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"L’igiene degli impianti di climatizzazione nei luoghi di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
16/03/2015 -
Pubblichiamo un articolo tratto dagli atti dell’8° Seminario di
aggiornamento dei professionisti Contarp “Dalla valutazione alla gestione del
rischio. Strategie per la salute e la sicurezza sul lavoro” che si è svolto a
Roma a novembre 2013.
Garantire l’igiene degli impianti di climatizzazione: il nuovo accordo
della Conferenza Stato Regioni come strumento d’ausilio ai datori di lavoro
P. Anzidei, A. Mansi, P. Tomao,
F. Venanzetti
La “ Procedura
Operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti
di trattamento dell’aria”, sottoscritta nell’ambito dell’Accordo
Stato-Regioni il 7 febbraio 2013, fornisce ai datori di lavoro uno strumento
utile per orientarsi tra gli obblighi di legge e gli adempimenti di tipo
volontario. Con particolare riguardo ai rischi di natura biologica, fornisce
indicazioni per la standardizzazione degli eventuali campionamenti
microbiologici da effettuare in fase di ispezione tecnica dell’impianto.
Inoltre, viene proposta l’adozione di specifiche misure di controllo della
contaminazione da Legionella spp, qualora la concentrazione batterica totale
dell’acqua della sezione di umidificazione e della torre evaporativa, pur
contenuta entro i limiti previsti dalle “Linee Guida per la definizione di
protocolli tecnici di manutenzione predittiva degli impianti di
climatizzazione” (2006), non permetta di escludere rischi per la salute.
Introduzione
I contaminanti aerodispersi
presenti negli ambienti indoor sono stati da tempo associati sia all’insorgenza
di una sintomatologia nota come Sick Building Syndrome (che si risolve con l’allontanamento
dall’edificio) sia a vere e proprie patologie, note con il termine Building Related
Illness, come ad esempio:
legionellosi,
aspergillosi, asma bronchiale e alveolite allergica (che non si risolvono
con l’allontanamento dall’edificio).
L’insalubrità dell’aria negli
ambienti chiusi è spesso correlata alle cattive condizioni igieniche degli impianti di
climatizzazione (aeraulici) dovute, oltre che alla mancanza di interventi di
pulizia e sanificazione, anche a errori di progettazione e installazione. In
questi casi gli impianti possono diffondere numerosi inquinanti la cui origine
può essere ricondotta alla presenza di residui di materiali da costruzione,
resti di origine vegetale e animale (piccioni, topi, insetti) o muffe e batteri
che contaminano l’acqua e le superfici.
La corretta utilizzazione e manutenzione
degli impianti
aeraulici aiuta a garantire la qualità dell’aria immessa e il mantenimento
di buone condizioni igieniche dell’ambiente di lavoro, permettendo di
controllare i rischi per il benessere e la salute dei lavoratori correlabili
alla presenza di inquinanti aerodiffusi (fisici, chimici e biologici).
Campo di applicazione
La “Procedura operativa per la
valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di
trattamento dell’aria” è riferita a tutti gli impianti
di trattamento dell’aria, a servizio di ambienti di lavoro chiusi,
destinati a garantire il benessere termo-igrometrico degli occupanti, la
movimentazione e la qualità dell’aria. Gli impianti semplificati dal punto di vista
strutturale e funzionale (ad esempio privi di umidificazione) sono interessati
dalla procedura solo per le parti di pertinenza.
Sono esclusi gli impianti di
regolazione della temperatura senza immissione forzata di aria esterna (ad
esempio termoconvettori, condizionatori a parete, stufe) e gli impianti di
processo
per la realizzazione di
particolari lavorazioni industriali.
Principali elementi innovativi
della procedura
Per la prima volta è stato
sottoscritto dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato
le Regioni e le Province autonome
di Trento e Bolzano un accordo sulla gestione degli impianti aeraulici che si
rivolge ai datori di lavoro in quanto responsabili delle condizioni di salubrità
dell’aria degli ambienti di lavoro. La procedura fornisce indicazioni pratiche
per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti
di trattamento dell’aria e per la pianificazione degli interventi di
manutenzione in considerazione di quanto riportato nelle leggi regionali, linee
guida nazionali e norme tecniche prodotte sull’argomento.
Rispetto alle precedenti linee
guida del 2006 relative alla manutenzione degli impianti di climatizzazione, “Linee
guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva degli impianti di
climatizzazione”, la procedura introduce due principali elementi innovativi:
• la possibilità di valutare
alcuni aspetti dello stato di conservazione e igienico dell’impianto
mediante ispezione visiva svolta
anche indipendentemente da quella tecnica;
• la periodicità di esecuzione
delle due tipologie di ispezioni (visiva e tecnica) non predeterminata, ma
programmabile sulla base degli esiti di quelle precedenti e lo “storico” degli interventi
sull’impianto.
Il documento redatto in forma
sintetica, schematica e di facile consultazione indica i punti critici
dell’impianto che devono essere oggetto di verifiche periodiche e mette a
disposizione check list, report e format per la raccolta, la registrazione e la
conservazione dei dati relativi alle ispezioni effettuate. Inoltre, dove
possibile, fornisce i valori limite di riferimento da utilizzare per la
valutazione dei risultati delle indagini ambientali.
L’ispezione visiva permette di
accertare lo stato dei vari componenti dell’impianto nell’ambito di interventi
manutentivi programmati. Tale esame consiste nel valutare lo stato igienico di
alcuni punti critici dell’impianto e la loro funzionalità. La procedura
identifica i responsabili della programmazione e dell’esecuzione delle
verifiche e propone una check list dei controlli da effettuare, corredata di
sintetiche indicazioni sulle eventuali misure da mettere in atto nel caso
fossero rilevati evidenti segni di usura o compromissione delle condizioni igieniche.
L’ispezione tecnica, rispetto
alla visiva, consente una diagnosi più approfondita delle condizioni
di “salute“ dell’impianto e
usualmente prevede campionamenti e controlli tecnici sui vari componenti al
fine di valutarne l’efficienza, lo stato di conservazione e le condizioni igieniche.
Essa permette di diagnosticare le criticità manifestate dall’impianto, le
misure da intraprendere e la tempistica con la quale intervenire. La procedura,
in considerazione delle diverse tipologie d’impianto e della varietà di
condizioni ambientali e climatiche, non stabilisce una periodicità di
esecuzione dell’ispezione tecnica; questa potrà essere determinata caso per
caso, sulla base di:
• valutazione dei rischi
specifici rilevati,
• esito dell’ispezione visiva,
• precedenti ispezioni tecniche.
Di seguito è riportato lo schema
che sintetizza le fasi ispettive e gli interventi da effettuare sull’impianto e
si rimanda alla lettura della procedura per quanto attiene agli aspetti più
tecnici ( Conferenza
Stato Regioni: procedure per gli impianti trattamento aria).
Schema della procedura
Per
approfondire:
Il
rischio legionella:
RPS
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