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"Fili in cantiere, non si bada a spese "
fonte Italia Oggi, Carla De Lellis / Sicurezza sul lavoro
01/03/2010 - Contro il rischio elettrico presente in un cantiere, il «salvavita» è una protezione addizionale per i lavoratori, non fondamentale. Il dispositivo differenziale («relè»), infatti, può rispondere solo come difesa da probabili rischi di contatto diretto per guasti dell'isolamento oppure per rottura d'involucri di apparecchi portatili oppure per negligenza del personale. La protezione generale va salvaguardata invece con l'utilizzazione di attrezzature e impianti elettrici nei cantieri approvata dalla Conferenza delle regioni e delle provincie autonome il 27 gennaio 2010. La valutazione del rischio elettrico. Il T.u. (articolo 80 del capo III del titolo III del dlgs n.81/08) prevede che, nei luoghi di lavoro in generale, il datore di lavoro deve prendere le misure necessarie affinchè i materiali, le apparecchiature e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori siano progettati, costruiti, installati, utilizzati e mantenuti in modo da salvaguardare i lavoratori da tutti i rischi di natura elettrica. Al fine di garantire la sicurezza di tali rischi, inoltre, obbliga il datore di lavoro a eseguire una specifica valutazione del rischio elettrico, a seguito della quale il datore di lavoro deve adottare le misure tecniche e organizzative necessarie a eliminare o ridurre i rischi presenti, a individuare i dispositivi di protezione collettivi e individuali necessari alla conduzione in sicurezza del lavoro e predisporre le procedure di uso e di manutenzione, oltre a garantire nel tempo la permanenza del livello di sicurezza degli impianti. L'Impianto elettrico di cantiere. Una particolare attenzione alle procedure di valutazione/prevenzione dei rischi elettrici va prestata, dal datore di lavoro, quando il luogo di lavoro sia un cantiere. Sottoposto alla valutazione, in tal caso, è l'impianto elettrico di cantiere, definito quale l'insieme dei componenti elettrici ubicati all'interno del recinto di cantiere, tra loro elettricamente associati in modo da rendere disponibile l'energia elettrica a tutti gli apparecchi utilizzati nel cantiere. L'impianto, in genere, ha una vita breve perchè legata alle attività che devono essere svolte nel cantiere, e quindi, nel cantiere stesso. Appare con l'inizio dei lavori e scompare quando questi sono terminati con il recupero, per un successivo riutilizzo, di gran parte delle attrezzature e dgli impianti. L'impianto di cantire trae origine dal punto di allacciamento della linea di alimentazione de quadro generale di cantiere. Questo coincide con il punto di fornitura o, nei casi in cui l'alimentazione è derivata da un impianto esistente, con i morsetti dell'interruttore immediatamente a monte della linea di cantiere. La funzionalità e consistenza dell'impianto elettrico sono in funzione della durata e delle dimensioni del cantiere. Per questo, la guida consiglia, almeno per i cantieri di dimensioni considerevoli, di approntare una documentazione completa delle principali caratteristiche dell'impianto. L'impianto elettrico di cantiere deve essere realizzato nel rispetto delle norme Cei; in particolare deve rispondere alla Norma Cei 64-8/7, alla Guida Cei 64-17, nonchè alla prescrizione delle norme Cei applicabili ai singoli componenti dell'impianto. Attenzione. Non deve essere considerata solo la conformità con riferimento ai singoli componenti, ma anche la loro idonietà al tipo alle condizioni di servizio e al loro stato di manutenzione. In dettaglio, sono soggetti a prescrizioni sia gli impianti fissi sia gli impianti movibili o trasportabili a esclusione degli apparecchi utilizzatori, e si riferiscono a impianti temporanei destinati a: lavori di costruzione nuovi edifici, lavori di riparazione, trasformazione, ampliamento o ddemolizione di edifici esistenti; costruzione di strade, viadotti, parchi, canali, teleferiche ecc.; lavori di movimentazione o escavazione di inerti, pietre e ghiaie; interventi di manutenzione in banchina e di costruzione navale. Nei cantieri gli impianti fissi sono limitati alle apparecchiature che comprendono gli apparecchi di comando, di protezione, e di sezionamento principali. Gli impianti valle sono considerati impianti movibili o trasportabili. Protezione contro i contatti diretti. Secondo la Guida, le misure di protezine contro i contratti diretti possono essere ottenute tramite isolamento delle parti attive o mediante involucri e barriere. Nei cantieri di costruzione non è mediante ostacoli o mediante distanziamento. I lavori in prossimità di linee elettriche aeree non protette non sono ammessi a distanze inferiori ai limiti indicati dal T.u. sicurezza (Allegato IX del dlgs n.81/08), salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali idonne a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi. Considerato che i cantieri sono allestiti generalmente all'aperto, il T.u. sicurezza (art.117) consente di eseguire lavori in prossimità di linee elettriche aeree non protette anche a una distanza inferiore, fermo restando lìobbligo delle norme di buona tecnica si provveda a rispettare almeno una delle seguenti precauzioni: a) mettere fuori tensione e in sicurezza le parti attive per tutta la durata dei lavori; b) posizionare ostacoli rigidi che impediscano l'avvicinamento alle parti attive; c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchiature di sollevamento, ponteggi e ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate, del massimo ingombro del carico nel corso della normale lavorazione delle tensioni presenti. Contatti indiretti. La Guida suggerisce tre differenti tipologie di protezione da utilizzare per proteggere i lavoratori e le persone in genere dai rischi da contatti indiretti: 1) protezione mediante l'interruzione automatica dell'alimentazione; 2) protezione mediante componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente; 3) protezione per separazione elettrica. Sovracorrenti. Questa protezione, si realizza impiegando interruttori automatici magnetotermici o fusibili. Le condizioni di pericolosità che si possono verificare sono il sovraccarico e il cortocircuito. Il primo si realizza quando la corrente assorbita in un impianto è superiore a quella sopportabile dal cavo nel quale transita. Questo fenomeno deve essere interrotto in tempi brevi per evitare il periodo di deterioramento dell'isolante del cavo. Il cortocircuito invece si verifica quando due o più frasi vengono incidentalmente in contatto tra loro. In questo caso le correnti in gioco possono assumere valori estremamente elevati e devono essere interrotti in tempi brevissimi. Nei cantieri non è ammesso utilizzare come protezione contro i cortocircuiti, l'interruttore limitatore del distributore. Deve essere previsto, all'origine dell'impianto, un quadro che comprenda i dispositivi di protezione principali. Il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti deve avere caratteristica idonea alle condutture da lui protette e nello stesso tempo consentire l'avvenimento di motori con corrente di spunto elevata. In quest'ultimo caso, la Guida consiglia l'uso di interruttori con soglia di intervento magnetico da 10 a 20 volte la loro corrente nominale.
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