrere insieme al driver gli aspetti della sicurezza stradale e introdurre o
rafforzare le pratiche di guida sicura e responsabile;
- corsi di guida pratici per
mettere in pratica i comportamenti sicuri ed ecologici appresi in sessione
formativa”.
In questo modo “si realizza un
processo di formazione a 360°, a beneficio del driver e dell’azienda”.
Insomma è importante “divulgare
la cultura della sicurezza
stradale per:
- “aumentare la sicurezza
stradale;
- ridurre i costi della non
sicurezza;
- acquisire tecniche per
prevenire situazioni di pericolo;
- ridurre i consumi di carburante
e l’impatto ambientale”.
E, in conclusione, se
agire sui costi della “non sicurezza”
rappresenta un vantaggio competitivo per l’azienda, il vantaggio va ricercato
su più livelli come:
- “la scelta del veicolo e delle
sue dotazioni per aumentare la sicurezza;
- la connessione sempre più
stretta tra smartphone e autovettura;
- l’impiego della telematica come
soluzione strategica”;
- l’integrazione del veicolo con
la ‘
smart city’ (intesa come la città
dove con un insieme di strategie di pianificazione urbanistica si ottimizzano i
servizi pubblici con l’impiego di nuove tecnologie, di un nuovo concetto di mobilità,
...) per “accedere ai servizi dedicata di ‘
smart
mobility’;
- la formazione e la
sensibilizzazione del Driver sulla sicurezza stradale”.
“ La sicurezza delle flotte auto: un vantaggio competitivo per le
aziende”, a cura di Valeria Evangelisti (Arval), intervento al convegno “La
sicurezza stradale dal punto di vista del datore di lavoro” che si è tenuto a
Bologna nell’ambito delle Settimane della Sicurezza 2014 (formato PDF, 2.35
MB).
RTM
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