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""I rischi delle radiazioni ottiche naturali""
di puntosicuro.it / Salute
12/03/2012 - PuntoSicuro ha presentato in questi mesi informazioni su diversi
agenti fisici, informazioni tratte dal portale web “ PAF
– Portale Agenti Fisici”, realizzato dal Laboratorio Agenti Fisici del
Dipartimento di Prevenzione dell' Azienda Sanitaria USL 7 Siena.
Il
portale ricorda che “le più autorevoli organizzazioni internazionali (ICNIRP,
ILO, WHO) e nazionali (Istituto Superiore si Sanità) preposte alla tutela della
salute e della sicurezza e gli studi epidemiologici condotti in ambito
internazionale
concordano nel
considerare la radiazione ultravioletta solare un rischio di natura
professionale per tutti i lavoratori che lavorano all'aperto (lavoratori
outdoor)”. Un rischio da valutare e prevenire
“alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici)
presenti nell'ambiente di lavoro. In particolare per tali lavoratori sono da
tempo individuate e caratterizzate molte
patologie fotoindotte, i cui organi bersaglio sono pelle ed occhi. La principale patologia fotoindotta è
senz’altro il
cancro della pelle”.
Dopo
aver parlato di rischio rumore, di rischio vibrazione al
sistema mano-braccio e al corpo, dei rischi
correlati ai campi elettromagnetici e alle radiazioni ottiche
artificiali, ci soffermiamo sui rischi derivanti dall’esposizione a
radiazioni ottiche naturali.
Sul
portale, che vi invitiamo a visionare, sono riportate diverse tabelle con l’
elenco delle attività che possono
comportare rischio di esposizione a radiazione UV solare.
Queste,
ad esempio, le
attività considerate ad
elevato rischio di esposizione:
-
“lavorazioni agricolo/forestali;
-
floricoltura – giardinaggio;
-
bagnini;
-
istruttori di sport all'aperto;
-
edilizia e cantieristica
stradale/ferroviaria/navale;
-
lavorazioni in cave e miniere a cielo aperto;
-
pesca e lavori a bordo di imbarcazioni, ormeggiatori, attività portuali;
-
addetti alle attività di ricerca e stoccaggio idrocarburi liquidi e gassosi nel
territorio, nel mare e nelle piattaforme continentali”.
Riguardo
alla
valutazione del Rischio UV Solare
e ai parametri di valutazione del rischio e valori limite, il portale indica
che “la quantità utilizzata ai fini protezionistici per quantificare il rischio
di insorgenza di danno per patologie fotoindotte della pelle è l’
Esposizione radiante efficace o
Dose efficace,
Heff, ottenuta dall'integrale dell'irradianza spettrale ponderata
con uno spettro d'azione relativo al rischio di induzione dell'eritema”.
E
lo spettro di azione per induzione di eritema “è stato standardizzato dalla CIE
(Commission International d’Eclairage), e viene correntemente impiegato anche
come curva di ponderazione per altre patologie della pelle fotoindotte, quali i
tumori cutanei”.
In
particolare la
Dose Minima per l’Eritema
(MED) “viene impiegata per descrivere le potenzialità della radiazione UV
nell’indurre la formazione dell’eritema e 1 MED viene definita come la dose di
UV efficace in grado di provocare un arrossamento percettibile della pelle
umana non precedentemente esposta al sole”. Tuttavia le persone non sono
ugualmente sensibili alla radiazione UV “a causa delle differenti capacità di
autodifesa della pelle (pigmentazione)”. Nel portale è presente una tabella per
consultare “i valori di MED per differenti tipi di pelle secondo le norme
DIN-5050”.
Il
portale ricorda poi che l'
Indice UV
è un indice “che basandosi sulla posizione del sole, sulla nuvolosità prevista,
sull'altitudine, sui dati dell'ozono, predice l'intensità della radiazione
ultravioletta solare giornalmente. La scala dell'indice UV va da un minimo di 1
ad un massimo di 12, più l'indice è alto, più forte è l'intensità degli UV”.
Riguardo
agli
aspetti normativi della protezione
dei lavoratori outdoor nei confronti
della radiazione solare, il portale
sottolinea che benché la “radiazione solare” sia “classificata dalla IARC nel
gruppo 1 di cancerogenesi (sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo)
e pur costituendo un fattore di rischio per tutte le attività outdoor, essa
non è
stata inserita nell’elenco degli Agenti cancerogeni e mutageni” del Decreto legislativo 81/2008.
Pur
essendo le
radiazioni UV solari
escluse dal campo di applicazione specifico del titolo VIII capo V del Testo
Unico, va comunque sottolineato che l’art. 181, comma 1 del Testo Unico “specifica
che la valutazione del rischio di tutti gli agenti fisici deve essere tale da
identificare e adottare le opportune misure
di prevenzione e protezione facendo
particolare
riferimento alle norme di buona tecnica e alle buone prassi.
