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"Allerta transgenico da 17 associazioni"
fonte Italia Oggi / Agroalimentare
12/02/2009 - Cresce la preoccupazione in Italia per quanto succede in Europa in tema di nuove colture ogm che trovano spazio nei campi. A lanciare l’allarme in una lettera inviata ai ministri italiani della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura, è Adiconsum e varie associazioni degli agricoltori, del commercio, della distribuzione, dell’ambientalismo e della cooperazione internazionale. Nella lettera, chiedono « un’opposizione energica alla proposta della commissione Ue di introdurre nei campi due nuove colture transgeniche (mais Bt11 e 1507)» e «sostenga la moratoria sul mais Mon 810 operata da Francia, Grecia e Ungheria». Per i presidenti Acli Terra, Adiconsum, Aiab, Alpa, Crocevia, Cia, Cna Alimentare, Confartigianato Alimentare, Coop Italia, Equivita, Federconsumatori, Fondazione Diritti Genetici, Greenpeace, Legambiente, Slow Food, Verdi Ambiente e Società (VAS), «il comportamento dell’Europa è schizofrenico. Solo pochi giorni fa è stato votata un regolamento sui pesticidi, in base al quale il glufosinato è stato considerato pericoloso e da vietare. Allo stesso tempo, però, si propone l’introduzione in campo di due Ogm che, oltre ad avere proprietà insetticida, sono resistenti al glufosinato. In questo modo si incentiva l’utilizzo di questa sostanza chimica, a danno della salute dei cittadini e dell’ambiente». Per Roberto Burdese, presidente di Slow food Italia, «c’è da pensare che l’Ue non abbia le idee chiare e che questo no averle sia una strategia. Noi non siamo contrari al progresso, ma sul transgenico chiediamo cautela. In vent’anni non è stata fatta investigazione sugli effetti collaterali e il parere che l’Efsa fornisce non si basa su un panel di esperti autonomi, ma sul parere di scienziati che leggono l’incartamento della multinazionale che presenta la richiesta di autorizzazione. Per questo, per la sicurezza dei cittadini e delle aziende, vorrei che a giudicare fosse un ente terzo». Le associazioni chiedono ai ministri italiani di farsi carico delle loro preoccupazioni ai prossimi appuntamenti istituzionali, 16 febbraio durante il Comitato Europeo Catena Alimentare (Committee on the food chain and animal health) e, poi, il 25 febbraio al Consiglio dei Ministri dell’Ambiente.
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