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"ROA: nuova procedura di valutazione del rischio sorgenti da illuminazione"
fonte www.puntosicuro.it / RISCHIO ROA
20/03/2015 -
E' stata pubblicata ed è disponibile
sul Portale Agenti Fisici una procedura software che consente di valutare il rischio da
esposizione a radiazioni ottiche artificiali in presenza di sistemi l’illuminazione generale ad alogenuri
metallici, siano essi per uffici o per ambienti di dimensioni maggiori come
capannoni industriali.
In linea di principio tali
sorgenti, in quanto destinate all'illuminazione dell'ambiente, non dovrebbero
mai rappresentare un rischio per i soggetti
esposti.
Tuttavia, il rapido sviluppo a
cui si è assistito in questi ultimi anni nel campo delle tecnologie innovative
per l’illuminazione ha fatto emergere il problema del rischio
fotobiologico associato alle emissioni di luce blu potenzialmente lesiva
per la retina.
Al momento non sono fornite
dai produttori informazioni idonee a
garantire la sicurezza fotobiologica per i lavoratori e per le persone del
pubblico.
Con la pubblicazione della
presente procedura si completa lo strumento disponibile sul PAF per la
valutazione del rischio ROA associato alle sorgenti di illuminazione generale
potenzialmente pericolose, sulla base delle caratteristiche illuminotecniche e
di installazione delle sorgenti stesse.
Descrizione delle procedure di calcolo per la valutazione semplificata
del rischio ROA da sorgenti ad alogenuri metallici per illuminazione
Andrea Bogi, Iole Pinto AUSL 7 Siena
Questa procedura consente di
valutare il rischio da esposizione a radiazioni ottiche artificiali in tutte quelle
situazioni nelle quali le sorgenti di radiazione ottica presenti sono
costituite da sistemi per l’illuminazione generale, siano essi per uffici o per
ambienti di dimensioni maggiori come capannoni industriali.
In tutti questi casi la
radiazione emessa è sostanzialmente luce bianca, anche se di diverse tonalità e
la fissazione delle sorgenti non rientra nel compito visivo degli operatori
presenti.
In linea di principio tali
sorgenti, in quanto destinate alla illuminazione generale, non dovrebbero mai
rappresentare un rischio per i soggetti esposti. Tuttavia, il rapido sviluppo a
cui si è assistito in questi ultimi anni di tecnologie innovative nel campo
dell’illuminazione, ed in particolare dei sistemi
LED ed ad alogenuri metallici, ha fatto emergere il problema del rischio
fotobiologico associato alle emissioni di luce blu potenzialmente lesiva per la
retina dai sistemi utilizzati per illuminazione generale. Al fine di valutare
il rischio fotobiologico di lampade e sistemi di lampade è stato emanato uno
specifico standard CEI EN 62471:2009 che classifica tali sorgenti in 4 gruppi (4
classi di rischio) riportate in Tabella 1). Questa norma prevede metodi di
misura e classificazione ed anche se non definisce vincoli specifici per la
marcatura, rappresenta attualmente lo stato dell’arte in termini di
informazioni sulla sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di
lampade (compresi i LED).
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/standardCEIEN62471.jpg)
Allo stato attuale le norme
IEC/CEI di sicurezza specifiche per ciascuna tipologia di sorgente sono in
corso di adeguamento per recepire i criteri di sicurezza fotobiologica e
classificazione di tabella 1 ed introdurre per ciascuna tipologia di sorgente
specifici limiti di emissione che ne garantisca un utilizzo sicuro in relazione
al rischio oculare.
In attesa dell'adeguamento delle
norme di prodotto, allo stato attuale non sono fornite dai produttori dei
sistemi di illuminazione informazioni idonee a garantire la sicurezza
fotobiologica
per i lavoratori e per le persone
del pubblico. Considerata quindi l’attuale carenza normativa, che non consente
a priori di stimare il rischio effettivo delle suddette tipologie di sorgenti
di illuminazione disponibili in commercio, e considerata la potenziale nocività
delle stesse, è stata
sviluppata la presente procedura,
idonea a verificare l’effettivo
rischio associato alle sorgenti di
illuminazione
ad alogenuri metallici installate in un ambiente. La procedura consente di
verificare se le sorgenti di illuminazione installate presso un qualsiasi
ambiente diano luogo ad un’esposizione trascurabile rispetto ai limiti previsti
dal D.lgvo 81/08 Titolo VIII capo V., sulla base delle caratteristiche
illuminotecniche e di installazione delle sorgenti stesse.
