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"Tutti a scuola di sicurezza sul lavoro"
di Affari&finanza, Ch. ben. / Sicurezza sul lavoro
12/10/2009 - Milano Diminuiscano gli incidenti sul lavoro (-4,1%). E sono in calo anche le morti "bianche" ( -5,6%). Ma le ultime statistiche rese note dall'Inail e relative all'anno 2008, con quel carico di 1120 decessi, dicono che l'Italia è uno dei Paesi europei con un tasso di mortalità ancora troppo alto. Per contrastare la drammaticità del fenomeno, nella definizione del Testo unico sulla sicurezza, integrato questa estate dal decreto correttivo 106, oltre alla patente a punti per la valutazione delle imprese e un nuovo sistema di sanzioni e controlli, acquistano un peso sempre più rilevante gli enti bilaterali (imprese-sindacati) eretti come argini della prevenzione. Sono sedici i fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua. Un'azienda su tre, circa 2,5 milioni di lavoratori, ha deciso di seguire almeno uno dei corsi finanziati da questi enti. Dal 2004 ad oggi i fondi hanno stanziato oltre 750 milioni di euro di risorse, circa un 20% di questi sono destinate alla sicurezza. Molto, ma non abbastanza per lanciare una stagione della tolleranza zero sugli incidenti sul lavoro. Anche perché le aziende più sensibili al tema sono molto spesso le medio-grandi. Lasciando fuori dal perimetro della formazione le micro e le piccole imprese. Una criticità evidenziata dal rapporto Isfo12008, nel quale emerge che un lavoratore su tre afferma che le condizioni di lavoro non sono affatto sicure. Parte da qui l'esigenza di battere a tappeto il territorio per includere anche le piccole realtà imprenditoriali. Lungo questa scia è scattata l'operazione di Fondimpresa, il primo ente bilaterale per numero di aderenti (73mila aziende), davanti a quelli di Confcommercio, il Far. Te e Fondartigianato. Nel20081'ente formato da parti sociali e Confmdustria ha lanciato un avviso di finanziamento solo per la sicurezza sul lavoro. Circa25 milioni di euro sono stati messi a disposizione per 147 piani formativi che hanno coinvolto 2347 imprese e circa 90 mila lavoratori. Nel 2009 altri 21 mila dipendenti hanno preso parte ai corsi di formazione mentre il secondo il bando, che vale altri 6 milioni, è invece in scadenza il 15 ottobre. In tutto fanno 60 milioni di euro per la sicurezza dal 2008 ad oggi e 140 mila lavoratori formati. E le Pmi incominciano a salire ai vertici degli interventi. Infatti il 58% delle imprese che prendono parte ai piani finanziati impiega tra 1 e49 dipendenti, il31 % tra50e 249 e l'll % oltre i 250 dipendenti. Negli interventi è in risalita la quota destinata al Mezzogiorno, oggi oltre il 20% del totale, dove le Pmi sono restate a lungo lontane dalla formazione. Una realtà che ha ben chiara sotto gli occhi Alfredo Lasa, presidente di Fondimprensa Campania: «C'è un'esigenza diffusa di sicurezza, ma è difficile da mettersi in pratica. Molte piccole imprese, con poco personale impiegato, faticano a seguire corsi di formazione perché temono di vedere ridotta la propria produttività. Il nostro compito è proprio quello di comporre una mappa dei bisogni e trovare le risposte di una formazione qualificata. L'incidenza dei corsi di sicurezza e ambiente sono molto cresciuti negli ultimi anni, fino al 18% 20% del totale della formazione erogata. Con la presenza sempre più fitta di Pmi». Il ruolo dei formatori, più di2000 in tutta Italia, non va però trascurato. Francesco Naviglio è il segretario generale di Aifos, associazione di categoria: «1 fondi non mancano. Anzi il rischio è che ci sia una corsa alla spesa senza qualità. Perciò puntiamo al riconoscimento della figura del formatore e della sua qualificazione, attraverso processi di certificazione».
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