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"Zingales: i cibi pirata? Un'emergenza nazionale"
fonte Italia Oggi / Sicurezza alimentare
01/08/2009 - Dopo il recente maxi-sequestro di oltre 900 tonnellate di alimenti scaduti o irregolari e di 26 mila litri di latte di ignota provenienza da parte dei Nas in diverse regioni italiane, il presidente del Consiglio nazionale dei chimici, Armando Zingales, lancia l'allarme: «Siamo in emergenza nazionale, se non europea. Bisogna rispondere con un aumento dei controlli».Domanda. Come alzare l'attenzione?Risposta. Accanto alle operazioni dei Nas, esistono anche controlli autocertificati, purché questi adempimenti vengano espletati da persone responsabili e abilitate. Cioè da professionisti come biologi, chimici, veterinari, tecnici alimentari, che attraverso una specifica competenza possono diventare garanzia di tutela per consumatori, produttori e distributori. È il momento di spostare il livello di responsabilità laddove l'etica vale qualcosa: il mondo dei professionisti.D. Ma è economicamente sostenibile?R. Un aumento di controlli e autocertificazioni genera costi. Infatti, in alcune regioni si sta cercando di abolirli a causa della pressione di lobbies (è il caso dell'Haccp), che non vogliono ostacoli aggiuntivi e costosi. Ma qui, sia i produttori sia i distributori, devono fare un ragionamento semplice: quanto può costare la distruzione di un mercato o il danneggiamento di un'intera filiera?!» D. E a voi risultano disaffezioni palesi dei consumatori verso certi prodotti?R. Sì. Molti italiani hanno crescenti dubbi nel comprare mozzarella di bufala, olio, vino, pomodoro. Sono indizi che preludono a un possibile crollo delle vendite. Purtroppo, continua ad aumentare il numero di persone che distruggono il mercato con sofisticazioni. È nell'interesse di chi opera con onestà sottoporre il comparto a rigidi controlli, perché solo in questo modo si riesce a far riacquistare credibilità alla filiera agro-alimentare tutta D.I settori dove si verificano, a oggi, contraffazioni o vendite di alimenti avariati? R. Il lattiero-caseario in primis, anche per via di aperture comunitarie foriere di danni. Ma alle normative europee deprecabili si affianca il riciclaggio di cibi scaduti. L'utilizzo di materie prime non Doc per confezionare prodotti venduti come Doc. E il caso dei prosciutti provenienti dalla Romania. E anche nel settore ittico bisogna intensificare i controlli; per accertare quanti antibiotici vengono somministrati ai pesci in allevamento, che ormai costituiscono il 50% della produzione ittica distribuita in Italia. Senza dimenticare la somministrazione di ormoni nel settore carne bovina. Aggiungo, che in genere si tratta di ottimi prodotti. Ma è bene costruire una coscienza critica a tutela dei consumer.D. Le vostre azioni per sensibilizzare governo e opinione pubblica circa questa emergenza nazionale?R. Stiamo pensando di elaborare entro settembre, insieme alle altre categorie professionali tecnico-alimentari, un vero e proprio decalogo da sottoporre al ministero competente e al governo per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di ripristinare un virtuoso sistema di controlli e autocontrolli. A difesa non solo del consumer, ma del mercato e degli stessi produttori e distributori onesti.
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