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"Imparare dagli errori: gli incidenti nel comparto pirotecnico"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
18/06/2015 - Sono diversi gli incidenti, spesso gravi e mortali, che avvengono in Italia nel
comparto pirotecnico,
un comparto formato spesso da piccole imprese caratterizzate non
raramente da una sottovalutazione dei rischi lavorativi e da una
conoscenza non adeguata della normativa e delle procedure di sicurezza.
E partendo dai dati, non recenti, che riguardano il comparto – 36
morti tra il 2000 e il 2010 – un sottogruppo della Commissione
Consultiva ha elaborato nel 2013 un’analisi delle criticità relative
agli
impianti di produzione e deposito degli articoli pirotecnici, un’analisi che potrà servire per migliorare la prevenzione degli incidenti...
Prima di soffermarci sui temi sollevati dalla Commissione
Consultiva, presentiamo una lunga carrellata di incidenti raccolti in INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Nel
primo caso lo scoppio dei fuochi
d’artificio si è verificato nel
locale
deposito dei prodotti finiti.
Al momento dell’incidente nel
locale sono presenti ben sei persone di cui tre lavoratori della ditta
produttrice dei fuochi, compreso il datore di lavoro, e tre lavoratori di
un’altra ditta che stanno effettuando l’acquisto di un notevole quantitativo di
fuochi.
Nel prelevare dal “magazzino
prodotti finiti” i fuochi già confezionati, il materiale depositato esplode
investendo tutti i presenti. È “presumibile che l’innesco dello scoppio possa
esser stato determinato dalla formazione di scintille prodotte da residui di
polvere pirica riversati accidentalmente sul pavimento del locale.
Nell’effettuare la movimentazione manuale del grosso quantitativo di fuochi
artificiali confezionati in cartoni, è possibile che da qualche contenitore non
perfettamente sigillato possa essere fuoriuscita della polvere pirica. A
seguito poi dello strisciamento dei cartoni al suolo per attrito si sarebbero
prodotte delle scintille che avrebbero innescato lo scoppio a catena di tutti i
fuochi artificiali presenti nel deposito”.
Nel
secondo caso l’infortunio deriva da un incendio in fase di
confezionamento dei prodotti.
Mentre una lavoratore sta
confezionando dei prodotti pirotecnici, a causa di un innesco, non meglio
precisato, si verifica un incendio improvviso di polveri infiammabili (polvere
pirica e miscela di apertura – perclorato di potassio e alluminio).
Si presume che il materiale in
lavorazione presente sopra e sotto il tavolo di lavoro, non raccolto, si sia
innescato per sfregamento.
I
fattori causali rilevati dalla scheda:
- “mancata adozione di
abbigliamento protettivo contro il calore;
- accumulo di polveri esplosive
sul pavimento derivante da pulizia insufficiente”.
Nel
terzo caso l'infortunio è avvenuto in una ditta di fuochi di
artificio a causa di una
esplosione.
Un amico del titolare della ditta
si trova per caso sul piazzale antistante la fabbrica e accortosi di un
incendio che si è sviluppato accorre per aiutare a spegnere le fiamme.
Improvvisamente c'è una violenta
esplosione che gli procura una grave ustione soprattutto al volto. Ricoverato
in prognosi riservata muore dopo circa 20 giorni.
Il titolare della ditta non ha
impedito l'accesso alla fabbrica ai non addetti ai lavori. Le cause
dell'incendio restano ignote.
Nel
quarto caso l’infortunio è correlato ad altra attività svolta
vicino a
materiali esplosivi.
Un lavoratore è intento al taglio
di erbacce all’esterno di un capannone industriale adibito a fabbrica di fuochi
d’artificio.
L’operazione si svolge presso
un’area ove sono posti ad asciugare alcuni materiali esplosivi necessari alla
preparazione dei fuochi.
Improvvisamente l’erba secca
appena tagliata prende fuoco e successivamente avviene un’esplosione che
investe completamente il lavoratore e ne provoca il decesso.
L’innesco dell’incendio può
sicuramente essere individuato nelle modalità di stoccaggio delle materie prime
detenute in quantità maggiori di quelle consentite e con modalità inadeguate,
nell’uso di indumenti non consoni alle attività da svolgersi (antistatici),
nell’uso di decespugliatori nei pressi di materiali infiammabili.
