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"Il bollino «vaccina» il salame. "

fonte Il sole 24 ore Milano, A.Crisafulli / Sicurezza alimentare

20/05/2009 - Come era arrivata, all'improvviso l'influenza suina sembra scomparsa. Con pochi danni, sul territorio, per la filiera degli insaccati. Secondo Coldiretti, solo un consumatore su dieci è stato vittima di psicosi e ha bandito nei giorni scorsi carne di maiale e salumi. Niente di paragonabile agli effetti di aviaria e mucca pazza. Lo confermano i produttori lombardi, dove spiccano le eccellenze del Salame Brianza Dop (denominazione origine protetta), del Salame di Varzi Dop, e del Salame Cremona Igp (indicazione geografica protetta). Insieme, la produzione anima ammonta a 878 tonnellate (318 il Brianza, 327 il Varzi, 233 il Cremona). «Il virus non c'entra niente con i suini precisa Francesco Negroni, presidente del Consorzio di tutela del prodotto cremonese . Il risalto mediatico ha avuto un effetto emozionale e psicologico sui consumatori, anche se non lo abbiamo quantificato». Qualche produttore locale, invece, lo ha fatto: «Registriamo un calo della produzione del 4,5% - dice Roberto Baldo, titolare dell'omonimo salumificio di Cantù, che esporta il Brianza Dop anche in Austria, Canada, Francia, Usa e Svizzera -. E ci aspettiamo un'onda lunga nelle prossime settimane, temuta anche dalle catene di distribuzione. Di certo il consumo di carne fresca di maiale è sceso, anche se è sceso il prezzo sia al dettaglio che all'ingrosso». Se la previsione si avvererà andrà ad aggiungersiai precario scenario economico internazionale, «e maggio prosegue Baldo - è di per sé un mese difficile». In ogni caso Assica, l'Associazione industriali delle carni, ha sempre rassicurato che l'Italia non importa maiali o carni suine dal Messico. E la provenienza delle materie prime per i salami certificati è definita: «I nostri prodotti, come previsto dal disciplinare, sono realizzati con suini nati e cresciuti da queste parti spiega la titolare della Salumeria Belli di Varzi . Forse è per questo che non risentiamo dell'influenza. Stiamo continuando a produrre e vendere lo stesso quantitativo di sempre». Per Carlo Franciosi, presidente Coldiretti Milano e Lodi e membro di giunta della Camera di commercio di Milano «il prodotto nostrano rimane un riferimento importante e garanzia di qualità, così come il rapporto col distributore di fiducia». Ecco perché è importante l'etichettatura, e occorre adottare subito chiede Coldiretti in un comunicato le misure già sperimentate con successo, a partire dall'obbligo di indicare la provenienza sulle etichette della carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per il pollo e i bovini.

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