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"………..e nel 2008 sono crollati ordinativi e consegne "

fonte Italia Oggi / Agroalimentare

07/02/2009 - Stabilità dei consumi e aumento dei prezzi contro una decisa flessione delle consegne di latte alla trasformazione e degli ordinativi della GDO. Una parabola che porta inevitabilmente ad abbassare il potere contrattuale delle aziende agricole e la fiducia nel mercato dell’industria nazionale. Il quadro presentato dall’Ismea sull’andamento nel 2008 del mercato dei prodotti lattiero-caseari internazionale e nazionale, per quanto edulcorato, non conforta. Rallentamento della domanda di esportazione dei prodotti europei verso partners importanti come gli Usa e il Giappone, a causa della recessione economica iniziata l’anno scorso e propensa a proseguire nell’anno in corso. Aumento dell’offerta di latte da parte di Oceania e America latina, stimata nel 2% per il 2008 e in trend ascendente per il 2009 ( si parla di un buon 1,6%). Crisi interna alla Comunità dovuta a molteplici fattori, no tutti congiunturali. Se, infatti, i livelli di remuneratività delle aziende lattifere hanno trovato non poche difficoltà a coprire i costi di produzione la domanda dell’industria nazionale si è arenata davanti ad un calo/incertezza della richiesta, i dubbi sulle modalità con cui verranno distribuite ai produttori le quote aggiuntive (5% a partire dal 2009/2010) oltre al 2% della campagna in corso, non hanno certo aiutato a dare stabilità al settore. Per quanto riguarda il nostro paese oltre all’incertezza sulla distribuzione delle quote un ruolo determinante va riconosciuto al protrarsi dell’assenza di un accordo nazionale sul prezzo del latte alla stalla, cosa che, secondo le rilevazioni Ismea, ha inciso sulla dinamica delle consegne di latte, facendole scendere del 2,2% in un solo anno ( dal 2007 al 2008). Il prezzo medio del Nord Italia oscilla ora fra gli 0,32 e gli 0,35 euro al kg. Per il centro Sud va meglio, con un range che va dai 38 ai 40 centesimi al kg. Per i derivati, il 2008 ha segnato una calata a picco della produzione d burro che ha perso oltre il 5%, mentre peri formaggi, le ipotesi per il 2009, sono favorevoli solo per la principali denominazioni d’origine come il Grana, il Parmigiano, l’Asiago ed il gorgonzola, che oscillano da un + 0,4% ad un + 3,2%, rispettivamente, per il gorgonzola e per l’Asiago.

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