Le riflessioni
Come indicato in premessa, la Commissione
consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ha approvato nel
2013 il documento “ Articoli
pirotecnici. Impianti di produzione e deposito” in cui è compresa un’analisi
dei dati statistici
relativi
all’andamento infortunistico del settore “pirotecnia” e un esame della “Terza
relazione intermedia dell'attività” della Commissione Parlamentare di inchiesta
sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, riguardante i problemi della sicurezza
sul lavoro nel settore delle attività pirotecniche.
Nella relazione si evidenziano
aspetti critici, comuni alle esplosioni degli
opifici pirotecnici:
-
“condizioni inadeguate degli ambienti di lavoro e lavorazioni svolte in condizioni climatiche inadeguate
(temperatura, umidità, ventilazione);
- mancata osservanza delle
disposizioni che vietano l’accesso ai non addetti ai lavori in determinati
punti dell’opificio;
- difformità nelle modalità di
accertamento delle capacità tecniche del personale civile rispetto alla
formazione prevista per gli artificieri delle Forze Armate;
- irregolarità amministrative
(rilascio delle licenze di esercizio dell’attività di produzione);
- inadeguata preparazione delle
maestranze utilizzate”.
La Commissione evidenzia quelle
che considera “
le preoccupanti lacune
esistenti nella normativa del settore delle attività pirotecniche" che
riguarderebbero i seguenti aspetti:
- “l’accertamento dell’ idoneità
tecnica degli operatori ed il relativo regime di autorizzazione;
- forme obbligatorie di
formazione professionale e di aggiornamento;
- qualità della attività
ispettiva;
- sicurezza dei luoghi e degli
ambienti di lavoro;
- iscrizione degli impianti per
la produzione di fuochi d’artificio in una adeguata categoria di rischio;
- l’osservanza del divieto di
accesso agli impianti per i non addetti ai lavori;
- svolgimento di controlli
periodici degli stabilimenti più severi e approfonditi”.
Vengono fatte poi alcune considerazioni
sulla normativa e riportate alcune criticità della formazione, ad esempio con
riferimento al fatto che sia da un punto di vista terminologico, che di responsabilità,
siano in uso differenti dizioni nelle diverse normative: “ad esempio, gestore,
titolare della licenza, datore di lavoro e titolare dell’attività”.
Inoltre “la normativa sui prodotti
classificati esplosivi è estremamente complessa”: si associano leggi di molti
anni fa a leggi più recenti che si sovrappongono tra loro con difficoltà
applicative per le aziende.
La Commissione ha dunque maturato
il
convincimento che:
- “l’adeguamento e la coerenza
delle varie normative di sicurezza e prevenzione che regolano questo settore
(non solo in riferimento ai pirotecnici, ma anche agli esplosivi
in generale), particolarmente esposto a gravi rischi, è probabilmente uno
dei fattori decisivi per il miglioramento degli ambienti di lavoro e per dare
regole certe ai datori di lavoro;
-
sarebbe auspicabile che le Amministrazioni Interno, Lavoro e Ambiente,
si coordinassero al fine di eliminare le difformità nella terminologia, nelle
classificazioni e nelle prescrizioni della normativa che disciplina tali
attività;
- sarebbe opportuno dare maggiore
risalto, nell’ambito delle attività di formazione previste dalle varie
normative specifiche, per gestori, direttori di fabbrica, operatori, alle
indicazioni da fornire in relazione ai rischi specifici derivanti dall’utilizzo
delle sostanze pericolose” (misure di prevenzione e di protezione, dispositivi
di protezione collettiva ed individuale, scelta di prodotti chimici, ...).
Sarebbe, inoltre,
auspicabile:
- “limitare al massimo i tempi
dei depositi giudiziari e fornire alle imprese tutte le necessarie informazioni
sulle caratteristiche del materiale depositato, al fine di permettere un
corretto deposito ed una corretta valutazione dei rischi;
- sottolineare, per quanto
riguarda gli aspetti autorizzativi e di controllo, per il settore pirotecnico,
l’importanza che riveste il coordinamento tra i Ministeri competenti e le
Regioni;
- intervenire sulla normativa
specifica, sia tecnica che legislativa relativa alle attrezzature utilizzate
nella lavorazione degli esplosivi, per eliminare le carenze e per aggiornarla”.
Concludiamo ricordando che per la
sicurezza e la
prevenzione degli
incidenti nell’uso, non professionale, dei
fuochi d’artificio, sono stati prodotti in questi anni diversi
documenti dal Dipartimento dei del
soccorso pubblico e della difesa civile. Vedi, ad esempio, il documento presentato
da PuntoSicuro nell’articolo “ Fuochi di artificio... in sicurezza”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
1962a,
392,
887 e
1067 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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