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"Gli agrofarmaci sotto scacco"

fonte Italia Oggi / Sicurezza alimentare

07/02/2009 - Il 2009 sarà un anno d’intensa attività per l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa). E quest’attività, in parecchi casi, avrà riflessi diretti sul mondo agricolo. «Per quest’anno», dichiara Catherine Geslain-Lanéelle, direttore esecutivo dell’ Efsa, «contiamo che il numero dei pareri scientifici rilasciati dalla nostra rete d’esperti scientifici salirà ancora,dopo i 490 del 2008 e gli oltre 200 del 2007 (in base a tali pareri la Commissione Europea prende le sue decisioni ed emana regolamenti e direttive, ndr)». Un obiettivo raggiungibile grazie al rafforzamento dell’Efsa, che potrà disporre nel 2009 di un budget di 73 milioni di euro (era di poco più di 52 milioni nel 2007) e della collaborazione di oltre 400 addetti (età media 37 anni) molto motivati, come è testimoniato da un recente sondaggio interno dal quale è emerso che 1’86% di loro è orgoglioso di lavorare per l’Efsa, e di una rete di oltre 1.200 esperti scientifici, anche loro in gran parte soddisfatti della collaborazione con l’ente, che consente agli scienziati non solo di mettere le proprie conoscenze al servizio dei consumatori europei, ma anche di operare in un’arena scientifica e di ricerca internazionale. Risorse e motivazione che si concretizzeranno in una maggiore efficienza dell’Efsa il numero di pareri scientifici emessi per giorno lavorativo passerà a tre (da uno degli esordi) e potrà essere meglio garantita la prontezza di risposta in caso d’insorgenza di situazioni d’allarme alimentare: in occasione dell’allarme diossina nella carni suine irlandesi del dicembre scorso, l’Efsa ha emanato un parere scientifico nell’arco di due giorni. «Nei prossimi mesi», anticipa Geslain-Lanéelle, «ci attendiamo di ricevere dalla Commissione Europea numerose richieste di pareri sulla sicurezza degli agrofarmaci. E ciò in conseguenza della recente approvazione della modifica alla Direttiva 917414 da parte del Parlamento Europeo». Una modifica che fa proprio un orientamento sul quale l’industria dell’agrofarmaco ha espresso forti perplessità, preoccupata com’è del fatto che i singoli principi attivi vengano valutati sulla base della loro pericolosità intrinseca, non di quella del rischio conseguente a una potenziale esposizione alla sostanza in questione. Il fatto di emanare pareri scientifici che possano mettere l’Efsa in contraddittorio con l’industria e non solo di quella dell’agrofarmaco, non preoccupa comunque il direttore esecutivo dell’organismo comunitario. «Proprio lo scorso anno», puntualizza Geslain-Lanéelle, «abbiamo reimpostato i criteri per la selezione degli esperti scientifici chiamati a collaborare con noi. Selezione che, oltre ad avvenire in base a valutazioni sulla competenza scientifica del singolo esperto, è impostata in modo da evitare che si prefiguri il benché minimo rischio di conflitto d’interesse. Perché l’Efsa sia considerato un organismo credibile, non soltanto in Europa, ma anche nel mondo, la sua indipendenza di giudizio dev’essere effettiva e inconfutabile». Segnali di stima nei suoi confronti possono senz’altro considerarsi i rapporti di collaborazione instaurati con 250 organismi di ricerca nel mondo, in primis le agenzie per la sicurezza alimentare di Stati Uniti (dove Geslain-Lanéelie si recherà il mese prossimo), Canada, Nuova Zelanda e Giappone. «Quest’anno», prosegue il direttore esecutivo dell’Efsa, «ci vedrà inoltre impegnati nella produzione di pareri scientifici sulla sicurezza delle nano-tecnologie. Si pensi, per esempio, alle nanoparticelle nelle quali vengono inserite delle vitamine e che poi sono inglobate nei mangimi per gli animali da reddito, oppure a quelle che alcuni produttori stanno impiegando nei cosiddetti smart pack, utili per prolungare la shelflife degli alimenti». Particolarmente complesso sarà anche l’impegno dell’Efsa nel produrre pareri sull’influenza che i cambiamenti climatici potranno avere sulla salute animale e vegetale. «In questo campo», evidenzia Geslain-Lanéelle, «le conoscenze scientifiche sono ancora limitate. Ciononostante il nostro ente dev’essere in grado di formulare dei pareri basati sulle conoscenze allo stato dell’arte. Valutazioni che verranno poi aggiornate nel tempo, man mano che la ricerca scientifica sarà in grado di fornire nuove informazioni, come avviene anche in tema di ogm o di tanti altri punti critici per la sicurezza alimentare di cui ci siamo occupati in passato e che continuiamo a monitorare.

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