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"Edilizia: sicurezza, formazione e dispositivi per i lavori in corda"
fonte www.puntosicuro.it / Edilizia
25/03/2016 - È evidente che i lavori in quota svolti con sistemi di
accesso e posizionamento mediante funi espongono, se svolti senza le corrette procedure, attrezzature e formazione, gli operatori a rischi di infortuni molto gravi.
Per raccogliere indicazioni sulla prevenzione dei rischi, sulla
formazione necessaria e sulle procedure e attrezzature adeguate,
possiamo fare riferimento ad un seminario tecnico, dal titolo “
Lavori in corda. Know-how e Sicurezza”, che è stato organizzato il 18 dicembre 2015 a Roma dalla Commissione Sicurezza nei Cantieri mobili istituita presso l’ Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma,
in collaborazione con Eur Spa. Un seminario che aveva l’obiettivo di
fornire agli ingegneri, che si trovano ad operare con tali sistemi
lavorativi, una visione completa della gestione tecnico-amministrativa e
della conduzione della fase operativa. E che ha permesso di individuare
i rischi specifici delle lavorazioni con riferimento anche all’utilizzo
di adeguate strumentazioni, DPI, procedure tecniche e di sicurezza.
Riguardo alla sicurezza dei “lavori
in corda”, ci soffermiamo oggi su un intervento dal titolo “
Know-how e sicurezza aziendale” e a
cura del geom. Giorgio Liberatore (Responsabile Area Centro Italia
Ediliziacrobatica srl).
L’intervento aveva l’obiettivo di
presentare una “metodologia di lavoro edile diversa” dalla metodologia
tradizionale, “che ha come peculiarità la riduzione delle tempistiche degli
interventi” e l’essere “meno invasiva” ma con lo stesso “rispetto delle norme
di sicurezza”.
Il primo aspetto su cui si
sofferma il relatore riguarda le
abilitazioni
necessarie per eseguire i lavori su corda.
Si ricorda a questo proposito che
il
modulo base di formazione – propedeutico
alla frequenza al successivo modulo specifico, ma non sufficiente per abilitare
all’esecuzione dell’attività lavorativa – riguarda la “conoscenza dei DPI per
la prevenzione delle cadute nel lavoro in
quota”. E ha lo scopo di “impartire al lavoratore una base teorica di
formazione sulle normative, rischi e DPI da utilizzare nei lavori su fune”.
Con riferimento anche ad “elementi di primo soccorso e procedure operative di
salvataggio”.
Invece i
moduli specifici pratici per l’accesso e il lavoro in sospensione
in siti naturali o artificiali sono finalizzati “all’apprendimento di tecniche
operative adeguate ad eseguire in condizioni di sicurezza le attività che
richiedono l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi. Con
riferimento anche all’applicazione di tecniche di sollevamento, posizionamento
e calata materiali e all’applicazione di tecniche di evacuazione e salvataggio.
Dopo essersi soffermato anche
sull’informazione e sull’addestramento dei lavoratori, l’intervento fornisce
alcune informazioni sui
dispositivi di
protezione individuale (‘
qualsiasi
attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo
di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza
o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a
tale scopo’ - D.Lgs. 81/2008 ).
Questi alcuni
sistemi di protezione anticaduta che
richiedono formazione e addestramento dei lavoratori:
-
Sistemi di Posizionamento (Formazione ed Addestramento): “Punto di
ancoraggio EN 795; cordini di collegamento EN 354 / EN 358; connettori EN 362,
cintura di posizionamento EN 358;
-
Sistemi di Trattenuta (Formazione ed Addestramento): Punto di
ancoraggio EN 795; cordini di collegamento EN 354 / EN 358; connettori EN 362,
cintura di posizionamento EN 358; imbragatura EN 361;
-
Sistemi di Arresto Caduta (Formazione ed Addestramento): Punto di
ancoraggio EN 795; cordini di collegamento EN 354 / EN 358 con dissipatore di
energia EN 355; connettori EN 362, cintura di posizionamento EN 358;
imbragatura EN 361;
-
Linea Vita Flessibile (Formazione ed Addestramento): Punti di
ancoraggio EN 795; cavo d’acciaio o fune EN 354, dispositivo di connessione
scorrevole con dissipatore di energia EN 355-2; connettori EN 362; imbragatura
di sicurezza EN 361;
-
Linea Vita Rigida (Formazione ed Addestramento): Binario EN 355;
dispositivo di connessione scorrevole con dissipatore di energia EN 355-2;
connettori EN 362; imbragatura di sicurezza EN 361;
-
Sistemi di Discensione (Formazione ed Addestramento): Treppiede EN
795 o discensore con carrucola EN 341; fune di collegamento EN 1891 o EN 696
connettori con manopole demoltiplicate EN 353 o EN 696; imbragatura di
sicurezza EN 361.