Il risultato è espresso su 3
livelli di rischio: basso, medio ed alto, secondo il seguente criterio:
Basso: Non presenta
rischio fotobiologico. Sorgente “Giustificabile” ai sensi del D.lgvo 81/08
Medio: Compatibile con
valori limite associati al Gruppo 1 (CEI EN 62471:2009: nessun rischio
fotobiologico nelle normali condizioni di impiego). Potrebbe comportare rischio
se fissata
per tempi superiori a 100 secondi
cumulati nell'arco della giornata.
Alto: Esposizioni
maggiori delle massime ammissibili per il Gruppo 1 (CEI EN 62471:2009).
Presenza di rischio anche per
tempi di fissazione inferiori a 100 secondi.
Il risultato del calcolo dovrebbe sempre portare ad una situazione di
rischio “basso”, in quanto un sistema
destinato all’illuminazione generale deve poter essere scelto in modo che
le sue emissioni ottiche comportino un rischio trascurabile dal punto di vista
della sicurezza fotobiologica.
Se il rischio risulta “ medio” si
dovrebbero individuare soluzioni alternative di installazione.
Se il rischio risulta “alto“ vi è
un utilizzo improprio delle sorgenti, in quanto il rischio fotobiologico non è
trascurabile. E' in questo caso necessario individuare soluzioni alternative
nella scelta delle sorgenti e/o nelle modalità di installazione.
Il rischio valutato con la
presente procedura di calcolo riguarda esclusivamente i possibili danni
derivanti da luce blu. Le
sorgenti ad alogenuri metallici possono avere emissioni anche nella regione
degli UV, non valutabile con la presente procedura. Questa scelta è dettata dal
fatto che il rischio da UV è stato già da tempo preso in considerazione nelle
norme di prodotto, limitando opportunamente l'emissione di tutte le sorgenti in
tale regione, ed obbligando i produttori a fornire, ove necessario,
informazioni aggiuntive sulla corretta installazione delle sorgenti al fine di prevenire
l'esposizione degli utilizzatori a radiazioni UV Questo foglio di calcolo si
basa sui criteri definiti in due documenti, entrambi presenti nella sezione documentazione
delle ROA nel portale: Lightingeurope; “Lightingeurope guide on photobiological
safety in general lighting products for use in working places ”, Febbraio
(2013) e e IEC/TR 62778 ed 1.0 (2013). In questi documenti vengono
caratterizzate le sorgenti comunemente utilizzate per l’illuminazione sulla
base dei criteri di rischio fotobiologico stabiliti dalla norma tecnica di classificazione
dei sistemi di illuminazione: CEI EN 62471. In particolare si mostra come
esista una relazione stretta fra la temperatura di colore di una sorgente e quel
valore di illuminamento che segna il confine fra il gruppo 1 ed il gruppo 2 per
il rischio da luce blu. Detto più precisamente in formule si può definire un
parametro:
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/K.jpg)
dove a partire dallo spettro
della sorgente a numeratore si calcola l’irradianza efficace per il danno da
luce blu, a denominatore si calcola l’illuminanza e
K
m=6 8 3
lm⋅
W−1. E’ un dato
sperimentale che il parametro
K
B ,v dipende
praticamente solo dalla temperatura di colore della sorgente e poco dalle altre
caratteristiche, compresa la tipologia di sorgente (incandescenza, fluorescente
compatta, LED, alogena).
Come conseguenza di ciò, data una
sorgente, se se ne conosce la temperatura di colore ed il suo illuminamento in
una certa posizione, si può stabilirne il livello di rischio da un punto di
vista della sicurezza fotobiologica. Si osservi che queste considerazioni sulla
sicurezza seguono criteri dettati dalle linee guida dell’ICNIRP (dai quali
discendono i limiti presenti nel T.U.) e dal documento sulla classificazione
dei sistemi di illuminazione sopra citato; criteri che poco hanno a che fare
con quelli seguiti durante la scelta dei livelli e delle modalità di illuminamento di
un ambiente di lavoro o di vita che invece riguardano il comfort visivo.
