17/03/2009 - Tempi di crisi economica. Nessun comparto è sordo alle sirene del protezionismo. Neanche l'agricoltura, le cui flliere produttive (alimentari in primis) sono in balia di opposte folate di ostruzionismo commerciale e libero mercato. Ma è proprio in tempi di crisi che si raschia il barile. Così, succede che: - da un lato il ministro alle politiche agricole, Luca Zaia, canta vittoria per il libero accesso al mercato (e alle cucine) Usa, per pomodori pelati, carote, cipolle, cicoria, sughi, salse e zuppe del Belpaese. Tutti fuori dalla nuova lista Usa di prodotti provenienti dall'Ue, soggetti a dazi doganali aggiuntivi fissati dagli Stati Uniti. Un lascia passare che le autorità statunitensi hanno rilasciato, con validità a partire dal 23 aprile prossimo; - dall'altro lato, lo stesso ministro Zaia dichiara guerre al cibo italiano fasullo, anche all'estero: E avverte: «il governo denuncerà al Wto il problema delle contraffazioni alimentari che danneggia il made in Italy e l'export nazionale».

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