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"«Incidente all'Enel, troppi precedenti»"
fonte Corriere della Sera / Sicurezza sul lavoro
03/04/2010 - CIVITAVECCHIA - Il drammatico incidente sul lavoro all'interno dell' impianto Enel Greenpower a Torrevaldaliga Nord, presso Civitavecchia, ripropone il problema della sicurezza all'interno del polo industriale sul litorale. L'operaio 33enne di Tarquinia deceduto e i 4 intossicati a causa dell'ammoniaca fuoriuscita per la rottura di una tubatura non sono le prime vittime. «Ancora una volta, questa volta alla vigilia di Pasqua - nota la Cgil locale - un operaio si è recato a lavoro per sostenere la propria famiglia e farà rientro in casa in bara». I PRECEDENTI - Non è il primo dramma del genere, in effetti, nella centrale a Nord di Civitavecchia. Lo scorso 11 settembre, due operai erano rimasti feriti in due diversi incidenti in poche ore: il primo intorno alle 6.30 del mattino, un metalmeccanico della ditta Balkeduer era caduto in una botola, cavandosela con ferite non gravi; alle 10.30, nella sala macchine del secondo gruppo, un dipendente della ditta Isolmec si era ferito ad una mano, rimasta schiacciata da un tubo che l'uomo stava montando. Nell'aprile 2009, poi, un operaio di 47 anni era finito in coma perchè folgorato da una scarica elettrica. Si era temuto per la sua vita, ma poi dopo circa ventiquattrore era stato dichiarato fuori pericolo. SOLIDARIETA' E RABBIA -Numerosi gli attestati di solidarietà alle famiglie degli operai. E dure le reazioni: «Assistiamo ormai a una strage continua. Quasi quotidianamente siamo costretti - attacca Massimiliano Smeriglio, assessore al Lavoro della Provincia di Roma - a piangere i lutti del mondo del lavoro: siamo stanchi di commentare questo stillicidio. Scriveremo, per questo, al Governo e all'Enel per capire quali misure urgenti possono essere adottate per fermare questa strage». La neo governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini, nell' esprimere il proprio cordoglio ai familiari della vittima , ha ribadito l'impegno «per quelle che sono le competenze della Regione, ad aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro». VALVOLA KILLER - L'indicente di sabato 3 aprile è avvenuto nella centrale a carbone del Gruppo Enel ed ha coinvolto inizialmente cinque dipendenti di una ditta subappaltatrice Guerrucci, che stavano lavorando su un ponteggio a 15 metri altezza. Erano impegnati a riparare una condotta a pressione (contenente acqua e ammoniaca) per il raffreddamento dell'impianto. «Erano tutti a lavoro - spiega Franco Boriello, segretario della camera del lavoro della Cgil - per chiudere con una valvola la tubatura. Qualcosa però non ha funzionato: il tubo è esploso e la vittima si trovava proprio davanti alla valvola al momento dell'esplosione che lo ha colpito in pieno». Il giovane , sbalzato contro un palo dalla forza dell'esplosione, ha battto violentemente la testa. E' stato trasportato in elicottero, in codice rosso, al reparto rianimazione del più vicino ospedale, ma è morto poco dopo il decollo dell'eliambulanza per arresto cardiaco. VAPORI NEGLI OCCHI - Gli altri 4 feriti non sono in gravi condizioni. Tre si trovano sotto osservazione in ospedale a Civitavecchia: uno è ancora sotto respiratore, due avrebbero già ripreso le normali attività respiratorie. Un altro operaio, invece, colpito agli occhi dai vapori, è stato trasportato in ambulanza all'Oftalmico di Roma. Sul posto sono intervenuti cinque squadre dei vigili del fuoco e l'impianto è stato messo in sicurezza.
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