E
il D.Lgs. 81/2008 prevede tra le misure generali di tutela
l'eliminazione dei rischi in relazione alle conoscenze acquisite in
base al progresso tecnico e, ove ciò non è possibile, la loro riduzione al
minimo. Prevede inoltre che datore
di lavoro, dirigente e preposto debbano richiedere
l'osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme e delle
disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di uso dei mezzi di protezione
collettivi ed individuali messi a loro disposizione. E infatti il datore di
lavoro deve fornire ai lavoratori
i
necessari ed idonei mezzi di protezione; e
sancisce l'obbligo da parte dei lavoratori di osservare
le disposizioni e le istruzioni impartite
dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione
collettiva ed individuale.
Nel
portale si fa anche riferimento al Decreto del 27 Aprile 2004 Ministero del
Lavoro e della Previdenza sociale, che inserisce i tumori cutanei nella lista delle
malattie professionali con obbligo di
denuncia, e al D.M. 9 aprile 2008 “Nuove Tabelle delle Malattie Professionali
nell’Industria e nell’Agricoltura”.
Riguardo
alla
prevenzione e protezione dal rischio
UV Solare bisogna tener conto che tale rischio è “strettamente collegato -
oltre che all'esposizione - anche ai fattori individuali, per cui l'attuazione
delle misure di tutela conseguenti la valutazione dell'esposizione va
effettuata lavoratore per lavoratore in relazione anche ai dati personali (fototipo,
farmaci, patologie), e lavorativi (presenza di agenti foto sensibilizzanti)” in
stretta collaborazione con il medico competente. In particolare i lavoratori
outdoor, “ad esempio in agricoltura, nel comparto pesca e nella cantieristica,
sono spesso esposti ad alcune delle sostanze foto sensibilizzanti” (sul portale
è presente una tabella relativa a tali sostanze).
Un’altra
tabella è relativa al
fototipo che mostra
come la pelle reagisce all'esposizione al sole (in base al colore della pelle,
dei capelli, alla comparsa di eritemi e all'attitudine ad abbronzarsi).
Rimandando
ad un futuro articolo l’approfondimento sulle misure di prevenzione e sui
dispositivi di protezione, concludiamo questa disamina riportando una
lista di soggetti particolarmente sensibili
al rischio UV Solare:
-
“donne in gravidanza: per quanto disposto agli artt.28 e 183 del DLgs.81/08
nonché all’art.11 del DLgs.151/01, in assenza di sicure informazioni reperibili
nella letteratura scientifica, sarà cura del Medico Competente valutare
l’eventuale adozione di cautele specifiche. Particolare attenzione va riservata
alla possibile azione sinergica di condizioni microclimatiche e radiazione UV;
-
albini e individui di fototipo 1-2;
-
i portatori di malattie del collagene (Sclerodermia e Lupus Eritematoso nelle
sue varie forme, dermatomiosite, poliartrite nodosa, sindrome di Wegener,
sindrome antifosfolipidi, ecc.) Tra le dermatosi esacerbate dalla luce è ben
noto il comportamento del Lupus eritematoso discoide: il suo peggioramento
consequenziale all’esposizione al sole è un fenomeno temibile, anche in funzione
di un possibile viraggio verso la forma sistemica indotta dalla foto
esposizione;
-
i soggetti in trattamento cronico o ciclico con farmaci fotosensibilizzanti
(quali ad esempio: antibiotici come le tetracicline ed i fluorochinolonici;
antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene ed il naprossene; diuretici
come la furosemide; ipoglicemizzanti come la sulfonilurea; psoraleni; acido
retinoico; acido aminolevulinico, neurolettici come le fenotiazine;
antiaritmici come l’amiodarone)”. Rimandiamo i nostri lettori alla lettura
della tabella sul portale relativa agli agenti foto sensibilizzanti (ICNIRP
2007);
-
“i soggetti affetti da alterazioni dell’iride (colobomi, aniridie) e della
pupilla (midriasi, pupilla tonica);
-
i soggetti portatori di drusen (corpi colloidi) per esposizioni a luce blu (nel
caso di elevata luce visibile riflessa: lavorazioni outdoor a mare o su
neve/ghiaccio/marmo);
-
lavoratori che abbiano lesioni cutanee maligne o pre-maligne;
-
lavoratori affetti da patologie cutanee fotoindotte o fotoaggravate, per
esposizioni a radiazioni UV. Queste patologie comprendono quadri assai rari
come lo xeroderma pigmentoso, accanto ad altri molto comuni come la dermatite
polimorfa solare”.
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