Algoritmo per il calcolo del
livello di rischio
1. Il calcolo parte dalla scelta
della tipologia della sorgente ad alogenuri metallici. Da questa scelta
dipenderanno sia le dimensioni da considerare per la sorgente che quelle dell'eventuale
riflettore. Si è preferito questa opzione invece dell'inserimento diretto delle
dimensioni, in quanto esse non sono facilmente deducibili dalle informazioni
fornite nelle scatole d'imballaggio delle sorgenti o nelle schede tecniche. Una
volta selezionata la tipologia il foglio di calcolo stima la superficie
emittente (sia con che senza riflettore) e le dimensioni della sorgente massime
e minime; la superficie e le dimensioni effettivamente utilizzate per il
calcolo vengono scelte all'interno degli estremi in base al valore di potenza immesso.
2. Calcolo dell’angolo solido di
emissione a partire dal parametro “apertura fascio”
α , nell’ipotesi di sorgente puntiforme
ed emissione conica:
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/BETA.jpg)
Si noti che l'apertura del fascio
nel caso della sola sorgente si riferisce a questa, mentre in presenza del
riflettore si riferisce all'apertura di quest'ultimo.
3. Stima della distanza
sorgente-occhio dell’osservatore a partire dalla collocazione scelta nella
sezione di installazione
4. Calcolo della dimensione media
della sorgente
r
m , che corrisponde al diametro nel caso
di
forma a faretto, mentre negli
altri casi, seguendo le indicazioni dei documenti ICNIRP, si effettua una media
aritmetica delle due dimensioni stimate nel punto 1,:
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/R.jpg)
5. Si stima la luminanza
dividendo il flusso luminoso totale Fv per
la superficie A e per l'angolo solido W di emissione:
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/L.jpg)
Questo calcolo non tiene conto né
della variazione della luminanza con l’angolo di emissione né della sua
variazione con la regione della superficie emittente considerata ed a rigore è
valido solo per piccoli angoli nella direzione perpendicolare alla superficie
della sorgente.
Il calcolo della luminanza viene
fatto sia per la sola sorgente che per la sorgente con il riflettore, le
dimensioni degli elementi sono stimate al punto 1.
6. Si calcola l’illuminanza a
partire dal flusso luminoso
Φ
v , dalla distanza
d e dall’angolo solido di emissione
Ω :
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/E.jpg)
7. Scelta della luminanza e
dell’illuminanza limite dalla tabella di riferimento, in funzione della
temperatura di colore inserita
8. Calcolo dell’angolo sotteso
dalla sorgente e dal riflettore a partire dalla dimensione media
r
m e dalla distanza
d nell’ipotesi di forma circolare:
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/La.jpg)
9. Se la sorgente (o il
riflettore) sottende un angolo αs inferiore a 11mr a d , si confronta l’illuminanza
calcolata con quella limite, altrimenti il confronto col limite si effettua in termini
di luminanza
10. Il livello di rischio che
risulta dal confronto fra la grandezza calcolata M e quella limite L
è il seguente:
M≤L livello di rischio “basso”
L≤M≤2⋅L livello
di rischio “medio”
M≥2⋅L livello di rischio “alto”
11. Se è presente il riflettore
il livello di rischio finale è il maggiore fra quello relativo alla sorgente e
quello relativo al riflettore, altrimenti il livello di rischio finale
corrisponde con quello calcolato per la sola sorgente (senza considerare il
riflettore).
Per interpretare questi livelli
si deve ricordare che i limiti di luminanza ed illuminanza sono ricavati dai
livelli massimi di radianza ed irradianza delle sorgenti appartenenti al gruppo
1 secondo la norma tecnica CEI EN 62471, applicando un fattore di sicurezza
uguale all'incirca a 2. Quindi se il livello di rischio è basso il tempo di
esposizione associato è tipicamente maggiore di 200 secondi; il livello di
rischio medio è associato ad un tempo di esposizione compreso tra circa 100 e
circa 200 secondi, mentre il livello di rischio alto riguarda sorgenti che
hanno tempi di esposizione tipicamente inferiori a 100 secondi.
Ipotesi aggiuntive
In assenza di informazioni
sull’apertura del fascio, in base agli altri parametri inseriti si fanno le ipotesi
in tabella 3
![](http://www.puntosicuro.it/_resources/images/articoli/Tipo.jpg)
Inoltre sono valide le seguenti
regole:
1. Nel caso di tipologia uguale a
“MR 16”, “PAR20” e “PAR30” il calcolo viene sempre effettuato in presenza del
riflettore, in quanto queste tipologie nascono già con il riflettore
2. Se manca uno fra i campi:
“Potenza”, “temperatura di colore” o “flusso luminoso” allora si
segnala una condizione di errore
Procedura guidata online ALOGENURI METALLICI
Fonte: PAF
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