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"Ultime novità sui droni"

fonte www.puntosicuro.it / Normativa

21/03/2016 -
Per inquadrare correttamente l’iniziativa europea, è bene tener presente alcuni dati che permettono di assegnare al problema una dimensione appropriata.
Secondo le più recenti valutazioni, sono più di 2.000.000 i droni che attualmente si aggirano nei cieli del mondo, a fronte di circa 200.000 velivoli commerciali o di turismo, con piloti a bordo.
Questi droni vanno dai giocattoli fino agli strumenti militari di estrema accuratezza e letalità.

La sicurezza degli aerei commerciali rappresenta evidentemente  la preoccupazione principale degli enti di controllo del traffico aereo ed ecco il motivo per cui c’è voluto un po’ di tempo perché potessero essere inquadrati  questi problemi, cercando di superare le sfide tecniche e  operative, che permettono ai droni di operare in modo sicuro nel contesto dello spazio aereo commerciale europeo.
A questo fine, la commissione europea ha fondato un gruppo di lavoro che ha pubblicato un percorso, che dovrebbe consentire l’integrazione fra il traffico aereo commerciale e il traffico aereo dei droni, identificando i principali problemi e fornendo un approccio passo passo alla loro risoluzione.
 
Il documento che è stato pubblicato è completo di tre annessi che coprono:
·  l’approccio regolamentare,
·  un piano di ricerca strategica,
·  uno studio dell’impatto sociale.
 
Nel contempo la commissione europea ha messo disposizione dei fondi che permettono di sostenere  ricerche approfondite sul tema, a conferma del fatto che non è intenzione delle autorità europee evitare o limitare l’attività dei droni, ma l’obiettivo è quello di integrare tali attività in modo sicuro nelle attività dell’aviazione commerciale.
Ad oggi sono stati approvati ben 80 programmi, con 450.000.000 di euro di stanziamento.
In questi programmi sono coinvolti partner che vengono, in pratica, dalla quasi totalità delle nazioni europee.
Nel frattempo è stato pubblicato il 10 febbraio 2016 il quadro regolamentare di riferimento che crea tre diverse categorie operative dei droni, basate su parametri anch’essi operativi:
 
categoria aperta-il drone viene utilizzato senza il coinvolgimento di una autorità aeronautica. Questi droni vengono utilizzati soltanto a portata visiva dell’operatore, senza la possibilità di superare un’altezza massima, che è ben al di sotto dello spazio aereo interessato dai velivoli commerciali; inoltre la zona operativa deve trovarsi a distanze minime precisate da aeroporti e altre zone sensibili. Questi droni non potranno volare sopra la folla, e dovranno soddisfare alle normative, emesse dalle industrie del settore, in caso di giocattoli;
 
categoria specifica-in questo caso il volo del drone deve essere assoggettato ad una valutazione di rischio specifica, a seconda del tipo di operazione prevista, che deve quindi identificare tutti i rischi verso soggetti terzi sia a terra sia nell’aria. L’utilizzo di questi droni deve essere governato da una autorizzazione alla operatività, che individui in particolare il tipo, le capacità di volo ed i parametri operativi;
 
categoria certificata - questa categoria comprende tutti i droni di grandi dimensioni che hanno requisiti simili a quelli degli aerei pilotati. Gli operatori di questi droni dovranno essere certificati e disporre di licenza di pilota.
 
Un altro tema su cui si sta concentrando l’attenzione dei legislatori, come i lettori possono ben immaginare, la protezione dei dati personali che potrebbero essere raccolti in gran numero da questi apparati.
Ad oggi, le disposizioni in vigore fanno generico riferimento a disposizioni locali in tema di protezione dei dati personali, ma l’avvento del nuovo regolamento europeo porterà  certamente ad una migliore definizione di questi parametri.
Ricordiamo a tutti i lettori che questi saranno alcuni dei temi trattati durante gli imminenti EUROPEAN DATA PROTECTION DAYS a Berlino.
 
Adalberto Biasiotti

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