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"La valutazione del rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
18/05/2015 - Diversi studi
europei mostrano come gli
scivolamenti
e le
cadute nei luoghi di lavoro
rappresentino la causa del maggior numero di infortuni in tutti i settori
lavorativi, compreso il lavoro d’ufficio.
Non solo. Questi incidenti
risultano essere tra i motivi principali delle assenze dal lavoro superiori ai
tre giorni, specialmente nelle piccole e medie imprese dove il rischio di
infortuni dovuti a cadute per scivolosità
delle pavimentazioni è più elevato.
Se poi ragioniamo a livello di
statistiche nazionali si può rilevare come in Italia le
cadute in piano rappresentino la terza causa di infortunio di tutti
i comparti produttivi: ad esempio tra gli incidenti presenti nella della Banca
dati statistica Inail, riguardo ai dati del 2009, i casi denunciati sono pari a
circa il 15% di tutti gli infortuni di cui sono note le cause.
E per migliorare la prevenzione
di questi infortuni è necessario tener conto del
rapporto stretto tra scivolosità delle pavimentazioni e rischi di
caduta.
Un rapporto che è stato analizzato
e discusso in un intervento tratto dagli atti dell’
8° Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp, dal
titolo “ Dalla
valutazione alla gestione del rischio. Strategie per la salute e la sicurezza
sul lavoro” che si è svolto a Roma nel mese di novembre 2013.
In “
La misura della scivolosità delle pavimentazioni e rischio di caduta
sui luoghi di lavoro: risultati del progetto ‘MISP’”, a cura di R.
d’Angelo, E. Russo (Inail - Direzione Regionale Campania – Contarp), E.
Attaianese, G. Duca (LEAS - Dipartimento di Configurazione e Attuazione
dell’Architettura) e G. Bufalo (Inail - Settore Ricerca Certificazione e
Verifica, Dipartimento di Napoli), sono presentati gli obiettivi e i primi
risultati del progetto di ricerca “
Misura
della Scivolosità delle Pavimentazioni e rischio di caduta sui luoghi di lavoro”
(
MiSP), co-finanziato dall’Inail,
Direzione regionale per la Campania e dall’Università degli studi di Napoli. Un
progetto “volto a sopperire la carenza di metodologie e raccomandazioni
predisposte per la valutazione del rischio di caduta
in piano” e che intende costruire e proporre un
modello di valutazione di tale rischio, “con la predisposizione di
una
banca dati consultabile
gratuitamente on line in grado di fornire valori di riferimento utili a chi
non disponga di strumentazioni di prova a norma. A questo scopo sono state
redatte, inoltre, delle
linee guida
per la valutazione non strumentale del rischio da scivolamento sulla
pavimentazione, utili a facilitarne e uniformarne i metodi di valutazione”.
L’intervento ricorda che le cadute
in piano “causano infortuni anche gravi nei lavoratori con una durata media
di assenze dal lavoro di 38 giorni, durata superata soltanto dalle assenze
dovute alle cadute dall’alto, con 47 giorni, e dagli infortuni per
impiglio/aggancio, con 49 giorni. Gli indennizzi corrisposti a seguito di tali
infortuni ammontano a oltre 90 milioni di euro e rappresentano la principale
voce di spesa dell’Inail. La conseguente perdita di 2 milioni di giorni
lavorativi, in tutti i settori, nell’anno 2009, ha rappresentato la prima causa
di assenza dal lavoro, con ovvie ricadute negative sul piano economico per
l’intero sistema produttivo nazionale (fonte: Banca dati Inail)”.
Se tuttavia il
rischio di caduta in piano da scivolamento
rappresenta oggi un rischio normato dal d.lgs. 81/2008, che il datore di lavoro
è obbligato a valutare, in realtà “la valutazione è condotta solo per gli
ambienti nei quali questo è riconosciuto come rischio specifico e porta
abitualmente alla predisposizione di misure che riguardano la prescrizione di calzature
con suola antiscivolo; tuttavia, le mutevoli condizioni di esercizio
possono determinare situazioni di usura, umidità superficiale e contaminazione,
che influiscono sulla sicurezza delle pavimentazioni, compromettendo spesso
anche la sicurezza dei lavoratori che indossano dispositivi individuali di
protezione (DPI). Ma il problema della valutazione di questo rischio si estende
anche al terziario, ambito nel quale è ampiamente sottostimato e spesso del tutto
incontrollato”.
