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"Rischio da sovraccarico arto superiore in addetti alla macellazione"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Movimentazione dei Carichi
09/03/2015 -
Un recente lavoro della ASL 3 di
Pistoia nell’indagare il rischio da movimenti e sforzi ripetitivi
degli arti superiori in una azienda di lavorazione carni oltre a fornirci
elementi per la tutela di questa specifica attività fornisce riferimenti utili
per la tutela dell’intero settore della lavorazione delle carni.
L’indagine clinica ha evidenziato
la presenza di dolore a spalle e polsi nel 43% dei casi, mentre nel 28% dei
casi sono comparse parestesie notturne continue alle mani. Nel 14% dei casi è
stata fatta diagnosi di sindrome del tunnel carpale. L’analisi ergonomica del
lavoro ha evidenziato un rischio elevato per patologie a carico degli arti
superiori, a causa dell’alta frequenza di azioni in combinazione con posture
incongrue, impiego di forza, fattori complementari e la carenza dei necessari
tempi di recupero della lavorazione delle teste suini, in quanto lavorazione ad
alta ripetitività, con posizioni disagevoli di polso e mano, alta forza degli
arti superiori ed utilizzo di utensili comportanti compressioni sul tunnel
carpale. Questi fattori occupazionali risultano associati con un aumentato
rischio di disturbi osteoarticolari e muscolo tendinei correlati con il lavoro
(WMSDs-Work related Musculo-Skeletal Disorders).
L’azienda studiata effettua lo
spolpo delle teste dei suini per la produzione di tutti i derivati di carne
possibili destinati ai salumifici. La lavorazione inizia con l’arrivo delle
teste suini su supporti specifici (giostre) da cui vengono movimentate a mano
fino al banco per la pelatura, flambatura e lavaggio.
Segue la fase di
disossatura/spolpatura lungo un nastro trascinatore (catena) dove vengono tolte
le varie parti fino alla preparazione di cassette di prodotto finito. Le
mansioni alla catenarisultano essere molto simili in
quanto pur variando il taglio da effettuare sulla testa del suino i movimenti
sono praticamente identici e comportano l’assunzione di posture simili.
La testa di suino che arriva in
tutte le postazioni sul nastro trasportatore viene afferrata con la mano
sinistra (dotata di guanto di protezione a maglia metallica) e lavorata con coltello
impugnato con la mano destra. Dapprima le teste vengono tagliate in due parti e
da ciascuna metà viene effettuato lo spolpo della carne e il disosso delle
varie parti commestibili. Alla fine i prodotti lavorati vengono depositati in
cella. Vengono lavorate circa 300 teste/ora per un totale di 2400 teste/giorno.
Sono previste due pause (mattina e pomeriggio).
Al fine di garantire
l’effettuazione di tagli/spolpi con impiego di forza minore la ditta ha
provveduto a fornire ad ogni lavoratore una rastrelliera contenente 4
lame/coltelli per lavoratore ed un affilalame portatile in modo da avere sempre
a disposizione utensili con filo adeguato e tagliare con minore sforzo.
L’indagine clinica ha riguardato
tutti i lavoratori (ad eccezione dell’impiegato) che avevano un’età media di
33,3 anni (minima 22 anni, massima 56) e anzianità lavorativa media di 11,1
(minima 2 anni, massima 31).
Per la valutazione del rischio
lavorativo è stato seguito il metodo di analisi del lavoro con compiti
ripetitivi proposto dall’unità di ricerca EPM. Si è proceduto a sopralluoghi e
riprese filmate delle varie fasi di lavorazione; i dati sulla produzione
giornaliera ed oraria, necessari per ricavare la velocità della catena e la
durata teorica dei cicli, sono stati forniti dall’azienda, come pure l’orario
di lavoro e le pause ufficiali. Attraverso l’esame dei filmati rallentati è stata
condotta l’analisi dei compiti, è stata calcolata la durata del ciclo, la
frequenza media delle azioni tecniche, la eventuale presenza di micro pause di
almeno 10 secondi, l’impegno posturale sia a destra che a sinistra per
articolazione scapolo omerale, gomito e polso, il tipo di presa e di movimenti
delle dita ed i fattori complementari di rischio. E’ stato raccolto materiale
sui tipi di coltelli in uso.
Fattori di rischio
complementari sono oltre al guanto metallico, il contatto con superfici fredde
e l’utilizzo di coltelli che provocano compressioni sulle strutture muscolo
tendinee del polso. I ritmi di lavoro sono completamente determinati dalla
macchina.
L’indagine clinica effettuata su
14 lavoratori tutti sotto i 35 anni di età di cui tre soci ha evidenziato la
presenza di dolore alle spalle e ai polsi nel 43% dei casi, mentre in 4 casi (28,6%)
erano presenti parestesie notturne continue alla mano. Le diagnosi
specialistiche sono state di STC in due casi (14,3%) e cisti tendinea del polso
in un caso (7,1%). In un caso si è trattato di STC carpale bilaterale in fase
avanzata (lavoratore di anni 32 con anzianità lavorativa di 12 anni) ed è stato
trattato con intervento chirurgico di neurolisi (caso riconosciuto poi come
professionale dall’INAIL), nell’altro caso (soggetto di anni 33 e anzianità
lavorativa 12) di STC in fase
iniziale. Confrontando i casi riscontrati nel gruppo in studio con la
popolazione di controllo è risultata una differenza statisticamente
significativa per i due casi di sindrome del tunnel carpale (p < 0.015), per
i 5 casi di parestesie notturne (p< 0.0000) e per i 6 casi di dolore
notturno (p < 0.0000)
Sia la valutazione
dell’esposizione sia l’indagine clinica hanno evidenziato un rischio elevato per patologie dell’arto
superiore, soprattutto a carico del polso.
Tutta la documentazione citata
può essere richiesta alla Consulenza Medico-Legale Nazionale via e-mail
all’indirizzo m.bottazzi@inca.it, r.bottini@inca.it
“ Newsletter
medico-legale n, 03/2015” a cura di Marco Bottazzi della Consulenza legale
Inca-Cgil (formato PDF, 134 kB).
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