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"Edilizia, un operaio su tre è irregolare"
fonte La Repubblica / Edilizia
15/02/2010 - MAI così in basso. Schiacciati da appalti con ribassi del 50%, gli edili genovesi hanno perso 2.000 posti di lavoro negli ultimi due anni e hanno visto impennarsi il ricorso al lavoro nero, si stima che rispetto a 8.500 addetti medi in regola conteggiati dalla Cassa Edile gli irregolari siamo ormai 5.000 nella sola provincia di Genova. A questi si aggiungono i finti regolari: lavoratori con partita Iva, spesso immigrati, visto che ormai gli stranieri sono il 40% dei lavoratori del mattone, che in realtà operano come dipendenti, un fenomeno che ha fatto lievitare il numero delle imprese genovesi a 10.000, 1.500 in più del numero degli operai, e di queste 10.000 solo 1.800 sono iscritte alla Cassa Edile. Il settore del mattone è ormai stremato dalla crisi, e dai subappalti selvaggi, e i sindacati puntano il dito contro gli enti pubblici. Ieri mattina i sindacati FilleaCgil, Filca-Cisl e Feneal Uil hanno lanciato l'ultimatum, il 15 febbraio è in programma un incontro con le associazioni degli imprenditori e il Comune di Genova per discutere di regole e di trasparenza negli appalti, sia pubblici che privati, se non arriveranno risposte concrete scatterà la mobilitazione. «Ormai nessuno mantiene più gli impegni - denuncia Silviano Chiantia, della Fillea-Cgil - con Iride ad esempio avevamo fatto un accordo che garantiva la salvaguardia dei posti di lavoro nel passaggio degli appalti, peccato che adesso abbiamo 170 posti a rischio. E il fenomeno del subappalto sta diventano sempre più spinto, siamo quasi a forme di caporalato, dove impera il lavoro nero, lo sfruttamento e la mancanza di sicurezza». Le storie sono infinite e sembrano prevenire da tempi remoti, ma purtroppo rappresentano la realtà di oggi. L'ultimo caso capitato negli uffici sindacali è quello di un operaio che lavorava nei subappalti di Iride, assunto da un'impresa di Imperia, è stato dato in prestito di manodopera ad un'altra impresa del settore e ha scoperto solo quando è stato licenziato di essere stato messo in regola a part-time, mentre lavorava finoa tredici ore al giorno. «Su 8.500 addetti iscritti alla Cassa Edile - spiega Salvatore Teresi, della Filca-Cisl, che sono tra l'altro i più regolari, 700 risultano a part-time, e parliamo di operai, peccato che nell'organizzazione di lavoro di un cantiere edile il part-time sia praticamente impossibile». Prolifera poi il fenomeno del contratto selvaggio. i lavoratori che vengono assunti dalle imprese attive nel settore dell'edilizia ai dipendenti spesso applicano contratti diversi, quello dei metalmeccanici quando va bene, se non addirittura quello delle imprese di pulizia. «Questa situazione crea problemi ai lavoratori - dice Roberto Botto, della Feneal Uil - ma è potenzialmente pericolosa anche per la collettività, perché il contratto dell'edilizia prevede normative e procedure di sicurezza da seguire che non sono contemplate in altri contatti». Il Comune di Genova è fra i principali accusati, anche perché è uno dei più importanti enti appaltantie secondoi sindacati è proprio in questo settore che si sono aggravate le irregolarità negli ultimi mesi. Per limitare il fenomeno dei subappalti selvaggi i sindacati chiedono ora che nei capitolati di appalto venga inserito il principio della congruità, valea dire che per lavori di un certo tipo vengano previsti a capitolato l'impegno di un numero minimo di addetti. Per altro i sindacati chiedono anche maggiori controlli nei lavori privati, soprattutto quelli interni, visto che ancora oggi a Genova ben il 36% di proprietari dichiarano di eseguire i lavori in proprio, una percentuale che risulta difficilmente credibile, e ancor peggio in provincia i lavori svolti in proprio, almeno ufficialmente, sono l'80%
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