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"Accesso a tappe negli spazi chiusi"

fonte Il sole 24 ore,M. Iacono e C. Tinè / Sicurezza sul lavoro

20/07/2009 - Gli spazi chiusi e confinati sono locali ristretti non progettati per essere continuamente occupati dalle persone e dotati di un numero esiguo di piccole aperture non idonee a consentire una sufficiente aerazione naturale. Caratteristiche che rendono le operazioni da svolgere questi spazi fonte di potenziali pericoli, tanto che già il Dpr 547 del 1955 considera a rischio le operazioni alloro interno. Da eseguire solo dopo una preventiva analisi dei rischi effettuata per ogni singola operazione. Regole puntuali per l'accesso negli spazi chiusi si trovano nelle specifiche norme del settore marittimo, perché numerosi sono questi locali a bordo delle navi e frequenti le operazioni e i lavori nel loro interno. Il Dlgs 272/99 (specifica norma del settore che recepisce anche regolamenti internazionali dell'Imo, International Maritime Organization) prevede che prima dell'accesso nei locali chiusi a bordo delle navi venga effettuato un sopralluogo con conseguente rilascio di certificazione, denominata di gas free da parte del "consulente chimico di porto".Questa generica dizione individua gli ingegneri chimici e i chimici che svolgono la loro attività all'interno dei porti nel rispetto delle competenze che la legge professionale attribuisce ai rispettivi ordini di appartenenza (in questo caso agli ingegneri chimici). Sarà pertanto questo professionista nel suo sopralluogo a effettuare l'analisi dei rischi delle operazioni: verificherà il completo isolamento del locale dove sono da effettuare i lavori da altri locali dove sono o potrebbero, nel corso delle operazioni, essere presenti sostanze pericolose, accerterà la respirabilità dell'aria contenuta nel locale e rilascerà, dopo il favorevole esito dei controlli, la certificazione di gas free, indicandone il periodo di validità e definendo le precauzioni di sicurezza da adottare prima dell'accesso e durante la permanenza. Il datore di lavoro o il responsabile dei lavori, debitamente delegato anche a norma del Dlgs 81/2008, prima di predisporre l'accesso dei lavoratori in uno spazio confinato dovrà accertare che per quello spazio esiste apposita certificazione di gas free in corso di validità e correttamente asseverata, predisporre le precauzioni di sicurezza prescritte nel certificato, informare i lavoratori dei rischi dell' operazione e delle procedure da mettere in atto in caso di emergenza. Nell'ipotesi poi che un lavoratore già entrato nel locale sia colto da malore, le procedure di emergenza non consentono a un secondo operatore di entrare in quel locale se non dopo aver dato l'allarme ed essersi munito dei dispositivi di protezione individuali che gli consentono un accesso sicuro. Davanti a un locale confinato ci si ferma dunque e si aspetta la giusta certificazione di gas free, come davanti a un semaforo che espone il rosso, ci si ferma e si attende il verde. Né possono valere in questi casi regole "fai da te": dentro uno spazio confinato possono nascondersi le insidie più diverse e possono annidarsi i più diversi gas o vapori anche altamente tossici. Per esempio, nell'atmosfera contenuta nell'accumulatore del gasolio coinvolto nell'incidente dell'impianto di idrodesolforazione della Raffineria Saras di Porto Torres dove tre lavoratori hanno perso la vita e nell'atmosfera contenuta nella cisterna di Molfetta che aveva trasportato zolfo, dove l'anno scorso cinque lavoratori furono fatalmente coinvolti, verosimilmente era contenuto lo stesso gas tossico: idrogeno solforato. Un gas che a bassissime concentrazioni ha un odore caratteristico altamente sgradevole di uova marce, facilmente percepito e ciò spinge i lavoratori ad allontanarsi e ad attivare tutte le precauzioni del caso. Tuttavia a concentrazioni più elevate, anche se di fatto ancora basse, l'idrogeno solforato non viene più percepito dall'apparato olfattivo ma gli effetti tossici rimangono e sono istantanei e letali. Potrebbe essere questa la spiegazione dei due incidenti avvenuti con dinamica del tutto simile: lavoratori che accedono in uno spazio chiuso credendolo bonificato solo perché non sentono alcun odore.

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