Ricordando che gli infortuni
“provocati da scivolamento o inciampo sulla superficie di calpestio sono
generalmente ricondotti, dalla letteratura e dalla normativa tecnica-edilizia,
al valore della resistenza allo scivolamento delle pavimentazioni” e ad
un’inadeguata “interazione tra la superficie della suola della scarpa e la
superficie del pavimento”, l’intervento si sofferma su vari aspetti:
- le fasi operative del progetto
MiSP;
- la redazione delle “
linee guida per la valutazione non
strumentale del rischio da scivolamento sulla pavimentazione”. Alle linee
guida è allegata una check-list ragionata che costituisce un metodo di
valutazione del rischio scivolamento e caduta;
- la
Banca Dati con valori di riferimento utili alla valutazione del
rischio: “nel corso della ricerca sono state eseguite 91 misurazioni del
coefficiente di attrito, che corrispondono ai 91 record della banca dati, in
luoghi che presentano condizioni diverse rispetto agli aspetti tecnici della
pavimentazione e per l’utilizzo degli ambienti che incidono sul
valore di coefficiente di attrito (COF)
offerto dalla pavimentazione”. Nell’intervento, che vi invitiamo a visionare,
una tabella riporta le “condizioni rilevate per tutte le variabili tecniche e
d’uso considerate”.
Ricordiamo che riguardo alla
prevenzione delle cadute in piano in questi anni alcuni suggerimenti sono stati
forniti in una campagna di Suva,
istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, e nel
progetto “ TRA TERRA E CIELO”
proposto dal Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro ( Spisal) dell’ ULSS 6 di Vicenza.
Ad esempio sono state pubblicate,
e presentate su PuntoSicuro, diverse liste
di controllo relative alle cadute in piano nei cantieri e negli uffici.
Tornando all’intervento, gli
autori sottolineano ancora che la rilevanza del rischio di caduta in piano nei
luoghi di lavoro “è ampiamente dimostrata dalla numerosità degli incidenti
dovuti a cause legate alla sicurezza delle pavimentazioni e dall’impatto di
questi sui giorni di assenza dal lavoro, nonché dall’entità dei relativi
indennizzi corrisposti, che negli ultimi anni rappresentano la principale voce
di spesa dell’Inail”. Tuttavia sul piano tecnico la considerazione di questo
rischio “si basa spesso sul semplice esame a vista delle superfici, senza
condurre rilievi più accurati di carattere strumentale che possono consentire
una adeguata valutazione. Ciò è dovuto, probabilmente, ad una
scarsa consapevolezza del problema da
parte della cultura tecnica (cosa che riguarda anche gli organismi di
vigilanza) conseguente alla ridotta diffusione di strumentazioni e metodologie
appropriate”.
Il risultato, concludono gli
autori, è che si assiste “ad una
generale
inadempienza dell’obbligo di valutazione del rischio di caduta in piano sui
luoghi di lavoro il quale, di fatto, rappresenta oggi un rischio non
controllato, oltre che sottostimato, che conduce ad una reale impossibilità di
attuare adeguate misure correttive”. E lo studio correlato al progetto MISP –
che ha portato alla messa a punto di una metodologia di valutazione del rischio
di caduta sui luoghi di lavoro e di un protocollo affidabile per la misura della
scivolosità delle pavimentazioni in opera - ha confermato “che il rischio di
caduta non va legato esclusivamente al coefficiente di attrito, ma che un ruolo
fondamentale è rivestito dalle condizioni di contesto che incidono sulla
qualità del percorso, sia in termini di fattori ambientali, quali
l’illuminazione, il rumore, gli agenti atmosferici, sia in termini di
organizzazione e localizzazione degli spazi, e loro destinazione funzionale e
d’uso”.
Infine – segnalano infine gli
autori - fondamentale è “la considerazione della
componente umana e comportamentale nella valutazione del rischio di
caduta, anche in considerazione dalla variabilità del modo di camminare di
ciascun individuo, dovuto a condizioni personali o contingenti”.
“ La
misura della scivolosità delle pavimentazioni e rischio di caduta sui luoghi di
lavoro: risultati del progetto ‘MISP’”, a cura di R. d’Angelo, E. Russo
(Inail - Direzione Regionale Campania – Contarp), E. Attaianese, G. Duca (LEAS
- Dipartimento di Configurazione e Attuazione dell’Architettura) e G. Bufalo
(Inail - Settore Ricerca Certificazione e Verifica, Dipartimento di Napoli),
intervento all’8° Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp
(formato PDF, 43 kB).
Tiziano Menduto
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