Ricordando che stiamo parlando
per lo più di DPI di 3° categoria
(DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte e
lesioni gravi e di carattere permanente), veniamo ad affrontare alcuni aspetti
metodologici ed in particolare l’
uso di
tecniche di posizionamento su fune di derivazione alpinistica.
Il relatore indica che le norme
di buona tecnica “prevedono il loro utilizzo in
4 specifici casi:
- durante la predisposizione
delle protezioni collettive;
- se l’introduzione delle
protezioni collettive risulta impossibile;
- se dall’analisi di Valutazione
del Rischio effettuata dal Datore di Lavoro, risulta che il lavoro può essere
effettuato in condizioni di sicurezza e l’impiego di un’altra attrezzatura di
lavoro considerata più sicura, non è giustificato a causa della breve durata di
impiego delle caratteristiche esistenti dei siti che non può modificare. Ovvero
se è dimostrabile una diminuzione del fattore di rischio” (nell’intervento si
ricorda che nel Decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 12
dicembre 2000, art. 10 comma 6, per lavori di breve durata si intendono i
lavori che non durano più di quindici giorni).
Viene poi proposto un
esempio di valutazione del rischio, in
cui si segnala che ai fini della scelta del metodo di lavoro con funi, la
valutazione dei rischi “deve tenere conto dei seguenti elementi qualitativi, dopo
aver appurato la eseguibilità in sicurezza del lavoro con funi:
- impossibilita di accesso con
altre attrezzature di lavoro;
- pericolosità di utilizzo di
altre attrezzature di lavoro;
- impossibilità di utilizzo di sistemi
di protezione collettiva;
- esigenza di urgenza di
intervento giustificata;
- minor rischio complessivo
rispetto ad altre soluzioni operative;
- durata limitata nel tempo
dell'intervento;
- impossibilità di modifica del
sito ove è posto il luogo di lavoro”.
Altre informazioni riguardano poi
i
punti di ancoraggio (Uni-En 795).
I punti
di ancoraggio sicuri “devono essere ancorati mediante appositi dispositivi
a strutture in grado di sopportare:
- il peso dell’operatore;
- il peso delle attrezzature di
lavoro;
- il peso di un eventuale
soccorritore;
- le eventuali sollecitazioni
dinamiche di una caduta protetta da un dispositivo ad assorbimento di energia
cinetica”.
Dopo aver riportato indicazioni
sulla classificazione e sulla resistenza minima degli ancoraggi e aver dato
informazioni specifiche sugli “ancoraggi a corpo morto”, il relatore indica che:
- gli ancoraggi devono essere
definiti in fase di progetto del lavoro;
- le funi di lavoro e di
sicurezza devono essere collegate separatamente a punti di ancoraggio sicuri”.
E, infine, riguardo alla
realizzazione degli ancoraggi, indica
che la “realizzazione dei punti di ancoraggio per ogni lavoro con funi deve
essere prevista nel POS (Piano Operativo di Sicurezza, ndr) e deve avvenire
sotto il controllo e la verifica di un preposto. Per gli ancoraggi fissi, di
qualsiasi tipo, deve essere eseguita una installazione a regola d’arte”.
E inoltre, quando necessario,
deve “essere verificata, mediante calcoli, la resistenza della struttura di
supporto utilizzata, oppure testata a parte”.
“ Know-how e sicurezza aziendale”,
a cura del geom. Giorgio Liberatore (Responsabile Area Centro Italia Ediliziacrobatica
srl), intervento al seminario “Lavori in corda. Know-how e Sicurezza” (formato PDF,
1.77 MB).
Tiziano Menduto
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