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"L'ambientalista Matacchiera: «E' allarme da decenni»"
di corriere del mezzogiorno / Ambiente
14/02/2009 - TARANTO — La presenza di un forte inquinamento industriale a Taranto era nota agli esperti sin dagli anni Ottanta e Novanta, ma le istituzioni ufficiali la negavano. Lo ha affermato ieri Fabio Matacchiera, ambientalista e subacqueo tarantino creatore dell'associazione Caretta Caretta, che ha ripercorso le tappe della vicenda. Nel 1991 gli esperti del Cnr avevano già documentato che le acque di scarico versate in mar Grande dallo stabilimento siderurgico «contengono un insieme di inquinanti tossici come ammoniaca, cianuri, fenoli, metalli. Tra gli idrocarburi, quelli più solubili come fenantrene, antracene e pirene si ritrovano costantemente in tutti i sedimenti analizzati». Queste analisi venivano confermate anche dal laboratorio specializzato di Siderno che operava anche per conto dell'Unione europea e di grandi aziende. L'acqua prelevata dal canale di scarico conteneva quantità tali di arsenico, mercurio, cromo esavalente, idrocarburi policiclici aromatici da classificare il campione esaminato come «rifiuto speciale tossico e nocivo». Di fronte a questa situazione, ha sottolineato ieri Matacchiera, il presidio multizonale di prevenzione di quegli anni (luglio 1995) affermava che «la situazione analitica ambientale della città è soddisfacente, i reflui dallo stabilimento sono soddisfacenti . In altre parole a Taranto non c'era inquinamento.
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